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The Leftovers : Recensione dell’episodio 1.05 – Gladys

Che cosa significa vivere ? Non quale sia il significato ultimo della vita, ma proprio la sua stessa definizione. Quando è che possiamo dirci vivi? Come facciamo ad essere sicuri che i giorni che passano sono stati vissuti e non semplicemente subiti? O è proprio questo dubbio la prova che si è vivi? Sono queste le complesse domande che il quinto episodio di un sempre più intenso “The Leftovers” affronta. Una serie che continua a non proporre una trama orizzontale classica, ma che, al contrario, si pregia di questa assenza per poter lasciare il tempo allo spettatore di riflettere sui difficili quesiti che pone e le molteplici risposte che propone.

TheLeftovers1x05lauriepattiDavvero vivere è anche avere dubbi; interrogarsi su se sia giusta o sbagliata la scelta che si è fatta? Un categorico no è la risposta decisa dei Guilty Remnants (GR) perché, come insegna Patti ad una Laurie sorpresa dal sentire parlare la sua maestra, “il dubbio è un fuoco che brucia e ti trasforma in cenere”. Ed in cenere i GR hanno deciso di trasformare non sé stessi, ma il proprio passato nella sua interezza e poco importa se ciò significa abbandonare non solo i ricordi dolorosi, ma anche le gioie familiari e gli affetti più sentiti. Sconvolta per il brutale assassinio di Gladys (lapidata senza pietà in una scena cruda che non nasconde nulla della sua sanguinosa agonia), Laurie sente per la prima volta il gravoso peso dell’assenza di ogni legame, della rinuncia ad ogni famiglia, del dover annullare il proprio passato. A sorreggerla interviene proprio Patti offrendole un assaggio di quella normalità a cui gli uomini in bianco hanno rinunciato. Una normalità fatta di vestiti colorati, divieti di fumare, letti comodi e pranzi abbondanti. E di chiacchiere che cancellano i silenzi e riempiono quegli spazi vuoti che il pensiero tende a riempire. Potrebbe sorprendere questa negazione della propria filosofia offerta proprio dall’intransigente Patti. Ma niente di quello che fa Patti è casuale. Come adesso Laurie, anche Gladys ha attraversato lo stesso tormento ed è stata proprio l’insolita cura di Patti a fare della defunta compagna di Laurie una delle più convinte sostenitrici del modus vivendi dei GR. Disposta persino al sacrificio di se stessa come potrebbe suggerire lo sguardo di intesa tra lei e Patti prima della terribile morte? Troppo breve la scena per poter trarre qualche conclusione, ma i GR ci hanno insegnato che un inarcare le sopracciglia può significare più di mille rumorose e inconcludenti parole.

TheLeftovers1x05mattMa cancellare il proprio passato, staccarsi da ogni emozione, abbandonare ogni dubbio significa essere ancora vivi? Il reverendo Matt è convinto di no. Se Patti è il pastore comprensivo che sa come ricondurre all’ovile le sue pecorelle smarrite, Matt è la voce misericordiosa che continua a ripetere il suo messaggio di speranza anche quando nessuno è rimasto ad ascoltare. Costretto a rinunciare alla chiesa, Matt non ha tuttavia perso l’incrollabile fede nella propria missione. Se l’episodio a lui dedicato aveva mostrato che il suo scopo fosse contrastare l’espansione inarrestabile dei GR, stavolta è Matt stesso a spiegarci il perché di questo suo incrollabile attivismo. Perché a lui importa solo che le persone si sentano vive. E vivere è anche soffrire per un dolore inconcepibile, piangere per un lutto ingiustificabile, angosciarsi per un presente inevitabile (e non a caso Matt ha da accudire una moglie in stato vegetativo). Se i GR vogliono rinunciare a tutto questo, vogliono rinunciare a vivere e a Matt hanno insegnato che la verità va detta anche se ciò significherà rischiare che il fuoco bruci chi la ascolta (come il Tommaso del racconto biblico ripete agli altri discepoli di Gesù). Per la prima volta, le parti si invertono. Non sono i GR ad assediare gli inermi cittadini di Mapleton, ma loro stessi ad essere investiti dalle parole cariche di pietà di un Matt che vuole solo piangere una morte per molti versi annunciata. Ma, in questo modo, il reverendo fa proprio l’unica cosa che i GR non possono tollerare: li invita a provare un’emozione. Un’aggressione tanto violenta che Laurie, rafforzata dalla rinnovata assenza di ogni dubbio, respinge con un ossessivo fischio che nella sua arrogante acutezza riesce a spezzare la volontà di Matt.

