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The Terror e l’orrore della verità – Recensione della serie di AMC disponibile su Amazon Prime Video

È ben noto ad ogni cinefilo come Apocalypse Now, l’indimenticabile capolavoro di Francis Ford Coppola, sia liberamente ispirato a Cuore di Tenebra di Conrad. L’iconica figura di Marlon Brando che nel buio ripete le ultime parole del colonnello Kurtz riprendono l’analoga scena del racconto, ma ha fatto dimenticare che il romanzo dello scrittore polacco non si chiude con la morte della sua figura più importante. Nella scena conclusiva Marlowe ritorna a Londra per consegnare alla devota fidanzata di Kurtz i suoi ultimi scritti e, di fronte alla richiesta di lei di saper dettagli sulla morte dell’amato, il narratore inventa una pietosa bugia prima di fuggire terrorizzato dall’eco di quel sinistro “l’orrore, l’orrore”. Perché non c’è niente che faccia più paura della verità che Kurtz ha trovato. Di quella stessa verità che i protagonisti di The Terror devono fronteggiare.

The Terror recensione
Recensione di The Terror: Serie TV di Amazon Prime Video

Una apocalisse di ghiaccio per mostrare la natura umana

Tratta dal romanzo omonimo di Dan Simmons, The Terror prende spunto dalla vera spedizione effettuata nel 1845 dalla Terror e dalla Erebus per la ricerca del Passaggio a Nord Ovest che avrebbe consentito di raggiungere l’Oceano Pacifico dall’Atlantico attraversando il Circolo Polare Artico. Sebbene fossero l’orgoglio della marina inglese e avessero scorte sufficienti per tre anni ed un equipaggio in cui non mancavano gli esperti di navigazione fra i ghiacci, la spedizione fallì tragicamente e dei 130 uomini non furono ritrovati che poche sepolture e vaghe tracce, mentre i relitti ancor ben conservati delle due navi sono stati scoperti solo nel 2012. Paradossalmente, proprio i soccorsi inviati a cercare la missione scomparsa furono in grado di trovare il Passaggio a Nord Ovest rendendo macabramente fruttuoso il sacrificio estremo della Terror e della Erebus.

Con un finale già scritto dalla storia, la serie non può raccontare una storia misteriosa per cui si limita ad aggiungere solo un elemento soprannaturale che è tuttavia funzionale al vero scopo degli autori. Perché il feroce Tuunbaq sfuggito al controllo dello sciamano Inuit accidentalmente ucciso è solo una delle diverse maschere che indossa il più spaventoso avversario dei protagonisti della serie. E quel nemico non è altro che la solitudine dell’uomo di fronte alla sua più profonda natura. E il terrore di scoprire che il riflesso nello specchio ha un volto tremendamente sconosciuto e tragicamente più sincero di quello fin troppo noto.

Se, come insegnava Hobbes, homo homini lupus est e solo il contratto sociale con le sue regole condivise può frenare gli istinti primordiali, che cosa succederebbe se questa scrittura privata venisse stracciata? Quel che la giungla profonda era per Kurtz, quel che l’isola deserta era per i collegiali del Signore delle Mosche di William Golding, questo diventa l’assordante silenzio dei ghiacci artici per i membri della spedizione. Il crollo lento ma inesorabile di ogni argine. La drammatica valanga che spazza ogni diga e lascia l’uomo di fronte alle sua più ancestrale paura: la morte.

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The Terror
Recensione di The Terror

Tanti peccatori quante assoluzioni

The Terror diventa allora una serie a cui non interessa raccontare la storia della spedizione perduta guidata dai capitani John Franklin e Francis Crozier e a cui nemmeno importa più di tanto chiarire l’origine del misterioso Tuunbaq. Ma è piuttosto un illuminante trattato su cosa ogni uomo può diventare quando è costretto a confrontarsi con una solitudine estrema che ha come unica via di fuga una morte sicura e ineluttabile. Il passare inesorabile dei giorni logora lentamente ma inevitabilmente la fede degli uomini negli ufficiali, sgretola con maligna costanza la solidarietà che dovrebbe unire chi affronta le stesse difficoltà, cancella con imbattibile tenacia ogni amicizia e fratellanza, trasforma con feroce determinazione il tuo simile in un oggetto inanimato che può essere usato se e quando serve o distrutto se inutile. The Terror rifugge da retorici eroismi o facili condanne riuscendo a tratteggiare personaggi completi le cui azioni anche più malvage perdono il marchio di infamia perché dettate da condizioni estreme che cancellano ogni semplicistica morale.

