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The Walking Dead: recensione dell’episodio 4.14 – The Grove

Ogni volta che The Walking Dead affronta il tema dell’infanzia, per lo spettatore è sempre una questione complessa e difficile da digerire. Nell’immaginario collettivo i bambini sono intoccabili, sono il futuro dell’umanità e della società e vanno difesi psicologicamente e fisicamente da qualsiasi turbamento che la vita gli può riservare quando ancora non sono adulti. La società in cui the Walking Dead è ambientato è una società ritornata allo stato di natura dove le categorie più deboli, coloro che non possono cavarsela con le proprie forze, sono The Walking Dead-02proprio quelle che non ce la fanno. Nelle scorse stagioni ci si è concentrati sulla crescita di Carl, sulla sua difficoltà di mantenere una morale salda ma allo stesso tempo di utilizzare le proprie risorse per difendere se stesso e gli altri. In questo episodio, le protagoniste sono le due sorelle Lizzie e Mika che si trovano a dover superare le proprie resistenze dettate da un’educazione che, allo stato attuale, le mette solo in una condizione di pericolo e debolezza. Mika ha ben chiaro come il mondo è diventato, ha una visione comune alla maggioranza riguardo i Walker ma non può uccidere. Non è pronta a farsi cambiare da quell’azione così veloce ma così grande e definitiva. Lizzie è invece quella che apparentemente ha più problemi The Walking Dead-01ma che in realtà fa nascere nello spettatore i soliti interrogativi. Lizzie è convinta che i Walker siano persone diverse, una categoria quindi ingiustamente maltrattata che non deve essere “uccisa” sempre: ci sono circostante, come il walker incastrato nelle rotaie della ferrovia, che possono non solo essere lasciati “vivere” ma possono anche essere nutriti; si può “immaginare” di essere rincorsi per gioco e non per essere mangiati. Il gioco è un elemento che ritorna più volte in questo episodio ed è ben chiara l’importanva che questo ha in una crescita sana; Lizzie, infatti, interroga Carol in modo quasi isterico, sulla possibilità che a Terminus ci siano anche dei bambini e Mika esulta al ritrovamento di una bambola.
Quando l’episodio sembra fluire avanti, lasciandoci a più di una riflessione sociologica e pedagogica sulle varie questioni sollevate, succede qualcosa d’immaginabile The Walking Dead-04ma che forse avremmo potuto aspettarci come sostiene Carol. Lizzie uccide Mika per dimostrare a Carol e Tyreese, ma per convincere anche se stessa, che i Walker siano senzienti. E’ convinta, infatti, che la sorella tornando indietro non cercherà di ucciderla. Qualcosa si era spezzato in Lizzie da tempo e quest’atto così scioccante ci da la misura della gravità del suo stato psichico. Non uccide se stessa ma sacrifica la sorella e per poco anche Judith, per  scaricare, inconsciamente, la frustrazione che quel mondo che immagina non è la realtà. La scena in se è agghiacciante, perché il ritmo lento e dilatato dell’episodio non cambia e ci troviamo sbattuti letteralmente davanti a Lizzie con le mani sporche di sangue e Mika stesa dietro. Quello che accade dopo è, se possibile, ancora più disturbante. In un mondo del genere come può essere gestita una bambina che si è creata un mondo immaginario? Come può essere gestito qualcuno che non può vivere con gli altri? Il compito spetta anche questa volta a Carol; è lei che aveva scelto la morte di Karen e David ed è lei che spara a Lizzie, per salvaguardare se stessa, Tyreese e Judith. Nel mondo di The Walking Dead non vince solo il più forte fisicamente ma anche chi è riuscito a ridefinire più velocemente la propria morale e la propria etica. Carol porta il peso delle morti, lo dice  Tyreese nel faccia a faccia finale e per questo viene perdonata. Da quando The Walking Dead è tornato, dopo la pausa invernale, si è creata una spaccatura tra i fan della serie. C’è chi lamenta un ritmo troppo lento e una pessima gestione dei tempi narrativi dei vari personaggi e chi invece tutto sommato sta apprezzando questa scelta. Io mi trovo esattamente a metà, trovo che la scelta di dividere tutti e raccontare le storie di gruppi di personaggi, in singoli o archi di due episodi, sia interessante ai fini dello sviluppo dei personaggi e delle dinamiche tra loro; dall’altro lato c’è però il punto debole di The Walking Dead: i dialoghi. Ci sono dei dialoghi a volte piuttosto ridondanti e non molto forti, sui quali si dovrebbe reggere una scena lunga e statistica che a volte rischiano di annoiare o addirittura indispettire lo spettatore. Certo, c’è poi la categoria di fan che vorrebbe solo azione, azione e ancora azione. Ma credo che ormai sia abbastanza chiaro che la forza di The Walking Dead sta proprio nell’essere qualcosa di più profondo e complesso del semplice genere action.

