
The Leftovers: Recensione dell’Episodio 1.08 – Cairo
Quando avevo iniziato The Leftovers, avevo la convinzione che il fulcro dell’intera storia sarebbe stato ‘risolvere il mistero’, capire come mai tante persone erano scomparse senza lasciare traccia, buone o cattive che fossero. Per fortuna si tratta di uno schema molto più complesso ed articolato, in cui non è il motivo del dolore ad essere centrale quanto il modo di affrontare il dolore e conviverci. E’ questo lo scopo dei Colpevoli Sopravvissuti, come Patti racconta ad un incredulo Kevin, essere un promemoria vivente di ciò che è accaduto quando tutti sono così disperati di dimenticarsene. Vestiti di bianco per non avere distrazioni di nessun genere, nessuna sfumatura di colore, spogliati dei loro affetti e della parola, l’unica cosa che la sua setta è in grado di fare è proprio ricordare, a sé stessi e a tutti gli altri, quello che è accaduto. Non il perché, la ragione passa in secondo piano, ma chi. La rivelazione della morte volontaria da parte di Gladys, che sappiamo aver mormorato per avere pietà, negli ultimi istanti di vita. ‘E’ stata una sua scelta – dice Patti – E quando arriverà il momento, anche Laurie si offrirà volontaria.’ Molte cose ancora da capire, soprattutto il motivo di questi martiri volontaria, ma nulla inquietante quanto il martirio della stessa Patti, che si conficca nella gola un pezzo di vetro dopo aver affermato, con assoluta certezza, che Kevin non solo era in grado di capirla quando parlava della sua missione ma che era in grado di capirla perfettamente. Kevin vestito di bianco? Sarebbe divertente vederlo provare,
anche se dubito che si unirà all’allegra famigliola.
Parlando di famigliole, quella dei Garvey non potrebbe essere più divisa, ora come ora. Dopo aver passato un tempo sufficiente a deprimersi per il divorzio, Kevin introduce Nora come sua compagna, presentandola a Jill e Aimee. La cena tranquilla non ha davvero nulla di un’atmosfera tranquilla tanto che Jill perquisisce la borsa della donna in cerca di una pistola. Non contenta di intrufola anche nella sua casa, trovando la pistola in questione. Quello che probabilmente Kevin ha sempre sottovalutato è stato l’affetto che lega Jill alla madre. Dietro quella corazza di ribellione e parolacce e occhiate assassine c’era sempre una ragazza disperata in cerca delle attenzioni della donna che l’ha messa al mondo. In questo episodio raggiunge il punto limite, scoppiando letteralmente. Il litigio con Aimee la porta lontano dall’unica amica che abbia mai avuto, l’unica ancora che l’aveva tenuta saldamente insieme in un mare in tempesta che era la sua vita. Andata Aimee, sparisce quell’unico appiglio e quindi eccola dirigersi, senza nemmeno troppi problemi morali, nel posto in cui sa di poter riabbracciare sua madre – chissà se Laurie si considera ancora così. Non so ancora se si tratti di una decisione permanente o se invece sia un ultimo, disperato tentativo di avvicinarsi a sua madre. Vero è che lo sceriffo darà di matto non appena scoprirà cosa sia successo.
Ovviamente anche Kevin ha la sua dose di follia, in questo episodio. C’è da scoprire il mistero del suo sonnambulismo, che lo porta in luoghi che il mattino dopo non ricorda, magari con qualche omicidio e rapimento nel mucchio, tanto per non annoiarsi. Il legame di Kevin al sovrannaturale è innegabile – basta guardare suo padre, per averne una vaga idea, ma continua a sfuggirci la peculiarità del suo personaggio e il perché delle sue strane passeggiate notturne. L’ultima si è conclusa con un rapimento di Patti, poi uccisasi di sua spontanea volontà, non prima di qualche minaccia al povero capo della polizia. Sarebbe stato quasi meglio che la facesse fuori Dean, a questo punto. Ma l’eroe non può concedersi il lusso di agire egoisticamente, deve fare del bene anche quando si tratta di fare del male a se stesso.
