fbpx
Recensioni Serie TvSerie Tv

The Killing – 2.09 Sayonara, Hiawatha

Siamo giunti al ventiduesimo giorno dalla morte di Rosie Larsen e sebbene lentamente, con quel ritmo dilatato che è tipico di The Killing, facciamo qualche importante progresso in termini di trama principale.

Linden e Holder sono sulle tracce della chiave che sblocca il 10° piano del casinò, per vedere l’ultimo posto in cui hanno traccia di Rosie viva.

La chiave si trova nel garage dello sponsor di Holder, Sloane, ed è abbastanza chiaro ormai che c’è un disegno per insabbiare l’omicidio di Rosie Larsen, per farlo diventare un cold case, la cosa da capire è se questo è dovuto a quello che Rosie ha visto in quel decimo piano del casinò, oppure perché a essere coinvolto, è qualcuno politicamente in vista, o entrambi come ci suggerisce la fine dell’episodio.

E’ certo che con Linden senza distintivo e il caso di Rosie riassegnato alla contea (a nessuno poiché lo scatolone delle prove era in garage di un poliziotto corrotto!) i nostri detective problematici possono fare quello che gli pare (leggi: tornare alla riserva anche se gli è stato severamente vietato e la legge non è dalla loro parte) per arrivare alla verità dell’omicidio di Rosie.

Infatti, procurata la chiave e raggiunto il casinò, prima tentando la via ufficiale con l’intercessione di Richmond, poi abbandonando ogni legalità Linden si introduce nel casinò e raggiunge il fatidico decimo piano mentre Holder inscena un diversivo, c’è da dirlo abbastanza incurante del pericolo poiché dopo al sua ultima visita alla riserva, è uscito vivo per miracolo, Linden  realizza velocemente che Rosie era andata fin la su solo per guardare la città, per dare l’ultimo addio.
Parallelamente, infatti, Mitch Larsen va a trovare David Rainer, il padre naturale di Rosie, la cosa abbastanza spiazzante è che lui non sa che Rosie è stata assassinata, a me è sembrata alquanto bizzarra la cosa;  ok che siamo negli Stati Uniti e ogni stato si fa un po’ i fatti propri, ma un a notizia di cronaca nera che ha coinvolto tra i suoi sospettati un politico locale, insomma, mi pare un po’ strano che non sappia niente, no?

Comunque, la visita è utile a Mitch per capire che Rosie aveva deciso di andare via, voleva inseguire il suo sogno: un viaggio in California per seguire la migrazione delle farfalle monarca.

Nella conclusione dell’episodio, Linden individua una prova, una chiave magnetica con il logo del municipio, key card che potrebbe implicare il coinvolgimento di qualcuno della campagna Adams e Adams stesso.
C’è da dire, che l’immagine di Adams è prontamente macchiata da Gwen, quando tenta di ricattare il Sindaco Adams, ricordandogli che l’ha violentata quando aveva quattordici anni  e minacciandolo di raccontare tutto al padre senatore.  Adam non batte ciglio: il padre di Gwen sapeva tutto.
Bella gente non c’è che dire.
Quest’aneddoto serve, come dicevo, insieme alla key card ritrovata da Linden a mettere Adams in cima alla lista dei sospettati a braccetto con Nicole Jackson, il rappresentante della riserva che tratta con Richmond l’esenzione totale delle imposte, da parte delle imprese entro i limiti della riserva.

Donna inquietante.

L’episodio, esclusa la parte iniziale, in cui i Linden e Holder cercano lo scatolone con la chiave che ho trovato eccessivamente snervante per la lentezza e, la flemma di entrambi,  è molto buono, il cerchio si sta chiudendo e il ritmo aumenta.

 

Considerazioni:

– Apparentemente senza utilità, il dialogo tra Mitch e David, serve  per tratteggiare un po’ meglio Rosie, sappiamo che dopo aver scoperto che Stan non è suo padre si è un po’ ‘persa’,  non si è più confidata con i genitori che presumibilmente riteneva falsi proprio perché avevano mantenuto un segreto così importante.

– Tutta la trama di Richmond sembra trovare un senso ora, se inserita con la politica nella riserva e con il sindaco Adams e il legame di quest’ultimo con Gwen.

– Parlando di trame marginali, la serie ci mostra genitori non in grado.

Prima Linden che trascina il figlio tra motel, barche e divani di colleghi, ora, in questo episodio, vediamo i frutti della lontananza di Mitch da casa: il figlio più piccolo si sta trasformando in un sociopatico perché traumatizzato dalla morte della sorella e dall’abbandono della madre e anche dalla zia.

 

 

 

 

 

Maura Pistello

Fondatore/ Admin Giornalista pubblicista Serie tv dipendente, accanita lettrice, amante del cinema e dell'arte

Articoli correlati

Pulsante per tornare all'inizio