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Maura Pistello

Fondatore/ Admin Giornalista pubblicista Serie tv dipendente, accanita lettrice, amante del cinema e dell'arte

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27 Commenti

  1. Aldilà della riuscita dell’episodio, va detto che qui Gimple e soci si sono presi una bella responsabilità presentando sia una bambina assassina che quella che è una vera e propria esecuzione. Per dire, avrebbero potuto anche lasciare che Carol uccidesse Lizzie nel sonno e, invece, l’ha portata fuori e poco mancava che la facesse inginocchiare in stile pena capitale cinese. Complimenti per il coraggio ! Lo avessero fatto qui in Italia, ci sarebbero state ondate di proteste per chiedere la chiusura della serie !

    Quanto all’episodio in sé, direi che, anche se quello che attira di più sono le bambine, la protagonista morale è Carol. Le parole che riecheggiano alla fine (quel “continui a uccidere finchè cambi”, “tutte le cose si risolvono come si devono risolvere”) sono una sorta di testamento morale. Tra tutti i personaggi della prima stagione, Carol è quella che è cambiata di più e che porta il peso del cambiamento. Non è più una madre perchè il meglio che puoi essere ora è un’educatrice che però insegna una educazione nuova. Tutto quello in cui credeva (la dolcezza, il rispetto per gli altri) si è rivelato non falso, ma dannoso. Bisogna conoscere la cattiveria e abbracciarla, stringerla a sé perchè è un’arma che non puoi permetterti di non usare. Bisogna cancellare la dolcezza perchè può sconfinare nella debolezza e diventare la tua più pericolosa nemica. Bisogna scordarsi che gli altri sono tuoi simili perchè altrimenti non potresti decidere di ucciderli se questo significa salvare più vite. Bisogna saper portare il peso delle proprie azioni perchè è questo fardello che ti tiene ancorato al presente e ti permette di sopravvivere.

    Lo capisce anche Tyreese che, fondamentalmente, è ancora un buono dentro. Sa cosa deve fare (uccidere Lizzie per salvare Judith e gli altri), ma non ha ancora passato il confine tra ciò che è necessario e ciò che è morale. Confine che ha passato Carol e che Tyreese sa di dover passare prima o poi. Per questo perdona Carol e si avvia al cambiamento che vedremo prima o poi.

    P.S.: ma perchè nei sottotitoli (sia itasa che subsfactory) traducono Terminus in Terminal ? non andava bene lasciarlo così ? a ‘sto punto, tradotto per tradotto, andava bene anche Termini come la stazione di Roma ! 🙂

  2. Puntata spettacolare, una delle migliori della stagione e della serie. TWD, quando tratta i bambini e l’infanzia, fa sempre centro!
    I dialoghi della serie, onestamente, non li trovo deboli. Sono semplici, ma non deboli.

    P.S. Terminus in inglese significa Terminal, lasciarlo uguale sembra quasi un nome proprio di un luogo, quando non lo è! XD

  3. Che Terminus significhi Terminal lo avevo capito, solo che appunto la vedevo come un nome dato al rifugio che hanno costruito appunto intorno al terminal dei treni; fra l’ altro, il fatto che tutti i binari convergano là lascia appunto pensare che sia un terminal di treni tipo Roma Termini (arieccoci con ‘sta storia 🙂 ).

  4. Ma se è il terminal di più binari (insomma, una stazione) ed in inglese terminal si dice Terminus, non vedo perché lasciarlo così senza adattarlo con la rispettiva parola italiana. Non è un nome proprio, l’adattamento di Sky ha cannato (come se fosse la prima volta)! XD

  5. Ci si deve immedesimare nella situazione, vivere o morire non ci sono storie, se paradossalmente capitasse nella realtà la stessa cosa della serie ovvero un mondo dominato dagli zombi, tutti i problemi moralisti che ci si crea nel vedere la scena della puntata : una bambina che uccide e viene uccisa, non farebbero ne caldo e ne freddo, ma visto che come si vuol dire : con il culo degli altri sono tutti bravi
    Allora abbiamo sempre i fenomeni che fanno la morale !!!!

