
The Night Manager: Recensione dell’episodio 1.05 – Episode 5
La guerra è fatta per chi la osserva. (Hugh Laurie)
Questo è il commento di Roper, guardando lo spettacolo pirotecnico di armi da fuoco danzare a suoni di mitragliate e bombardamenti sul “vuoto” villaggio vicino a Porto Sicuro. La guerra non è fatta per chi “suda con il sughero tra i denti” né per chi lotta per i propri diritti, la guerra è fatta per far girare l’economia, finanziare e oliare meccanismi di mercato così sporchi da imbrattare tutto quello che toccano.
In questo quinto episodio di The Night Manager si entra nel vivo dell’azione, si abbandona la residenza di Maiorca per andare sul campo di battaglia per concludere questo giro di affari che vede improvvisamente Jonathan come protagonista. Lo scenario è un villaggio a 300 km dal confine siriano, gli addetti allo spettacolo dei mercenari e veterani di guerra, gli unici a capire che il vero profitto della guerra è la possibilità di ricavarci soldi. E quando il sole scende e gli spettatori sono seduti comodi su una collina lontana dal palcoscenico, ecco accendersi nella notte i fuochi della morte, in uno spettacolo così macabro e crudo da far sorridere solo i pochi sadici seduti su quelle sedie.
E mentre il napalm illumina la notte e Jonathan recita a memoria schede di inventari con un pizzico di poesia, Roper inizia a leccarsi le dita per iniziare a contare quei sporchi soldi che questa prima teatrale ha portato. Magistrale anche in questo episodio Hugh Laurie, il quale non ha perso lo smalto in questi anni da “astinenza” dal piccolo schermo, riuscendo a salvare quello sguardo e quella elegante freddezza che lo portavano ogni giorno a imbracciare quel bastone per claudicanti in Dr. House. Silenzioso e sempre impassibile è invece l’antagonista del sadico milionario, che riesce però in questa puntata a farsi amare anche da chi non gli dava una lira nel suo ruolo. Pine è riuscito a far cambiare schieramento a Jed, portandola a sussurrare all’orecchio di Roper una storiella falsa e al limite della credibilità per far fuori dai giochi Corky, etichettandolo come la talpa dello staff.
Ma prima che l’operazione venga chiusa c’è ancora il tempo per dare l’affondo finale, fermando il convoglio diretto in Siria e smascherando il traffico d’armi di Roper. Il milionario però non è solo un abile mercante ma un prestigiatore che riesce a far svanire tutta quella soddisfazione che era già nei nostri volti alla vista del convoglio fermato dalla polizia, lasciandoci a bocca aperta e facendo svanire le ultime possibilità di smascherarlo. Incredula e atterrita da questo ultimo affondo a vuoto negli affari di Roper, Angela sa bene che d’ora in poi Pine dovrà continuare da solo, solitario in mezzo a quel campo minato che è lo stare vicino a Roper.
Con Corky fuori gioco e il dubbio di Roper affievolito dalla vittoria contro la polizia, Pine avrà solo una puntata per far mostrare il fianco al milionario, trovando così l’occasione per farlo fuori. Senza l’appoggio da Londra e con la fiducia di Angela ridotta ai minimi termini, Pine potrà fare affidamento solo su Jed, in uno scenario a lui fin troppo familiare.
Si torna al Cairo, si torna all’hotel Nefertiti, si torna all’inizio di tutto. Si torna a rivivere i momenti della morte di Sophie, ma questa volta dentro quella camera c’è Jed. Ce la farà Pine a restare nell’ombra dalle sue conoscenze e ad arrivare in tempo per salvarla e mettere dietro le sbarre Roper?
La puntata è esplosiva (in tutti i sensi) e lascia l’amaro in bocca solo per il finale che si collega al pilot. Con questo episodio sono stati saziati anche chi lo ritenevano troppo statico e lento. Riusciranno a chiudere il telefilm con il botto, sperando sia solo per i festeggiamenti?
Stay tuned.
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