Emerge con prepotenza il carattere di Meg tra i Colpevoli Sopravvissuti, che inizia ad urlare contro il reverendo quando quest’ultimo stampa uno dei volantini su sua madre. La scelta di Meg di entrare nella setta mi è sempre sembrata strana. Non in quanto sbagliata, lo saprà lei cos’è giusto per lei, ma il suo carattere era e continua ad essere troppo ribelle, poco adatto alla sottomissione e a quella assoluta rinuncia ai sentimenti che loro predicano. Continua a parlottare finchè Laurie non le da uno schiaffo, ricordandole di restarsene zitta. Inquietante poi la scena della chiesa, in cui Patti aveva preparato i vestiti per quelli che poi si scopre essere cadaveri. Creepy è dir poco.
Continua dunque la scia di misteri che circondano la città di Mapleton e i suoi abitanti. Mentre da un lato si ricorre negli stessi schemi e gli stessi eventi, dall’altro ci stupiamo sempre più del punto fino a cui i vari personaggi sono capaci di spingersi per ottenere ciò che vogliono davvero. Chi mente, chi uccide, chi si uccide, chi libera cani e scappa in una comunità, chi da alla luce il (presunto) figlio del messia. Manca tuttavia una sorta di risoluzione. Le storie continuano ad evolversi ed è un bene ma è un male che non riescano a concludersi se non dopo un ciclo molto lungo: Patti e Christina sono l’eccezione e non la regola. Viene dunque da domandarsi se una ‘conclusione’ si avrà mai, o se semplicemente tutti continueranno a sfuggire al dolore, affogando i dispiaceri in piaceri effimeri e passeggeri.
1.08 - Cairo
Creepy
Valutazione Globale
Io questo episodio l’ho adorato, perché contiene il motivo per cui ho continuato a vedere questa serie anche se in alcuni episodi ero convinta di mollare: l’originalità dei protagonisti e la difficoltà dei temi affrontati tramite un livello di scrittura altissimo. Sicuramente siamo davanti ad un prodotto non per tutti e a mio parere anche di difficile distribuzione televisiva in quanto siamo più vicini al cinema d’autore stile Jim Jarmuch. Detto questo, in “Cairo” viene svelato quello che fin dall’inizio è il vero “mistero” della serie : cosa vogliono gli omini vestiti di bianco. Per quanto possa essere condivisibile il loro scopo, sicuramente pervade ancora di più la serie di un’atmosfera di inquietudine (il creepy appunto) e tristezza profonda. Anche se secondo me ci è stato mostrato che nessuno di coloro che ha subito una perdita ha davvero dimenticato i propri cari, anzi tutte le vite dei protagonisti ha subito una svolta quel giorno, quindi i Colpevoli Sopravvissuti sono loro stessi una reazione al dolore, per quanto spogliati da tutto e unicamente dediti alla conservazione del ricordo, non hanno compreso che non esiste modo per affrontare il dolore e che questo non viene dimenticato mai. Prendiamo Nora, anche se ha ricominciato a “vivere” dopo l’abbraccio con il “santone” in questo episodio nella scena a tavola, mostra ancora le cicatrici della sua perdita. Quindi è davvero necessario vestire dei modelli ricreati degli scomparsi (non credo siano cadaveri, ma i manichini di qualche episodio fa) e piangerli per mantenere vivo il ricordo di chi non c’è più? é davvero necessario morire per rimarcare la mancanza? O forse è il sacrificio stesso una reazione al dolore? Scusate il panegirico, ma ci sarebbero tante riflessioni da fare su episodi così…
Oh mio dio… seriamente… vogliono uccidermi? Ho guardato l’80% di questo episodio con le mani strette sulla bocca e il restante con le mani davanti agli occhi! °_° Vabbè, io amo i protagonisti con il cuore buono… se Kevin avesse ucciso Patti avrei addentato lo schermo.
Cosa voleva ottenere Patti. Ovviamente sperava che Kevin la uccidesse o che lo lasciasse accadere. Solo un modo per spezzare la sua integrità? O un modo per far guadagnare notorietà ai GR, liberandosi di una figura alquanto scomoda che per ora ha sempre cercato di mantenere la pace e smorzare i toni?
E Dean? Chi è in realtà? Puzza sempre più di losco e quel “I tried” che dice a Patti è suonato davvero strano.