  6. @Miki in realtà la serie è interessante proprio per questo, per metterci nelle condizioni di guardare come la morale sia ridefinibile continuamente. Come l’uomo possa essere facilmente ingabbiato nella civiltà e come possa allo stesso tempo adattarsi velocemente a tante situazioni diametralmente opposte tra loro. Siamo l’unico animale in grado di farlo!
    A me The Walking Dead piace soprattutto per tutte questi dilemmi che solleva!!

  7. Questo episodio mi ha fatto lo stesso effetto della seconda stagione: in parte mi intrigava e mi piaceva, perchè si proponeva di essere più profonda, di farsi alcune domande, di andare oltre gli sbudellamenti e l’errare dei superstiti. Ho apprezzato il fatto che alcuni dei protagonisti, si ponessero dubbi e interrogativi riguardo la condizione dell’uomo, cosa che ad esempio il anche videogioco di TWD (adorato) fa maggiormente. Poi però viene la realizzazione, e qui c’è il tasto dolente, i dialoghi sono scarsi, non semplici, scarsi, lo sono sempre stati, dai monologhi fuori di cervello di Shane, alle interminabili scene con Andrea, quindi, quando devono sostenere un episodio dai forti propositi e dal contenuto un pochino più alto, il risultato è una serie di interminabili battute che dopo un po’ sono ridondanti. Oltretutto il tono “sospiroso” di Tyreese, non aiuta, nè tanto meno la poca espressività di Carol (solo io la odio dal primo episodio?). Comunque, credo che la scelta di dividere il gruppo, è positiva, così come quella di fare episodi che si dedicano singolarmente ai personaggi, perchè permette di conoscerli meglio, resto dell’opinione però che “still” sia stato migliore, sotto questo punto di vista.
    Mi spiace che neanche gli autori di TWD siano riusciti a gestire il tema “bambini” grande flagello delle serie tv…

  8. @Caterina: perdonami, ma non ci siamo proprio. Il tema “bambini” come viene gestito da TWD, penso non sia mai stato meglio gestito. Lasciati pregare. Onestamente, son tanti i punti del tuo post che trovo parecchio inesatti (dal mio punto di vista, ovvio), partendo dall’inespressività di Carol (WTF??? È semplicemente tra le migliori interpreti del serial), ai “sospiri” di Tyreese (WTF again???) o al ritenere Still (puntata che ho amato, ma dai ritmi blandissimi che non ha NIENTE a che vedere con questo strepitoso episodio, ma nemmeno con precedente) addirittura migliore di questo episodio che non è solo tra i migliori dell’intera stagione, ma dell’intero serial.
    Ripeto, poi, i dialoghi dello show non sono affatto “scarsi”, ma semplicemente semplici (e non semplice=banale), ma, proprio in questo episodio, direi che si sono impegnati decisamente di più.
    Non scherziamo proprio eh, non capisco con quali criteri si possa criticare un episodio del genere, bah…

  9. P.S. ah, siamo lontani anni luce dai bassissimi livelli della seconda stagione, ma di parecchio! XD

  10. Puntata shock.
    Che Lizzie era mentalmente disturbata si sapeva ma non credevo fino al punto di uccidere la sorella (per non parlare di quando gioca con lo zombie e altre cose del passato…), alla fine Carol ha preso la decisione più drammatica , non da tutti condivisibile ma giusta, ormai era diventata un pericolo per tutti (a mio parere non era più recuperabile),ne ha fatto le spese la povera Mika anima indole visto poi che era una bambina che non voleva sparare a nessuno (anche se all’occorrenza l’ha fatto) .
    Tyreese continua ad avere gli incubi ma quando Carol confessa di aver ucciso lei Karen e David alla fine la perdona e i due seppur prima stavano facendo un pensierino di rimanere in quella casa con Judith proseguono per il terminus.