La superficialità a tratti spocchiosa del troppo confidente capitano Franklin è la causa prima che porta le due navi verso la tragedia, ma diventa anche l’ancora salda che frena il deragliare degli uomini verso la perdita di ogni regola. La vanità costante del capitano Fitzjames lo rende bersaglio primario delle antipatie istintive di quello stesso spettatore che finirà per piangere la morte sacrificale di chi ha saputo scegliere il momento in cui togliere la maschera. Il silenzio scostante del dottor Stanley si rivelerà essere il velo di Maya dietro cui nascondere la perdita della speranza che porterà ad un rogo fatale. La follia strisciante che si impossessa di Collins è quella dell’uomo che è sceso in un regno inesplorato e vi ha trovato i mostri generati dal sonno della ragione. La fredda spietatezza di Hickey è il frutto malato della caparbia volontà di avere una nuova vita da cui ricominciare cancellando la vecchia fatta di umiliazioni e sofferenze.

Ogni cosa finisce per toccare il suo opposto e nel bagliore accecante dei ghiacci è facile perdere di vista i concetti di colpa e peccato ed anche il peccatore può essere assolto pure se se non ha chiesto alcuna redenzione.

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The Terror S01
Recensione di The Terror: Serie Tv di Amazon Prime Video

L’eroismo della normalità

Ciò che The Terror insegna, infine, è che in condizioni estreme il vero eroismo è essere normali. È dimostrare che quelle regole del vivere civile non le si rispettava per obbligo imposto, ma per scelta convinta. E allora eroe diventa chi semplicemente continua a essere sé stesso perché non si lascia deviare dalle mille ragioni che consiglierebbero di fare come gli altri che barattano un giorno di vita in più con la pulizia della propria coscienza.

Eroe è il mite Jopson che salva il suo capitano dall’alcolismo e fino alla fine si preoccupa solo di svolgere al meglio il suo dovere persino nel delirio ultimo. Eroe è il timido Goodsir che mantiene fede ad un ideale giuramento di Ippocrate facendo di sé stesso la cura ultima per la malata follia che ha invaso i suoi compagni avvelenandoli col suo stesso corpo offerto come un agnello sacrificale. Eroe è l’indomito Blanky che affronta il Tuunbaq perché questo è il suo compito e si lascerà attaccare dal mostro per agevolare la fuga dei suoi compagni irridendo la morte perché sa di non aver più nulla da temere. Eroe è, infine, il capitano Crozier che ha condotto i suoi uomini fin dove ha potuto perdendoli tutti, ma accettando la colpevole sconfitta e di espiare la sua colpa imponendosi una morte fittizia che rispecchi quella che sente dentro.

Se The Terror riesce a comunicare tutti questi messaggi è merito soprattutto di un cast che eccelle in ogni suo personaggio. Se la prova eccellente di Jared Harris nel ruolo di Crozier è un riflesso delle capacità già mostrate altrove, sorprende positivamente Tobias Menzies che rende ottimamente la metamorfosi del suo Fitzjames. Ma invero ogni membro del cast si dimostra all’altezza del ruolo affidatogli al punto che diventa spontaneo elogiare allo stesso modo un veterano come Ciaran Hinds (Franklin) e dei quasi debuttanti come Adam Nagaitis (Hickey) e Paul Ready (Goodsir). Impreziosisce il tutto anche la fotografia che restituisce la vastità degli spazi artici nelle loro opposte tonalità, dalla fredda oscurità delle notti polari al colore inatteso delle aurore boreali, dai limpidi riflessi della luce sui deserti di ghiaccio alla grigia opacità dei deserti pietrosi dove si consuma il drammatico epilogo.

Sebbene la povertà degli effetti speciali rovini alcune delle scene che dovrebbero essere più drammatiche, The Terror resta una serie che va assolutamente recuperata. Perché insegna che l’orrore che Kurtz aveva trovato nella giungla africana è il cuore di tenebra che portiamo dentro anche tra i ghiacci del Polo Nord.

Winny Enodrac

In principio, quando ero bambino, volevo fare lo scienziato (pazzo) e oggi quello faccio di mestiere (senza il pazzo, spero); poi ho scoperto che parlare delle tonnellate di film e serie tv che vedevo solo con gli amici significava ossessionarli; e quindi eccomi a scrivere recensioni per ossessionare anche gli altri che non conosco

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