
The Walking Dead: Recensione dell’episodio 7.04 – Service
Dopo la prima puntata molto movimentata e le due successive relativamente più tranquille, con la quarta puntata The Walking Dead ritorna ad Alexandria da Rick e compagni. Lo fa con un episodio di quasi 60 minuti e ci si chiede se ce ne fosse davvero bisogno visto che solitamente questo trattamento lo si riserva alle puntate ben più importanti. Il minutaggio maggiore, infatti, se lo prende il confronto Rick-Negan e va bene che si voleva sottolineare lo strapotere di quest’ultimo, però si poteva stringere il tutto anche nei canonici 42 minuti, soprattutto contando che il bla bla di Negan la fa da padrone.
Il lupo cattivo
No, seriamente: ma quanto parla questo? Ok che tutto quel parlare serve per spaventare ancora di più Rick, ma mi sono sembrate davvero troppe le scene dedicate a questo aspetto. Ad accentuare la sottomissione bastavano meno battute; anche perchè dicevano già molto l’entrata in scena di quell’esibizionista di Negan, (che vuole ricordare il lupo cattivo de I Tre Porcellini), le espressioni sui visi degli abitanti di Alexandria di terrore o di un’impotenza non priva di ira da tenere a bada (bravissimo Andrew Lincoln il cui sguardo passa velocemente da uno all’altro) e i sentimenti di inerzia che suscita Daryl.
Negan arriva lì, prima della scadenza data per la riscossione, e lo fa esclusivamente per dimostrare che comanda lui e per prendere con prepotenza molti dei beni presenti nella cittadina, dalle armi, al cibo, al mobilio. Si assicura anche oggetti che non gli sono necessari come con sdegno si rende conto Michonne davanti alla pila di materassi bruciati. Ma più di tutto ribadisce il suo potere umiliando per tutto l’episodio Rick, a cui lascia la sua amata Lucille perchè tanto sa che l’uomo non potrà fargli del male.
Ti piace vincere facile?
Sicuramente l’obiettivo è anche suscitare in noi spettatori una certa collera che ci fa dire: “Dai, Rick uccidilo!”, però razionalmente questa spinta che noi, insieme ai personaggi, sperimentiamo è infondata visto il nugolo di uomini con cui Negan si è presentato ad Alexandria. Voglio dire, quella rabbia che noi proviamo è come quella da filmetto in cui non riesci a capacitarti del perchè le cose debbano andare così, ma qui Rick non potrebbe mai affondare il colpo perchè il lupo ha troppi seguaci con lui.
Certamente, però, questo fa capire che la forza di Negan si basa sui suoi uomini e quindi gli piace vincere facile quando si sente grande nel far finta di aver dimenticato Lucille nelle mani di Rick o quando costringe l’uomo a ringraziarlo. Insomma, la figura di Negan non mi sta convincendo, c’è qualcosa che non mi quadra. Magari in futuro The Walking Dead mi smentirà, ma per ora è un cattivo troppo macchietta, troppo bullo della scuola, per farmelo percepire come reale, caratteristica per me fondamentale in un personaggio ben approfondito. Che sia anche la recitazione di Jeffrey Dean Morgan? A me lui piace come attore, ma qui a volte pare che carichi troppo l’interpretazione sfociando nell’assurdo.
Rick & Co.
Non vediamo i primi momenti del loro ritorno in cui tocca spiegare alla comunità il regime di terrore a cui tutti saranno sottoposti d’ora in avanti, ma li ritroviamo a distanza di pochi giorni dall’uccisione di Glenn e Abraham, quindi in un primo momento possiamo solo immaginare le reazioni degli abitanti della cittadina non presenti al massacro. Durante l’episodio, però, ci rendiamo conto che c’è chi è davvero spaventato e chi invece vorrebbe che Rick facesse qualcosa per uscire da quella situazione di guano e sicuramente lo stato d’animo di Spencer o i tentativi di Rosita di procurarsi armi avranno delle conseguenze.
Quest’ultimo sentimento ovviamente è quello più diffuso tra i vecchi compagni dell’ex poliziotto, da Michonne a Rosita a Carl, che alza un po’ troppo la cresta andando ad alimentare ancora una volta le fila dei ragazzini imbecilli della tv. Ma Rick fa capire a tutti che lui non è più il leader e che ora bisogna obbedire a Negan e così passa dal “this isn’t a democracy anymore” della seconda stagione a “I’m not in charge anymore” di questo episodio.
Rivelazioni
Rick confessa a Michonne di non voler combattere per proteggere le persone a cui vuole bene, anche quella bimba che sa non essere figlia sua, ma di Shane. E’ un sospetto mai ammesso, ma sempre esistito che qui trova conferma. Questo è uno stato d’animo condivisibile, ma probabilmente figlio dei primi giorni dopo l’orrore.
La situazione, infatti, non può rimanere statica, quindi è normale che prima o poi Rick rialzerà la testa e troverà un modo per contrastare Negan, forse togliendo di torno i suoi uomini e magari la scintilla sarà proprio Maggie, che per ora Padre Gabriel è riuscito a dare per morta, ma che come Elena di Troia sancirà l’inizio della guerra.
Voto: 3/5
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