TheLeftovers1x05kevinVivere è anche preoccuparsi degli altri, che sia una figlia contro cui non puoi vincere o una comunità astiosa che non crede nelle tue capacità di garantirle la sicurezza che cerca o anche di coloro che ti percepiscono come un ricorrente fastidio da sopportare con nervosa rassegnazione. In una società ormai incapace di accettare chi vuole proporre soluzioni diverse dal comune sentire e che vede come dannose infestazioni la crescente presenza di nuove forme di religiosità da schiacciare con inflessibile e immotivata violenza (come suggerisce il sottofondo delle tv accese su una ennesima irruzione della AFTEC), Kevin è l’unico che crede ancora che la pluralità di fedi non debba per forza essere un insormontabile ostacolo ad una pacifica convivenza. Coerente con il personaggio disegnato finora, lo sceriffo continua a credere che ciò che si è rotto può ancora essere aggiustato purché i tanti frammenti non vadano persi trascinati via dalla corrente dell’incomprensione. E poco importa se ciò che si è spezzato sia una famiglia un tempo unita o una città ora separata in fazioni che non vogliono fare un passo verso l’altro. “Sono l’unico a cui importa qualcosa di voi” dice Kevin ai muti fumatori. Ma lo dice, in realtà, a tutti. Ai GR che non vogliono capire che credere nei propri ideali non deve significare sbatterli in faccia a chi non vuole darti ragione. Ai suoi cittadini che rifiutano di ricordare che anche quegli uomini in bianco erano quel che loro sono ancora. Ai suoi colleghi che vorrebbero liquidare la questione della morte di Gladys lasciando che sia l’AFTEC a sporcarsi le mani. Alla figlia Jill che non potrà mai stare bene finché non accetterà di tornare ad essere la figlia di Kevin e non solo Jill.

TheLeftovers1x05gladysCome i precedenti episodi, anche questo Gladys è permeato di un opprimente alone di rassegnata tristezza. Eppure, piccoli semi di una rassicurante speranza riescono a germogliare. I GR hanno perso Gladys, ma il suo sacrificio è stata la goccia che ha riempito il vaso di Meg convincendola infine a unirsi a loro. Jill sa ancora piangere e reagire alla notizia del divorzio dei suoi genitori abbandonandosi ad un “ti voglio bene” invece che chiudersi in una rabbia solitaria. Un pianto liberatorio può essere anche l’accettata consapevolezza che si deve voltare pagina magari iniziando una nuova relazione per Kevin che sempre più si trova a suo agio con Nora uniti ora più che mai dall’aver entrambi perso tutto. Perché, alla fine, non siamo forse tutti destinati allo stesso ineluttabile finale? A quel fuoco che brucia il corpo di Gladys per nulla diverso ormai dagli altri allineati in un anonimo capannone, tanto uguali nella morte quanto diversi lo sono stati nelle loro vite impregnate di fedi differenti. Un fuoco che riduce in cenere, ma una cenere che può concimare i campi più aridi rendendoli fertili terreni su cui potranno nascere, finalmente, nuovi fiori.

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1.05 - Gladys

Intenso

Valutazione Globale

User Rating: 4.39 ( 7 votes)

Winny Enodrac

In principio, quando ero bambino, volevo fare lo scienziato (pazzo) e oggi quello faccio di mestiere (senza il pazzo, spero); poi ho scoperto che parlare delle tonnellate di film e serie tv che vedevo solo con gli amici significava ossessionarli; e quindi eccomi a scrivere recensioni per ossessionare anche gli altri che non conosco

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9 Commenti

  1. Ragazzi è una fatica arrivare alla fine dei 55 minuti! A me piace molto questa serie e credo che ci voglia anche un determinato stato mentale e “culturale” per apprezzarla in pieno, però ci sono dei problemi obiettivi di gestione del tempo che secondo me fanno guastare in parte la visione. Io non voglio sapere che fine hanno fatto le persone scomparse o perchè sono scomparse, però avrei piacere che nel trattare il tema del dolore e della perdita e della vita dopo un lutto ci fosse una maggiore compattezza. Ecco mi sembra che ogni episodio abbia lo stesso difetto: inizia e finisce poeticamente ma viene riempito in maniera disordinata. Non so come spiegarlo meglio: in questo episodio si cerca di trattare della morte e non della scomparsa, e quindi di un qualcosa che in teoria è più facilmente accettabile (in un mondo come quello rappresentato dallo show) però per fare questo vengono inanellate scene molto potenti e emotivamente toccanti ad altre, che allentano la tensione narrativa.Forse è un problema di distribuzione del ritmo nella lunghezza dell’episodio, non lo so, però io fatico ad arrivare in fondo e mi dispiace… probabilmente sarò poco sensibile…

