
The Musketeers: Recensione episodio 2.02 – An Ordinary Man
Abbiamo la bandana di Porthos, la sciarpetta di Athos e le bretelle di Aramis… che D’artagnan sia ancora troppo fresco di nomina per guadagnarsi un capo di vestiario spregiudicato?
Torno con somma gioia a recensire il telefilm che fa uso smodato di chilometri di cuoio, di bottoni insensati, di pelli cangianti (bella giacchetta Rochefort), di petti esposti e di corsetti strizzanti. E di locations che da sole valgono tutto il telefilm. Ma che cos’era la chiesa dove è stato battezzato il baby delfino? E quella gola circondata da colonne di roccia dove i banditi si sono accampati? Per non parlare dei cavalli neri con gli zoccoli puffosi e le criniere al vento. E’ una tale gioia visiva che a volte mi distraggo così tanto che non ho idea di cosa stia succedendo e sono contenta lo stesso.
Non che ci sia troppo da arrovellarsi sulla trama, come ben sappiamo. Il pretesto questa volta è così classico che fa venir voglia di sorridere fino a farsi venire i crampi alla faccia. Il re vuole divertirsi, vuole sperimentare un po’ di ruvida vita dello straccione parigino, convinto che sia tutta forti emozioni, vino, donne e divertimento. Acchiappa i vestiti del primo che passa per strada e con i fidati moschettieri si infila in una taverna puzzolente a giocare a carte e a guardare gli altri che fanno a botte. E’ ovvio fin dal primo secondo che tutto andrà storto, ma che gli tocchi si essere rapito e partire come schiavo su una nave spagnola è il massimo della sfiga.
La trama, come la premessa, segue il più classico degli svolgimenti. A D’Artagnan tocca la parte della paziente scorta, costretto a fare da guardia del corpo e a tradurre la realtà per un re che non ha idea di cosa succeda fuori dal suo castello. C’è posto per un po’ di botte, chiacchierate sincere, ravvedimenti, popolani volenterosi con la scritta “morto” in fronte e slanci democratici che ovviamente sfoceranno in nulla di fatto una volta recuperato il controllo della parrucca boccolosa.
Tutto bene, se non fosse che lo svolgimento viene un po’ arzigogolato da gente che va e viene portando messaggi, cattivi veri o presunti che decidono di
Il premio “scena da esaltazione totale” lo vince D’Artagnan che, per vendicare il suo amico morto valorosamente, sfila a mani nude (speriamo che la sciarpetta sia intatta) la spada dell’assassino che lo carica a cavallo, per poi impiantargliela nella trippa con fluidi movimenti da applauso.
Rochefort guadagna un taglio di capelli moderno e un filo in più di credibilità, mentre cerca di allungare le sue manone sulla regina Anna e promette di creare scompiglio sotto gli occhi di Constance. Non sarà il Cardinale ma per ora come cattivo ci piace. Ed infine ci godiamo un po’ di Aramis che sospira scoprendo inaspettati e incontrollati desideri di paternità… quanto gli ci vorrà per mettersi davvero nei guai?
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2.02- An Ordinary Man
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