
The Walking Dead: Recensione dell’episodio 6.03 – Thank You
Non si può dire che la sesta stagione di The Walking Dead non abbia avuto un inizio piuttosto adrenalinico. La pace e la calma di Alexandria si sono dimostrate solo apparenti, come temevano tanto i protagonisti quanto i fan della serie. Così come nessun personaggio può definirsi ‘al sicuro’, per quanto storico nella serie.
La scena si apre con il suono indistinto che ha caratterizzato l’inizio della stagione e che mette in pericolo Alexandria. Con questo episodio si conferma la tendenza ad alternare l’attenzione tra quel che accade all’interno della cittadina e quello che accade fuori; come nel primo, anche in questo caso l’episodio si concentra all’esterno. I sopravvissuti, tra abitanti di Alexandria ed il gruppo di Rick, sono ancora alle prese con la mandria di zombie e con la necessità di raggiungere velocemente casa, che a causa del rumore sembra essere in pericolo.
Tutto l’episodio si sviluppa su questo problema centrale e suddivide ulteriormente i gruppi di sopravvissuti fino a disperderli. Questo escamotage mette ancora più in luce la differenza tra i protagonisti: mentre il gruppo di Rick riesce a mantenere la lucidità anche in situazioni che sembrano disperare, gli altri sono preda facile del panico e degli zombie stessi. In breve tempo quasi tutti gli abitanti di Alexandria muoiono a causa della loro inesperienza. La stagione, con i primi due episodi, ci aveva già gettato senza troppe premesse in un fiume di sangue e questa settimana si riconferma la tendenza; dividendo equamente lo spazio tra tutti i piccoli gruppi rimasti sulla scena, ovunque vediamo sangue e sprofondiamo nello sconforto, consapevoli quanto i personaggi che la situazione ormai è irrimediabilmente compromessa.
In questo mare di sangue dal quale ci manteniamo emotivamente distaccati, essendo personaggi appena incontrati, gli autori hanno pensato bene di rovinarci la settimana uccidendo uno dei personaggi cardine (e forse più storici) della serie. Glenn muore per mano, se vogliamo, di Nicholas. Da fan trovo ovviamente questa scelta discutibile, ma con un occhio più critico credo che sia stato un ottimo modo di movimentare la stagione. Da sempre la morte di un personaggio così centrale rappresenta in un certo senso un punto di svolta per una serie e sicuramente gli autori di The Walking Dead hanno sempre gestito egregiamente le conseguenze di colpi di scena così importanti.
Fantastici anche gli attori, con un applauso particolare a Danai Gurira (Michonne), in grandissima forma in quest’episodio, che hanno raggiunto un nuovo livello di profondità per la serie stessa.
Tuttavia anche questo, nonostante la morte di Glenn, si dimostra un episodio introduttivo, in cui ancora non riusciamo a raccogliere i tasselli fondamentali per capire attorno a quale nemico ruoterà questa stagione. Del gruppo che ha assalito Alexandria nello scorso episodio (con la caratteristica W sulla fronte) non ci viene detto altro, in questo episodio e la questione rimane aperta dopo il finale dello scorso.
Ancora storditi per il bombardamento adrenalinico subito, e per la morte di Glenn, non ci resta che aspettare il prossimo episodio per iniziare a farci un’idea del filo conduttore di questa stagione.
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No, io non ci sto. Io TWD l’ho difesa strenuamente, anche quando lo scorso anno ha segato le gambe al personaggio di Beth facendo regredire Daryl nuovamente a personaggio minore, sono passata oltre la poca attenzione data a Terminus e all’aver fatto degenerare anche quello spiraglio di cambiamento narrativo che poteva essere Alexandria (perché sinceramente anche questi tizi della W cicciati fuori dal nulla e che sono fuori come dei balconi io non li ho mandati tanto giù) ma la morte di Glenn così no.
Il personaggio di Glen rappresenta forse l’unico personaggio con cui per lo spettatore era possibile una immedesimazione, chiamiamolo il ragazzo normale, la persona comune, quello che vi pare, ma era davvero possibile riconoscersi in lui. Aggiungiamo poi l’evoluzione forte che aveva avuto e il ruolo cardine all’interno del gruppo, io credo fosse giusto che la sua morte rimanesse in linea con la sua vita. Glenn muore a caso, perché un cretino con manie suicide gli cade addosso, e la telecamera non si ferma, non sottolinea neanche la possibile ironia della cosa, l’episodio non si chiude con questa perdita, come se fosse una cosa su cui passare sopra. Ecco forse se c’è stata una cosa sbagliata più che la morte di Glenn è stato il modo di metterla in scena.
Poi, sicuramente uno del gruppo storico doveva morire, anche per dimostrare la gracilità dei personaggi, ma il modo resta sbagliato.
E poi basta Rick, basta gente scema che cade e si fa male sempre, basta scene assurde tipo : “rimaniamo a vedere la gente mangiata dagli zombie invece di fuggire via”
Per l’amor di Dio possiamo fermare la corsa senza fine…
A parere mio, Glenn non muore. Si vede che il corpo di Nicholas cade addosso a Glenn che probabilmente gli salva la vita, ma questo lo vedremo nella prossima puntata. Ecco spiegato anche il perchè non ci si sofferma troppo sulla ipotetica morte di Glenn come dice Caterina. Questa serie sta prendendo la piega giusta e confronto della serie precedente, possiamo dire che finalmente sta succedendo qualche cosa. Non ho ben capito il perchè Daryl voleva tornare “a casa” e poi ci ha ripensando tornando sui suoi passi. Cosa voleva dare ad intendere il regista? Che stava pensando a se stesso come nelle parole di Rick? Non era molto chiaro, sopratutto dato il personaggio di Daryl. Concordo con Caterina per i personaggi secondari e poco credibili che cadono, prendono storte o vengono ferite da armi da fuoco, e poi sistematicamente muoiono mangiati dagli zombie. Direi che è banale. Ancora poco chiaro sono i Wolf e spero che si possa far luce nel corso della serie, anche perchè così come è ora non hanno molto senso di esistere.
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Rilassati che Glenn non è morto. XD
Che poi vorrei capire dov’è stata la poca attenzione data a Terminus, anzi…gli è stato dedicato fin troppo dato il materiale del fumetto. Idem per i Wolves che nel fumetto sono ancora più anonimi. Alexandria, poi, è decisamente diversa rispetto a tutto ciò visto prima e non so come si possa negare ciò. Boh, più che “sempre difendere TWD”, mi sembri una di quelle che più si accanisce verso la serie. Ma bon, de gustibus.
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