  2. Ma no, Caterina, non credo sia questione di sensibilità, probabilmente è solo gusto personale. A me non pesano assolutamente questi 55 minuti, anzi volano e, per il mio gusto, la storia è piena e sempre intensa. Fatico molto di più con alcuni episodi di True Blood o Revenge, durante i quali guardo spesso l’orologio per capire quanto manca alla fine e perché l’episodio stia durando (nella mia testa) da più di tre ore. 🙂

  3. Concordo con Andrea, è una questione di gusto, tra l’altro l’avevo sottolineato quando avevo scritto il mio commento un paio di episodi fa, non è per tutti questa serie proprio per questo, al di là della tematica in se.
    Io non guardo mai quanto manca ad esempio e mi vedrai episodi di due ore di The Leftovers, perché rientra esattamente nel mio genere cosa che accade solo con Rectify. Cosa che non posso dire di altre serie!
    Questo episodio, in particolare mi è volato totalmente e mi sono ritrovata a ridere e a commuovermi nel giro di una manciata di minuti. Quando succede questo, per me la serie ha vinto su tutti i fronti!!
    La trovo estremamente profonda e toccante!!

  4. ma infatti mi dispiace avere questi problemi a seguirla perchè ha tutte le cose che chiedo sempre ad uno show…. 🙁

  5. Stiamo a vedere. Per il momento è sicuramente molto intensa. Ma il confine tra racconto profondo e accozzaglia misteriosa è sottile. I pugni nello stomaco alla lunga devono servire a qualcosa. Per ora sono un po’ buttati lì.

  6. Cate, il problema e’ che sei abituata ai ritmi frenetici del Cupolone ! 😀

    Scherzi a parte, indubbiamente il ritmo e’ cosi’ lento che a volte sembra più una palude stagnante che un fiume tranquillo. Ma credo sia necessaria questa lentezza proprio per riflettere la condizione dei personaggi che sono bloccati nelle loro difficoltà.

  7. Domanda per nulla profonda… chi è Neil è perchè gli è stata lasciata una cacca sulla porta (era un cacca??)?? Dovrei saperlo e me lo sono dimenticata?

    Altro grandissimo episodio che continua a disorientare e ti tira da tutte le parti e ti sballotta. Bellissime interpretazioni da parte di tutti e tantissima intensità. Che telefilm! :O Era da un po’ che un telefilm non mi piaceva così tanto!

    E i colpevoli? Esistevano davvero? Torneranno? Tremenda la prima scena… orribile! °_°
    Bello è stato anche far intervenire l’agente AFTEC per dare una vaga idea di quello che capita al di fuori della cittadina. Immagino che non abbiano neanche fatto finta di esaminare il cadavere.

    Effettivamente il dubbio su come verranno gestiti gli episodi sulla lunga distanza può sorgere. Ma per ora è tutto così bello che non mi preoccupo.

  8. No, Lalla, tranquilla, non hai la memoria del pesciolino rosso ! 🙂 Neil non è mai stato mostrato, ma credo che sia qualcuno legato a Patti (ex marito ?) e la scena sta ad indicare che anche lei, nel giorno di libertà, si permette di ricordare e provare ancora rancore. Però, subito dopo, entra in macchina e in un attimo spegne la radio e cambia espressione segnalando anche fisicamente che la pacchia è finita.

  9. Beh dopo qlks di geniale come Lost non potevo perdermi questa nuova serie…ancora ( come tutti credo ) non ho capito dove andrà a parare o cosa si celi dietro a tutto ma ha un “che” che mi muove qlks dentro…non credo si tratti “semplicemente” di vedere come per il mondo non sia cambiato nulla ma per i singoli tutto.
    Il tutto porterà a un’interpretazione del regista sul senso della vita, su quello che c’è dopo ecc… vedi Lost e cmq i numerosi richiami religiosi.

    P.s. le musiche sono qlks di sublime, spesso mi bastano quelle per provocarmi un senso di tristezza e solitudine e speranza proprio quello che vuole il film, quindi assolutamente da premiare!!

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