  11. Dunque, io invito davvero a giocare il videogioco di TWD e a osservare il ruolo di Clementine, del fumetto non ne parlo neanche, perchè siamo lontani anni luce dallo show, ma il gioco, essendo anch’esso una forma di animazione, riesce a gestire i bambini, non in modo superficiale, e a renderli parte sempre del racconto. Lo show non lo fa, forse con questo episodio, si avvicina a portare avanti il discorso, ma inesorabilmente lo abbandona alla fine. I bambini sono delineati sempre come personaggi che nello spettatore non generano simpatia, ma fastidio. E questo perchè, anche qui sono sempre quelli che mettono i bastoni tra le ruote agli adulti, che hanno degli interessi primari diversi e per questo devono essere trattati da mocciosi frignoni, vi ricordate Carl nella prima stagione? oppure la tanto ricercata Sophia? Non vengono trattati da bambini, o si fanno impazzire, oppure diventano super cecchini. Questo non è un problema di questa serie e basta, è generalizzato, ricordo uno degli ultimi episodi di Doctor Who, in cui due ragazzini salivano sul tardis per un episodio, ed erano caratterizzati nello stesso modo, lamentosi, irascibili, ingestibili e viziati. Quindi, secondo me c’è poco da dire l’infanzia è problematica da gestire se deve rapportarsi con l’età adulta. E riguardo still, il mio essere migliore è riferito all’indagine dei personaggi, credo che come introspezione, sia uno scalino sopra a questo. I dialoghi, io non intendevo dire “banali”, ma solamente troppo semplici, se le battute che fai dire ai personaggi sono tutte simili, alla fine dopo un po’ ti stufi no? Ad esempio:
    Tyreese:”è così… i vivi ormai sono tormentati dai morti…nel mondo… siamo quello che siamo…facciamo quello che facciamo…finchè non moriamo anche noi”
    Carol: “Forse non ci stanno tormentando… forse sono qui per ricordarci di fare quello dobbiamo fare…”
    Questo non è un dialogo banale, ma ripetuto 2000 volte nello show, è solamente pesante.
    Baci

  12. Ma non è affatto vero quello che dici. I bambini nello show vengono trattati da bambini: come vuoi che si comporti un bambino, all’inizio, in un mondo del genere? È normalissimo che siano dei frignoni spaventati! Poi che siano odiati o meno dallo spettatore, se permetti, dipende sempre dalla sensibilità di ognuno. Il personaggio di Carl io lo apprezzo e ne apprezzo anche la crescita (che, checché se ne dica, almeno per il momento, è molto meglio gestita che nel fumetto dove “decide” di crescere tutto in una volta nel post prigione ed omicidio della madre e della sorellina). Mika e Sophia erano delle bambine normalissime che, non riuscendo a cambiare e ad adattarsi, hanno fatto la fine che tutti sappiamo. Quanto a Lizzie, lei era una bambina particolare già da prima, lo si evince da quel “like you’re suppose to” che le viene detto dalla sorellina…una bambina disturbata che si è creata un mondo tutto suo in testa, che non riusciva a capire la vera natura dei walker ed i suoi pericoli. Solo in questo show abbiamo visto 3 approcci diversi di bambino e tu dici che non viene trattato bene l’argomento??? T_T
    Quanto a Still, continuo a non essere d’accordo, questo episodio, dal punto di vista introspettivo, gli è molte spanne al di sopra, e non c’è nemmeno da chiederselo, onestamente.
    Quanto ai due dialoghi da te citati…a parte che quello di Carol dice altro (non ripete le stesse parole di Tyreese), sono perfettamente esplicativi di quella particolare situazione in cui si trovavano i due. Son perfetti.

  13. Bene, vedo che siamo in disaccordo, e questo è il bello delle serie tv, trattare temi che possono dividere il pubblico. 🙂 Alla fine, siamo solo piccoli uomini, che scrivono la loro visione di uno show televisivo.

  14. No….non ce la faccio a leggere tutti i commenti.

    Come al solito bella la recensione.

    L’episodio mi è ovviamente piacituo. Forte la scena della morte della piccola e altrettanto forte quella dell’uccisione dell’altra! La puntata sorprende perché nessuno si aspettava che Lizzie uccidesse Mika, anche se nella puntata c’erano stati dei segnali che le cose sarebbero potute peggiorare, e lo fanno proprio quando sembrava che tutto si fosse calmato. Quando Carol porta Lizzie in disparte piano piano si capisce cosa vuole fare.

