
The Mentalist: Recensione dell’episodio 5.10 – Panama Red
Siamo giunti alla pausa invernale della quinta stagione di The Mentalist e dopo dieci puntate vediamo di tirare un po’ le somme a questa serie che sta spopolando anche sulle reti locali italiane. Procediamo per tematiche e analizziamo i progressi e i regressi di questa stagione:
-Trama
La quarta stagione era finita con l’uccisione del capo della polizia Luther Wainright per mano di Red John riuscendo ad ingannare persino l’astuto Patrick Jane che aveva messo a repentaglio la sua reputazione con il CBI, sprofondando nell’alcool e nella desolazione. La quinta stagione tratta a spezzoni la redenzione del personaggio di Lorelei che, grazie a Patrick, sta lottando internamente per riuscire a fidarsi del mentalista convincendosi che Red John è solo un manipolatore con cattive intenzioni. Mi piace abbastanza la continuità che stanno dando alla trama di “Red John” in questa stagione, negli altri anni passavano addirittura una decina di puntate senza parlare del serial killer. Anche in questa puntata, seppur in poco tempo, si vuole creare il collegamento con la voglia smaniosa di Patrick di scoprire, attraverso una piccola rubrica di suoi incontri, in che occasione può aver stretto la mano a Red John.Molto bella è la puntata in cui Patrick deve liberare Lorelei e inscena un auto-rapimento riuscendo ad assicurarsi una forte alibi riguardo l’evasione della ragazza.
-Evoluzione dei personaggi
E qui a parer mio sta la pecca più grande di questa stagione; i protagonisti. Gli altri componenti del Bureau non sono per niente coinvolti nei casi e vengono usati da pedine e collegamento per far si che Patrick possa sempre risolvere gli omicidi, non hanno mai idee brillanti né riescono mai ad aiutare nello sbrogliamento del caso. In queste ultime puntate addirittura Van Pelt non la vediamo mai alzarsi dalla sedia dell’ufficio (è addirittura ingrassata!) e Lisbon non fa altro che correre dietro a Patrick senza partecipare attivamente durante la puntata. Solo Cho in questi ultimi episodi lo vediamo coinvolto in una proposta di lavoro interessante ma dopo questo, questa settimana, tornerà ad occupare la posizione da soprammobile nel dipartimento. Gli autori potrebbero di sicuro usare la vita dei personaggi e i loro problemi facendoceli piacere di più riuscendo magari a creare delle piccole
–Casi
I casi in The Mentalist sembrano voler toccare sempre tematiche nuove focalizzandosi su situazioni e delitti sempre complicati e ingarbugliati, ma a volte si vede proprio che la fantasia manca. In questa puntata, un caso che sembrava stupefacente (appunto riguardante la droga) si è risolto in una maniera che sembrerebbe copiata da un vecchio libro giallo di seconda mano. Di sicuro i casi devono tappare i buchi nella serie per prolungare quella che è la trama orizzontale, ma fino a quando gli autori riusciranno a stupirci con idee fresche e non scontate? (vedete per esempio il vecchio di Visualize, non so quante volte sia comparso). Quello che si dovrebbe fare in questa serie che quest’anno sembra addirittura sul punto di chiudere, sarebbe quello di stringere un po’ i tempi provando a incantare di nuovo lo spettatore come aveva fatto alla fine della terza stagione (la morte
Stiamo tuned