
The Knick: Recensione serie.
Qualunque cosa dicano di me comunemente i mortali – non ignoro, infatti, quanto la Follia sia portata per bocca anche dai più folli – tuttavia, ecco qui la prova decisiva che io, io sola, dico, ho il dono di rallegrare gli dèi e gli uomini- Erasmo da Rotterdam
The Knick è il racconto dell’umana follia che si insidia lentamente nelle persone, non solo nel protagonista, e che le consuma portando spesso conseguenze irreversibili. Steven Soderbergh voleva probabilmente raccontare proprio questa decadenza umana quando ha iniziato a scrivere la serie, immaginando il protagonista come un uomo che appare fino dal pilot destinato a un futuro già scritto. Per questo viene scelto il 1900 come anno di ambientazione e la New York dei bassifondi, in maniera da avere un palcoscenico brulicante di temi da esplorare tutti legati da quel clima di “ubriacatura di modernità” tipico del passaggio di secolo.
Non possiamo non constatare che dopo la recensione del pilot e la visione dell’intera prima stagione l’obiettivo del regista di far respirare “follia” allo spettatore sia più che raggiunto. In ogni personaggio possiamo notare come la mancanza di senno abbia prodotto dei risultati tremendi: aborti, fallimenti chirurgici, dipendenze, malattie mentali, amori tormentati, amicizie lacerate. E a questo si aggiunge la spettacolare ricostruzione delle ambientazioni, con interni cupi caratterizzati da mobilio nero o marrone scuro magari sotterranei o senza illuminazione. Anche la sala operatoria se non fosse per il bianco dei camici sarebbe totalmente priva di luce, la fotografia che predilige toni freddi in questo aiuta molto. Ciò che poi fa di questa serie tecnicamente un prodotto di alto livello è la grandezza dei set, la quantità di comparse e la precisione dei costumi pieni di dettagli e tutti diversi, anche quelli delle cameriere o delle infermiere. Traspare quindi una cura quasi ossessiva per la precisione storica e l’ambientazione che culmina negli strumenti medici costruiti da Thakery o da Edwards che si evolvono con l’introduzione della corrente elettrica o si adattano all’anatomia del paziente; molto belli sono i microscopi, le fiale dei farmaci, i bisturi e le pinze.
Ciò che invece ha caratterizzato The Knick è stato il periodo di cambiamento e innovazione in cui è ambientato che non è stato sfruttato
Questa serie arriverà tra poco sugli schermi italiani dopo essere stata presentata a Roma al Festival del Cinema, naturalmente il consiglio è quello di vederla ma non può essere questa volta un invito. Soderbergh ha sbagliato nel non saper adattare la sua scrittura ai tempi televisivi, girando un film lungo otto ore poi suddiviso in puntate, che non hanno spesso trama verticale e che non invitano mai lo spettatore a chiedersi cosa accadrà dopo. I registi che si cimentano con la tv sono molti in questo periodo e alcuni ottengo ottimi risultati (Fukunaga penso a te), ma in questo caso come è accaduto per Fargo, troviamo davanti a noi un prodotto deludente scritto da un ottimo sceneggiatore che forse ha voluto strafare dal punto di vista estetico, non capendo che nelle serie tv quello che
Dal punto di vista recitativo Clive Owen e l’intero cast sono sensazionali, ma a causa dei difetti sopra esposti, sembrano recitare in personaggi ingabbiati in una caratterizzazione troppo stretta che stenta ad evolversi.
Il medical drama è un genere in declino e The Knick potrebbe essere il prodotto che ha dato il colpo di grazia.
Good Luck!
The Knick
Deludente
Valutazione Globale
Concordo sul fatto che alcuni dei personaggi rispecchiano dei clichè tipici del cinema americano. Ma tutto sommato è un difetto veniale in rapporto alla qualità del prodotto finito
Trovo davvero difficile criticare questa sceneggiatura ; sto parlando della qualità dei dialoghi, delle scenografie verosimili, ma sopratutto della trama.
Come puoi sostenere che questa serie sia priva di “hype” ? gli elementi di tensione sono molti e la curiosità a fine di ogni episodio c’è perchè vuoi sapere se il dottor H si ricredrà su Edwards o se si scoperà l’infermiera. Per non parlare poi dello stesso Edwards, della sua competizione col collega, della sua personale battaglia, del suo lavoro clandestino nei sotterranei dell’ospedale. Forse lo scopriranno ? E gli aborti clandestini ? gli intrighi ?