    Forse la mia memoria non mi aiuta, però sta questione della pazzia di Lizzie è apparsa la prima volta quando qualche puntata fa quasi uccide la figlia di Rick, e poi esplode qui. Ma nella prigione non era chiarissimo, anche se qualche piccolo indizio lo avevano dato!

    Detto questo…..l’articolo aspetta a te…:D!!

  15. Salve a tutti.

    Complimenti a Maura per la recensione molto attenta ai particolari ed a PukkaNaraku per i commenti, concordo su tutto tranne che su una cosa: la stagione peggiore secondo me è la terza… ma questo è un fatto di gusto. Dal mio punto di vista la bellezza della serie sta proprio nell’evoluzione dei personaggi, ed in questa seconda parte di stagione la stiamo vivendo a pieno; l’azione può essere limitata solo all’indispensabile (e cmq ne abbiamo vista tanta e ben fatta).

    Un appunto al commento dell’amico Winny. Non penso che gli autori vogliano comunicare attraverso Carol il messaggio secondo il quale “bisogna conoscere la cattiveria e abbracciarla” e “bisogna cancellare la dolcezza”. Secondo me Carol è semplicemente arrivata al punto di comprendere che è necessario essere “duri”, essere “tough”, non ci si può tirare indietro.

    @thecrash79: sei troppo distratto! Gli indizi c’erano tutti fin dall’inizio della stagione. Li hanno seminati ben bene ed ora li hanno raccolti per bocca di Tyreese (che non ha potuto menzionare il tentativo di soffocamento di Judith nell’episodio “Inmates” e la flagellazione del povero coniglio, non avendoli visti).

  16. Bell’episodio, anche se non è stato il pugno nello stomaco che volevano fosse. Questo è imputabile alla scarsezza dei dialoghi. Puoi mettermi tutte le scene d’effetto che vuoi, puoi uccidermi tutti ma se non sai scrivere dialoghi decenti le scene parlate saranno sempre ridicole.

  17. Sono in dubbio se parteggiare per Caterina o per Pukka Naraku a proposito della questione bambini. Di certo, spesso non sono trattati bene nelle serie tv, ma in Walking Dead si muovono in un contesto atipico per cui ci sta che possano essere fastidiosi, dannosi o con atteggiamenti insoliti (che poi a me psico Lizzie piaceva proprio perché aveva un punto di vista diverso, anche se poco condivisibile, della questione zombie).

    Quanto a Carol, mi sa che io e il DrWolf non siamo poi tanto discordanti. Carol sa che bisogna comportarsi da “duri” e, appunto, i duri non conoscono la tenerezza (con buona pace del Che che predicava il contrario) e sanno essere cattivi quando serve.

    P.S. x theCrash79 : continua a commentare qui e anche le altre serie e puo’ darsi che ti scrivo l’ articolo ! 😀

  18. Grazie per i complimenti, troppo buoni 🙂
    Sulla questione bambini:
    come Winny trovo sempre molto interessanti in The Walking Dead, i punti di vista diversi dalla maggioranza sulla questione zombie. Come il caso di Lizzie, ci offrono materiale per riflettere sull’epidemia altrimenti avremmo una semplice serie post- apocalittica con una buona dose di action senza il livello più profondo.
    Quindi anche se sono d’accordo con Caterina sulla questione bambini/serie tv, The Walking Dead fa eccezione secondo me, anche se non vi nascondo che Carl qualche volta mi ha dato sui nervi 😛

  19. Volendo estrapolare in maniera molto molto azzardata (e sicuramente fuori dalle intenzioni di Lizzie e degli autori stessi), il punto di vista della psico bimba si può allacciare al discorso di Ruth al protagonista di “Io sono leggenda” di Richard Matheson. In un mondo dove tutti sono vampiri, chi e’ il mostro ? L’unico non vampiro. Analogamente, se tutti diventano walkers, perché non vedere in questi la normalità e divenire uno di loro ? Certo, Lizzie non la intendeva così, ma appunto sto partendo per la tangente 🙂

    P.S..: cmq, complimenti a Maura anche perche’ questa recensione sta diventando tra le più commentate di sempre ! 😀

