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The Path: Recensione dell’episodio 2.01 – Liminal Twilight

La prima stagione di The Path con i suoi difetti e stranezze mi aveva, nonostante tutto, piacevolmente sorpreso. Non tanto per la tematica, abbastanza inflazionata – nella letteratura e nella cinematografia si parla e si è sempre parlato di culti più o meno strampalati- ma soprattutto per il modo in cui Jessica Goldberg  aveva deciso di raccontarla, dall’interno e senza giudizio. Ponendo lo spettatore in una situazione di dubbio costante:  gli adepti del movimento sono tutto sommato degli invasati e nulla di più? Ma i sogni lucidi che significato hanno? E via così, con infinite domande?

L’unico apparentemente libero da condizionamenti “religiosi” sembrava Cal. Ben definito dal povero Silas come un “venditore alcolizzato”, concentrato con tutte le sue forze a diventare il leader carismatico del movimento, costi quel che costi, anche a scapito di altre vite.
La premiere di The Path riprende praticamente le fila continuando la narrazione da dove l’aveva lasciata e l’impressione generale, dopo i primi venti minuti dell’episodio è che non stia guardando una premiere.
La storia ruota sempre sui stessi nuclei narrativi, rappresentati da Eddie, ormai fuori dal movimento, Cal e Sarah. Forse la novità maggiore la riserva proprio quest’ultima che troviamo improvvisamente piena di dubbi; la separazione con Eddie ormai ritenuto un nemico dal movimento e la scoperta delle bugie di Cal la portano a dubitare di tutta la sua vita.
Uno dei momenti topici dell’episodio è la rivelazione dell’omicidio di Silas che però appare veramente e ingiustificatamente anti climatico. Perché non sfruttare questo momento così importante nel finale della scorsa stagione, quando c’erano i giusti tempi per sfruttarlo?
Teniamoci questa domanda senza risposta per ora, sperando che la storyline di qui in avanti ci dia delle ragioni valide per questa scelta.

The path

In generale però, ho notato un peggioramento della fattura di tutto il prodotto, oltre a girare intorno alle solite storie senza apparentemente aggiungere nulla di nuovo, anche dal punto di vista meramente tecnico The Path risulta un po’ carente. Una regia e una fotografia abbastanza standard si unisce a una recitazione che appare un po’ peggiorata rispetto alla prima stagione. Tutto sembra un po’ superficiale, ma è anche vero che le premiere come i pilot necessitano di una sospensione di giudizio, viste le necessità introduttive.

Nota positiva o comunque, innovativa è la rivelazione, anche questa molto telefonata, della vera natura di Eddie
.
Qui Jessica Goldberg ha fatto una chiara scelta narrativa dalla quale, dubito potrà tornare indietro. Si inserisce, infatti, una vera componente mistica. Ci viene detto che il Meyerismo forse non è solo fumo negli occhi ed Eddie è il prescelto dalla “luce” per essere il vero leader carismatico del movimento. Colui che ha voltato le spalle a tutto e che ha mostrato una razionalità e non una cieca obbedienza alle regole assurde dei seguaci.
Non è tanto il sogno rivelatore a dare una svolta alla storia, ma bensì proprio il tatuaggio spuntato sul corpo di Eddie a farci fare qualche domanda su tutto.

Parallelamente a questo, anche l’indagine sulla morte violenta di Steven, porteranno senza dubbio ben presto Cal alla resa dei conti.

In conclusione una premiere in pieno rodaggio, con qualche spunto interessante e diverse potenziali storyline da approfondire. Tutto sta nella coerenza narrativa che la showrunner riuscirà a a dare alla storyline orizzontale della serie.

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Maura Pistello

Fondatore/ Admin Giornalista pubblicista Serie tv dipendente, accanita lettrice, amante del cinema e dell'arte

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