insomma, il knick è tutto fuorchè noioso sinceramente, anche perchè laddove il ritmo rallenta entra in azione l’ottima regia e una qualità del dialogo eccezionale. E personalmente,
Credo tu abbia dimenticato anche di menzionare la scelta (a mio avviso geniale) della colonna sonora ; sintetizzatori elettronici che creano un’atmosfera quasi futuristica, offrendo un contrasto molto suggestivo tra il contesto storico antico e una musica che sembra uscita da un film di fantascienza
Altro che colpo di grazia, questa serie non seppellisce il medical drama, ma lo resuscita
@Michele Ciao e benvenuto su Telefilm Central! The Knick è una serie molto particolare, che attrae un pubblico molto vasto: chi ama il genere medico o chi quello “period”, o semplicemente i fan del regista. Ma credo che arrivati alla fine delle puntate il pubblico si sia ridotto ad una piccola fetta di appassionati. Una serie tv deve essere capace di parlare a molti, e invece a mio parere the Knick si culla troppo nelle ambientazioni: nella fotografia, nei suoni, nelle inquadrature storte. Trascurando la sceneggiatura, non per i dialoghi ma per la lentezza con cui le troppe vicende si snodano. Comunque sono contenta di vedere che ci sono persone che l’hanno trovata fantastica e che possano dare vita ad un dibattito interessante. Continua a seguirci!
Serie dell’anno, a mani basse. Il Soderbergh televisivo riserva molte sorprese e se sembra facile osannare musiche, regia, fotografia e recitazione io ci aggiungo anche una sceneggiatura non solo all’altezza ma addirittura magnifica, specialmente dall’episodio Get the Rope, un vero e proprio capolavoro che ti incolla alla sedia e consacra definitivamente l’amore per tutti i personaggi.
Complimenti a tutto il comparto tecnico per un telefilm che verrà sicuramente ricordato… <3
No, migliore serie dell’anno no. Ne ho viste veramente di ogni genere quest’anno, e The Knick proprio non è all’altezza di altri prodotti. Certo ha una regia e una messa in scena favolose, ma la storia fa acqua da tutte le parti. Get the Rope è l’unico episodio che davvero vedi dall’inizio alla fine senza essere preso dalla noia, come accade per i restanti episodi. The Knick ha degli episodi troppo lunghi, con troppi personaggi su cui sembra non saper dire abbastanza. Mi spiace ma il titolo di serie dell’anno proprio non ce lo vedo. Ci sono state molte serie capaci di un buon bilanciamento tra trama e tecnica che superano the Knick. Poi i gusti sono gusti, ma a me ad esempio del 2014 ricorderò prodotti come Sherlock, True detective, Hannibal, Fargo, The Good Wife, The Flash, Utupia 2, lo speciale natalizio di Black Mirror. Dove c’è intrattenimento e tensione oltre che tecnica registica…stiamo parlando comunque di un prodotto serializzato, episodico.
Io in The Knick ho visto le potenzialità della serialità sfruttate appieno, per arrivare a un prodotto che sfrutta tutti i personaggi dell’ospedale che dà il titolo alla serie come veicoli per esplorare il confine tra ombra e luce (come nella fotografia), tra tempi andati e tempi moderni (ambientata esattamente nel 1900). La stessa musica pregna di elettronica di quel genio di Cliff Martinez (Drive, Solo Dio Perdona, giusto per dire due filmetti) funge da contrasto con l’epoca in cui è ambientato.
Poi mi dispiace che ti abbia annoiato però devo ammettere che il tuo è uno dei pochi pareri negativi che ho riscontrato discutendo di questa serie (il ché non vuole dire molto, di per sé, è solo una constatazione). In sostanza non riesco a riscontrare alcuno di quei difetti che dici tu… 😉
Detto questo, la serie dell’anno per me resta True Detective ma questa si attesta poco sotto, la metto addirittura davanti a Fargo!
Per me True detective quest’anno la supera solo hannibal. Comunque non ho dato un parere negativo così, tanto per, c’è una motivazione dietro. Forse data da una aspettativa troppo elevata.
Sono perfettamente d’accordo con la recensione di Caterina. Una serie con delle potenzialità incredibili resa quasi soporifera da una trama insignificante, ci sono rimasta malissimo!
recensore: cambia mestiere! mi sa che c’hai capito poco. spero nessuno ti paghi per scrivere….
torna a vedere LOST. XD
spero nessuno ti paghi per fare il troll XD
Beh se mi pagassero per fare il troll dovrebbero darti almeno il triplo visto che posso solo imparare da te. 😉
Allora dobbiamo solo sperare che in futuro, se mai dovessi scrivere tu delle recensioni, le commentino delle persone e non dei troll, pagati o meno. Le critiche costruttive sono sempre bene accette, ma se vuoi criticare allora ti invito ad argomentare e dire cosa non ti è piaciuto della recensione.
Quando le recensioni sono scritte da troll, difficile chiedere che troll non le commentino.
Chi di trollate ferisce, di trollate perisce.
Torna a vederti lost che magari lo capisci.