  20. Si winy, hai ragione, e questi dovrebbero essere gli argomenti portati avanti dallo show tra budella e cervelli. Cose è l’uomo quando giunge al limite, quando deve essere così duro da uccidere suoi familiari, bambini, vittime innocenti di una epidemia? E poi gli Walkers, sono coscienti? Sentono? Hanno una qualche umanità rimasta in loro? Sarebbe bello vedere in una futura stagione, un protagonista zombie…

  21. @DrWolf: anche io sono per “l’azione quando necessaria, ma non sempre”, non a caso sto amando queste puntate di questa seconda metà di stagione. Ma, secondo me, la 3° stagione resta quella con il maggior equilibrio tra azione e introspezione della serie, giocandosela con questa quarta stagione. Togliendo dall’equazione per un attimo la prima stagione (perché ancora troppo acerba, con un numero di episodi esiguo e bla bla bla), la seconda stagione per me è il punto più basso della serie. Dopo una prima stagione buona, ma zoppicante, ci si aspettava una bella ripresa, ma, purtroppo, dopo una buonissima premiere on the road ed un secondo episodio ancora convincente, c’hanno ricamato davvero TROPPO sulla ricerca di Sophia…Dio mio, due coglioni a terra grossi così! XD
    Nella seconda metà la situazione si riprende un po’, ma è indubbio che trarre una stagione di 13 puntate su una parte di fumetto che ricopre MEZZO volume (e sottolineo MEZZO) non è scelta saggia…il materiale era poco e si è visto.
    @Caterina: che c’è di male nell’immagine di Carl col budino al cioccolato? Dopo tanta sofferenza, dopo aver mostrato nella stessa puntata come Carl abbia perso oramai la sua adolescenza (l’immagine di lui che entra nella stanzetta del ragazzino, e per un attimo gli brillano gli occhi alla visione di tv e console/dvd, per poi tornare coi piedi per terra e prendere il cavo attaccato dietro la tv per legare con sicurezza la porta dell’abitazione è emblematica), che c’è di male nel fargli prendere un attimo di relax nel gustarsi un pizzico di quell’adolescenza perduta? E si lamentano e si lamentano, e diventano cecchini e diventano cecchini, vogliono fare gli adulti e vogliono fare gli adulti, ma poi ci si lamenta anche quando fanno i bambini, a sto punto mi chiedo come debbano comportarsi i poppanti in questo show! XD

  22. @PukkaNaraku secondo me, la serie in cui il personaggio bambino è stato gestito meglio è Utopia, lì davvero l’infanzia e una situazione apocalittica riescono a convivere in modo positivo e non forzato. Sarà che la serie mi ha stregato, ma il personaggio di Grant è stato uno dei pochi bambini, che ho adorato in televisione. é forte psicologicamente, ma anche fragile, è figlio del sobborgo in cui è cresciuto, quindi abituato a prendersi cura di se stesso e a fregare gli adulti, scurrile per difesa, ma ha anche l’immaturità dei suoi 11 anni, che hanno visto molte cose, ma mai una serie di omicidi, come quella in cui si trova dentro. Io credo ci voglia un buon bilanciamento tra, la semplicità e l’innocenza della giovane età, e una carattere unico, come quello di tutti i personaggi. Ok far vedere la lamentela, e i piagnistei, ma poi i bambini sono persone, con un loro carattere… in questo TWD e ripeto moltissimi altri show, sono troppo facilmente spinti a caratterizzarli nel medesimo modo.

  23. Il punto è che, il contesto di TWD, permette, almeno all’inizio, necessariamente quel tipo di approccio. Ma poi non vedere la crescita di Carl, così come le stesse Mika e Lizzie, significa voltarsi volontariamente dall’altra parte. Perché Carl, a parte lo sfogo post prigione (LECITISSIMO), non lo sento frignare dalla fine della seconda stagione, anzi, l’ho visto più volte fare la ramanzina al padre! XD
    Idem per le bambine, anzi, loro non le ho mai viste frignare. Quindi…di che parliamo?

  24. Di “The Walking Dead” eliminerei totalmente la terza stagione e la battuta finale di Rick nell’ultimo episodio della quarta (è quasi riuscita a farmi dimenticare quanto mi è piaciuta l’intera stagione..)
    Per il resto, inarrivabile la prima sotto la guida di Frank Darabont.

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