
The Killing: Recensione dell’episodio 3.08 – Try
Una delle critiche maggiormente rivolte a The Killing è il seguire finte piste e il rincorrere continuamente persone che i nostri detective ritengono fortemente essere i veri killer, per poi scoprire puntualmente che il vero colpevole è ancora a piede libero. E’ stato detto e scritto tante volte, anche nelle recensioni scorse dei miei colleghi recensori di questa stagione. Ma, a differenza della prima e della seconda stagione dove quanto detto sopra avveniva quasi ad ogni episodio e questa caratteristica della serie stava diventando una nenia alle cui verità nessuno credeva più (ormai non ci fregavano più: sapevamo che ogni sospettato non era il vero assassino di Rosie Larsen), in questa terza stagione mi sembra che le cose stiano andando diversamente. In otto puntate non abbiamo avuto un eccesso di presunti colpevoli, ma il numero giusto che un’ indagine di questo tipo e i tempi della narrazione molto ristretti richiedono. Infatti, secondo me, due/tre sospettati sono plausibili durante la ricerca di un assassino e lo sono ancora di più se questi sono così strettamente collegati e vicini al mondo della vittima tipo prediletta dal killer. Inoltre, Linden e Holder credono fortemente alla colpevolezza di solo due di questi indiziati: Mills e il pastore Mike. Il primo è ancora in fuga, mentre il secondo è il protagonista della prima parte di questo ottavo episodio. Difatti si può divedere questa puntata in due parti: nella prima la narrazione riparte da dove l’avevamo lasciata, ossia da Mike che, intrufolatosi nella macchina di Linden, minaccia la detective con un coltello per farla guidare nella direzione da lui desiderata, mentre nell’ultima parte vediamo anche la trama di Seward e le indagini che continuano per scoprire chi è il vero killer.
Il vero killer. Sì perché, nonostante io continuo a sostenere che per ora sono soddisfatta della gestione dei sospettati, bisogna ammettere che già in questo episodio scopriamo che Mike, appunto uno dei maggiori presunti assassini, non è il colpevole degli omicidi. E quindi qui abbiamo la prima grande finta pista di quest’anno e questo non si può negare, ma se gli autori continuano su questa strada e oltre a Mills (di cui bisogna ancora verificare la colpevolezza) tireranno fuori al massimo un altro indiziato, secondo me il lavoro svolto si può ritenere ancora soddisfacente rispetto alle prime due stagioni. Ciò che mi rincuora è che, anche se tutte queste persone non sono i diretti colpevoli, sono comunque strettamente legati al caso e non del tutto estranei alla vicenda (quindi potrebbero essere complici), visto che ad esempio Mills ha il cellulare di Kallie mentre di Mike scopriamo la verità in questa puntata.
Quest’ultimo prende in ostaggio Linden e si fa consegnare da lei la pistola e il cellulare. La detective finge di non avere la ricetrasmittente, ma in realtà ce l’ha e la accende senza farsi vedere da Mike in modo che alla stazione di polizia possano sentirli mentre parlano. Quindi la polizia abbandona la ricerca del pastore sui treni e cerca di capire in che direzione si stanno dirigendo i due dai discorsi che fanno. Da questi noi scopriamo che Mike era davvero un pastore e che ha sempre creduto molto nella causa dei ragazzi di strada: ha sempre voluto salvarli da quella vita e soprattutto dalla dipendenza da droghe. Quello del suo passato a Tempe che tutti pensano essere stato un rapimento, in realtà era un tentativo di disintossicare una ragazza e quindi la teneva chiusa in casa per evitare che assumesse sostanze stupefacenti. E’ la stessa cosa accaduta con Angie Gower che lui aveva trovato in pessime condizioni e aveva cercato di salvare portandola dal veterinario. Dopo aver guidato tutta la notte e dopo uno scambio di battute di tipo personale dei due (mentre Mike racconta del suo passato Linden gli parla di suo figlio), la detective manda un indizio a Holder riguardante il ponte in cui Sarah lo convinse a non perdere le speranze: lei e Mike si stanno dirigendo là. Holder capisce e la polizia si reca sul luogo, proprio mentre il pastore si accorge della ricetrasmittente. In un momento concitato fa scendere Linden dalla macchina e sembra seriamente intenzionato ad ucciderla finchè ci ripensa e, buttata la pistola in acqua, comincia a pregare. In questo momento arriva la polizia e lo arresta lasciando Linden seduta per terra distrutta e spaventata dall’esperienza vissuta, con Holder lì pronto a darle sostegno mettendole una mano sulla spalla.
3.08 Try
Discreto
Valutazione Globale