
The Shannara Chronicles: Recensione dell’episodio 1.03 – Fury
Fermi un attimo. Torniamo indietro.
Lasciamo per un attimo la Furia a sbraitare sugli scogli e cerchiamo di fare chiarezza alle troppe critiche che sono arrivate nella visione del pilot di “The Shannara Chronicles.” Partiamo dall’inizio, cercando di capire il perché un racconto fantasy sia stato adattato per un pubblico “young adult” ma, in questo caso, soprattutto young.
Negli anni in cui Terry Brooks inziò a pubblicare (1977), solo una fetta di lettori ben precisa seguiva il genere fantasy (ragazzi fino ai 24 anni). Grazie ovviamente al contributo di pilastri del fantasy come Tolkien e la Rowling, la fascia di età si è notevolmente ampliata, facendo entrare nel range qualsiasi età, toccando persino le fasce adulte. I romanzi di Terry Brooks, di cui io durante le scuole medie ero un fan sfegatato, erano quindi mirati a un target “young” o “teen” come piace chiamarlo a voi. Di che cosa ci lamentiamo quindi se la scelta degli autori è stata quella di usare attori palestrati con tagli di capelli hipster e abiti da fare invidia alla fashion week di Milano? Capiamoci, sono uno dei primi delusi del telefilm in quanto non appoggio per niente questo taglio troppo moderno e di “nicchia”.
Anche io durante la lettura de “La Spada di Shannara” mi ero immaginato un Allanon molto più simile a un Aragorn del Signore degli Anelli e non a un Assassin’s Creeds con una pettinatura da teenager. D’altronde, se ci pensiamo, Terry Brooks aveva iniziato a scrivere grazie alla lettura del romanzo di Tolkien e non è quindi strano se il suo primo romanzo ricalchi le avventure di Frodo nella Terra di Mezzo. Ma non c’è niente da fare, i fans come me del genere dovranno arrendersi al taglio di
Fate ripartire la Furia ora.
Con un paio di artigliate il Demone riesce ad uccidere la zia Pyria e a ferire gravemente Allanon, ma basta un attacco furioso del Druido in slow motion per eliminare del tutto la Furia. Fosse veramente così facile servirebbero solo degli abili spadaccini, senza ricorrere a viaggi epopeici per sanificare un seme magico. E come se non bastasse il Druido ferito e in fin di vita ecco che arriva la razza più detestata dalle Quattro Terre, i Nomadi che pensano bene di rapire Amberle e Will. I Nomadi sono dipinti da Brooks
Con Allanon di nuovo fresco e riposato il viaggio dei nostri tre protagonisti può proseguire, passando per una fattoria devastata dall’attacco di una Furia, con tanto di contadini appesi a sgozzare. E qui facciamo la conoscenza di un altro protagonista del telefilm, Bandon, rinchiuso e incatenato dai suoi genitori per motivi ancora ignoti. Senza voler fare spoiler e senza anticipare niente, bastano solo le parole di Allanon (“non riesco a leggere la mente di questo ragazzo”) per capire che il plagiato elfo avrà, oltre che un ruolo principale nel telefilm, anche qualcosa di speciale che aiuterà Will e Amberle nel loro viaggio. La puntata si conclude con il ritorno del quartetto ad Arborlon e con la successiva prova di Amberle per scoprire se è o meno degna e all’altezza di salvare Eterea. Sono cadute solo poche foglie dall’albero che tiene chiusi i demoni nel reame chiamato Divieto, ma le poche che sono cadute hanno già mietuto parecchie vittime nelle Quattro Terre. Riuscirà Amberle
Terza puntata di una serie che è partita con un vistoso “buuuu” del pubblico con successivo lancio di imprecazioni e oggetti come protesta. Questa puntata riesce tuttavia a tenere un buon ritmo e a creare curiosità in quel misto di discorsi senza senso e cattive interpretazioni. Riuscirà la trama a non deludere per lo meno le aspettative di un telefilm che poteva fare onore al grande scrittore quale è Terry Brooks?
Su tutte le Furie, stiamo tuned.
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