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The Leftovers: Recensione dell’episodio 2.07 – A Most Powerful Adversary

Quando hai visto tante serie tv e hai assistito all’evoluzione di generi e stili del piccolo schermo, acquisti una consapevolezza diversa. Succede, infatti, che il 90% delle cose che vedi non ti sorprendono più; le sceneggiature si sovrappongono, i colpi di scena pure, i registri stilistici anche e così diventi uno spettatore cosciente ma a volte annoiato.
The leftoversRaramente però, capita di restare sorpresi, sbalorditi, estasiati e questo è quello che è capitato a me con The Leftovers, sin dal pilot. The Leftovers mi ha avvolto nella sua narrazione nel suo struggimento profondo facendomi immergere totalmente nelle storie dei protagonisti (capita raramente ma a volte capita e quando succede è bellissimo); in quel momento il prodotto che intrattiene diventa qualcosa di più, diventa letteratura, arte a tutti gli effetti.
The Leftovers non diventerà un cult com’è capitato a Lost e non attirerà a se masse di spettatori perché, l’abbiamo ripetuto fino alla nausea: non è un prodotto per tutti, ma per quei pochi fortunati che sono stati catturati nelle brame di questa serie, la visione di The Leftovers è ormai un’esperienza straordinaria.
The leftoversA Most Powerful Adversary è un altro spettacolare  episodio che segue Kevin in una di quelle giornate da dimenticare.
Abbandonato da Nora, assillato costantemente da Patti e quasi incastrato da John Murphy per quell’impronta lasciata sulla macchina della figlia, Kevin è in pieno esaurimento nervoso; da una parte cerca di assecondare Patti nella speranza che lo lasci in pace e dall’altra, non sa ancora chiaramente se quella visione è frutto della pazzia o meno.
A Most Powerful Adversary cerca di affrontare la schizzofrenia della quale sembra affetto Kevin da due punti di vista diametralmente opposti senza che vi siano cedimenti di trama, anzi la sceneggiatura è talmente  intelligente, fluida e incalzante che The Leftovers può anche permettersi di scherzare sulle esagerazioni di trama sciatta, l’esempio evidente lo abbiamo quando Patti spiega a Kevin la sua “finta” missione che consiste nel bere il suo sperma da una coppa egizia, cosa che era capitata anche nel precedente episodio con la teoria della lente.
The leftoversDamon Lindelof si burla un po’ di noi e dei suoi detrattori, strappando più di un sorriso in una trama tutt’altro che rilassata e divertente.
Ancora una volta si parla di fede dell’essere umano; Kevin decide di fidarsi di Virgil totalmente nonostante la spiegazione data dall’uomo appaia surreale, ma d’altronde anche la sparizione di una parte della popolazione mondiale è surreale e quindi Kevin si abbandona totalmente nelle mani del padre di John. Le sequenze finali dell’episodio sono agghiaccianti e inaspettate e rivelano un piano ben diverso dell’uomo.
E’ chiaro così che Laurie che invece aveva fornito a Kevin una spiegazione ovviamente scientifica delle sue allucinazioni, non venga invitata a tornare a casa per aiutare Kevin nella gestione di Patti, ma per prendersi cura di Jill, nel caso il piano non fosse andato in porto.
Non sappiamo cosa accadrà ora, Justin Theroux ha garantito che nello script “Kevin is dead — really, really dead”.
Justin TherouxKevin potrebbe risorgere come l’uccellino visto nel primo episodio? Oppure potrebbe diventare lui l’allucinazione di qualcun altro? Come i protagonisti di questa serie e come Lindelof siamo anche noi in un limbo, indecisi se scegliere la fede o la ragione.
Tutto ciò e’ importante, ma relativamente. Quello che conta, invece, è che ancora una volta con questo episodio abbiamo toccato livelli qualitativi altissimi, come non citare i confronti Kevin e Laurie, Kevin e Patti o la telefonata con Nora.
Un Justin Theroux intenso e struggente, un cast eccezionale che regge una sceneggiatura sempre convincente e profondamente intima in grado di scuotere veramente nel profondo lo spettatore.

Maura Pistello

Fondatore/ Admin Giornalista pubblicista Serie tv dipendente, accanita lettrice, amante del cinema e dell'arte

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