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The Strain: Recensione dell’episodio 2.03 – Fort Defiance

Pensate a quanto ci saremmo persi, se Guillermo del Toro non avesse insistito con il suo ambizioso progetto di una serie come The Strain. Pensate a quanti vampiri, quanta azione, quante trame interessanti e personaggi unici non avrebbero mai visto la luce se lui non avesse persistito, se non avesse creduto nelle potenzialità di una serie horror tanto audace. Perché è quello che è, The Strain, più di tutto il resto: è una serie audace. Nulla è troppo, nulla è tabù, e quando sembra che un limite sia stato posto, che non ci sia un’ulteriore linea da oltrepassare, ecco che Del Toro sorride (sotto i baffi) e ci fa ricredere.

the strain_203_2La seconda stagione non perde più tempo a interessarsi a episodi esplicativi, si lancia invece nell’azione e da essa trae la sua forza. Anche se effettivamente non sembra succedere nulla di ‘eclatante’ in questi quaranta minuti, sono comunque dei minuti in cui non si riesce a staccare gli occhi dallo schermo. Merito di scene studiate, meticolose, una camera da presa che si muove con il lento ritmo dei dialoghi e dei personaggi. Fondamentali i ruoli di Setrakian e di Ephraim, che viaggiano su due binari paralleli ma in direzioni diverse. Ephraim fallisce nel suo tentativo di spiegare al figlio la gravità della condizione del virus vampiresco. Credo che abbia ragione Nora nell’affermare che il bambino prenderà sempre le parti di sua madre, non importa se la ragione lo spingerà a pensare altrimenti. Qui c’è da chiedersi quando (perché è solo questione di tempo) il bambino finirà con il fare qualcosa di stupido, come appunto fuggire a bordo di un autobus nella speranza di non essere beccato. Che poi, dove pensava di andare, a fare una scampagnata in montagna con la mamma demoniaca? Sai che allegria il pranzo a base di sangue umano! Prima Eph prenderà in mano la situazione, prima impedirà al ragazzino di fare qualche sciocchezza.

Setrakian, al contrario, con il pericolo ci va a nozze. Finalmente scopriamo come ha fatto a restare così arzillo per tanti anni, senza apparentemente mai perdere la forza necessaria per cacciare gli strigoi. E’ una verità sconcertante, non lo si può negare, e probabilmente siamo scioccati quanto Nora nello scoprire che il suo segreto risiede nella liquefazione dei vermi, iniettati tramite gocce nel bulbo oculare. E’ una scelta discutibile, quella del vecchio professore, eppure non si può fare a meno di riflettere sulle difficoltà che deve aver comportato l’arrivare a prenderla.

the strain_203_3Mentre Setrakian rischia la morte e Eph partecipa ad una puntata di ‘S.O.S. Tata’, poco (troppo poco) tempo viene dedicato a Vasili e Dutch che, dopo un po’ di sana attività fisica in piscina, si improvvisano detective, sulle tracce dell’ex compagna di stanza di Dutch. Ora, al di là dell’imbarazzante bacio di Vasili, è evidente che la relazione tra Dutch e la sua ex compagna di stanza fosse tutt’altro che platonica e penso che sia alquanto ambiguo pensare alla ragazza come una nuova fidanzata perfetta. Critiche a parte, i due sono fantastici come coppia e adoro il loro sventolare in giro ‘abbiamo fatto sesso e voi no’ come se non ci fosse un domani. Dopotutto, è l’apocalisse: magari il domani non ci sarà davvero!

Alquanto interessante anche la parte di Eldritch, che prova di essere pieno di risorse. Non che ci sia mai stato simpatico, ma inizia ad essere catchy l’intera storia legata a lui. Non è più una semplice marionetta, non è più soltanto il mezzo per un fine, è ormai una creatura a parte, qualcuno che può e prova di potersi difendere da un attacco, anche vampiresco. E’ anche evidente che lo stesso Eldritch Palmer sia ormai una minaccia, una che va contenuta con ogni mezzo necessario, come l’attacco dimostra.

Formidabile, infine, è la parte dedicata alla consigliera Justine. Sarà che mi ispira moltissimo vedere le donne in posizioni di potere, con la capacità e l’autorità di fare qualcosa, ma la parte a lei dedicata è davvero interessante. A modo suo, la donna prova che non sono gli uomini, neppure il capo di polizia, quelli in grado di risolvere una situazione critica come quella dei vampiri a New York. Anche se brusca e forse troppo sanguinosa è la scelta di esporre i cadaveri appesi ad una rete metallica, credo che sia una scelta audace, proprio come il resto della serie. Un promossa a pieni voti per Justine!

Un episodio che continua sulla scia dell’ottima seconda stagione di questa serie horror, sapendo ben dosare i momenti di calma, quelli introversi e le semplici ma efficaci scene d’azione. Ma siamo parlando di Del Toro: qualcuno aveva ancora dei dubbi?

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Kat

Cavaliere della Corte di Netflix e Disney+, campionessa di binge-watching da weekend, è la Paladina di Telefilm Central, protettrice di Period Drama e Fantasy. Forgiata dal fuoco della MCU, sogna ancora un remake come si deve di Relic Hunter.

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