E le camicie e gli scarponi…? E le fosse?? Erano fosse? Santo cielo! Ma quando ha recuperato le camicie erano sue davvero o ne ha prese a caso manco della sua misura? quelle della polizia sono camicie abbastanza specifiche.
E Jill? Mannaggia… come fa a fare una cosa così a suo padre??
E Nora? Fa finta di essere “guarita”?
Megan la odio… le strapperei tutti i capelli! E se a Nora fanno ritrovare la sua famiglia tutta bella vestita e seduta a casa? O si spara lei o spara a qualcuno.
Sto telefilm sarà la mia fine =.= LO ADORO
Puntata decisamente fondamentale. Anche se si era già intuito, Patti finalmente spiega chi sono e cosa vogliono davvero i GR e ci svela pure quanto avevamo sospettato su Gladys. Lo si era anche capito dalla furia con cui i GR strappano i manifesti “Save Them” messi in giro da Matt. E Laurie è la giusta erede di Patti anche se voglio vedere come reagirà ora all’avere la figlia con se il che nega quel separarsi da tutto che predicava Patti stessa. Che fa ? La manda via ? O va via lei ?
Kevin è sempre più inquieto, pare destinato alla follia o a non riuscire a trovare mai una pace. Proprio ora che con Nora sembrava possibile una nuova vita, ecco che ti arriva prima il padre e poi Patti e Dean (anche a me quel “I tried” puzza tantissimo) e poi Jill che se ne va.
La prossima mossa dei GR (rivestire i manichini degli scomparsi e piazzarli dove ? magari in chiesa ?) sarà davvero scioccante e lascia davvero sorgere il dubbio che ci sia una regia superiore dietro di loro checchè ne dica Patti. Hanno troppi mezzi (anche economici) per essere dei volontari disorganizzati.
Ma poi… a cosa non manca molto? °_°
Ciao Lalla32, sai che secondo me quel “I tried” detto da Dean, in realtà era rivolto alle “voci”? Perché il padre di Kevin aveva detto che già qualcuno era stato mandato per aiutare, ed è proprio l’uomo dei cani.
E mentre ne parlava con Kevin, si rivolgeva alle “voci”. Quindi secondo me, sebbene si volti e sembra si rivolga a Patti, mentre dice “I tried”, credo proprio si rivolga a queste misteriose voci.
a-less, ciao! 🙂
Hai ragionissima anche tu, non ci avevo pensato. Mille possibilità tutte plausibili… °_° è anche questo il bello della serie.
Avete notato il servizio del telegiornale che Meg sta guardando nell’ufficio di Patti? Si parla di “miracolosa resurrezione” da una fossa comune trovata vuota dagli Alleati nei pressi di Daafeed o un nome simile …
Altro riferimento all’Apocalisse buttato lì tanto per gradire?
:O Devo andare a rivedermelo!
Non condivido le sole 2 stelle e mezzo. Un episodio intenso, angosciante più del solito, da 4 stelle sicuro. L’ultimo quarto d’ora è un capolavoro, l’ultimo quarto d’ora vale da solo 5 stelle ed è un emmy a Ann Dowd. Un monologo che nonostante sia lungo 10 minuti passa in un attimo da tanto è intenso, rivelatorio, commovente. Una scena di recitazione magnifica, una regia drammatica, una colonna sonora perfetta che sa cullare le emozioni, che si adatta a ogni singola parola. “We need something to live for. Something to die for.” Abbiamo bisogno di qualcosa per cui valga la pena vivere, qualcosa per cui valga la pena morire. Brividi, pelle d’oca. Difficile trattenere le lacrime quando Patti recita le ultime parole col sottofondo musicale perfetto, nonostante sia Patti, la “cattiva”, a pronunciarle. Scioccante il momento del suicidio, così brutale. La sensazione personale è di aver perso uno dei personaggi fondamentali, presentatoci come l’antagonista…la sensazione è “cavoli, mi sa che lei era l’unica che aveva capito tutto.” Grido, grido, grido ad un emmy per Ann Dowd, che corona la sua prova di grande attrice in questa serie col monologo finale di questa puntata. Spettacolare.