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The Hour: Recensione dell’episodio 2.05 – Episode Five

The Hour è sicuramente una delle cose migliori che siano passate in tv negli ultimi anni, e in questa stagione lo spettacolo si sta esaltando oltremodo, perché non è solo storia sapientemente narrata, non è solo tecnica sopraffina che abbina regie a luci a musiche a montaggio sempre perfetti, ma è anche una gran recitazione e una caratterizzazione dei personaggi che in questa manciata di episodi della seconda annata sono quasi stupefacenti. Ai già magnifici Romola Garai e Ben Whishaw e ad un Dominic West in spolvero, sono stati affiancati numerosi contraltari eccellenti, da un maggiore screentime con una storyline personale e intima per la bravissima Anna Chancellor che in coppia con un Peter Capaldi incredibile calamitano gli occhi ad un maggior rilievo e una più ampia possibilità di esprimersi ad una Oona Chaplin ficcante e incisiva, senza dimenticare i personaggi di contorno, come Bill Kendall, il comandante Stern, la subrette Kiki e Raphael Cilenti ognuno dei quali misurato e definito in modo tridimensionale e capace di creare immediata empatia con lo spettatore. Decisamente è “L’ora di tv da non perdere” e che purtroppo invece molti non conoscono, ma, a mio personale parere, è paragonabile, come cifra stilistica, ad un Mad Men.

The Hour 205aIn questo quinto e penultimo appuntamento stagionale, in quest’ora che vola, le storyline continuano ad essere molte e tutte affascinanti, a cominciare da quella definita sopra intima e personale di Lix e Randall, che sono alla ricerca della loro figlia abbandonata nel corso della guerra civile spagnola. La chimica dei due attori è incredibile e la loro pacatezza ne esalta per contrasto le forti individualità, che vanno dalla passionale seppur ormai cinica di lei, alla ferma volontà di lui e al suo perseverante onore. Diverse sono le scene sublimi, dal suo discorso al pub a Angus, al non voler uscire dall’ufficio insieme, ma negli occhi e nel cuore rimane la testa di lei poggiata sulla spalla di lui.

Contemporaneamente altre coppie vivono le loro vicissitudini intrecciandole alla quotidiana battaglia di redazione: Hector e Marnie da una parte, Bel e Bill (ok, ha ragione Freddie, non si può non ridere) dall’altra. E se Bill rappresentava solo la voglia di normalizzazione di Bell, il desiderio di essere un’altra da se, una persona che vuole una famiglia, delle cene, d’altro canto serve anche a farla ritornare in se, a quella che lei è, la donna che ha il giornalismo insieme al sangue a scorrerle nelle vene, e perché no, anche un po’ di Freddie Lyon che non guasta mai. Il lato Hector e Marnie è invece molto più profondo: entrambi hanno fatto un viaggio e hanno subito un evoluzione del personaggio attraverso mille peripezie; lui, attraverso il dolore e la sconfitta, l’umiliazione, ha ritrovato se stesso e la voglia di lottare e di voler essere un giornalista, lei, a sua volta umiliata e affranta ha risalito la china, s’è emancipata e in una bellissima scena incontra e “vola sulla testa” di Kiki Delaine. Ed è anche magnifico in questa storia di caduta e ritorno che entrambi per l’altro siano stati sia la causa che la soluzione dei reciproci mali. Oona Chaplin comunque in ogni suo sguardo è lucente.

The Hour 205bIn tutto questo continua a dipanarsi l’indagine sul losco giro di ricatti e affari e appalti pilotati (guarda che non passan mai di moda) a cui si aggiunge il tassello della morte (annunciata) della subrette Rosa, che però genera la profonda crisi di Bel, che oltre a sentirsi responsabile, si sente sola in quanto “umana” e piena di dubbi e di rimorsi, mentre dall’altro lato abbiamo un Freddie, finalmente libero da quell’insulsaggine di moglie francese, che si fa scivolare le cose addosso e continua nella sua missione di verità, nella sua ricerca del personale Graal, che è anche l’altare della sua gloria e del suo orgolgio. Orgoglio che è un’altro dei temi dell’episodio, da quello di Freddie a quello del comandante Stern, da quello di Hector a quello di un po’ tutti gli altri personaggi. Ognuno vuole primeggiare, ognuno lucida i propri bottoni, ed è in questo mondo di denti affilati, in un periodo di cupi presagi per il futuro, che i nostri protagonisti si denudano dei loro orpelli per recuperare la propria identità ed andare in battaglia con quella.

L’escalation delle indagini e delle trame porta tutto a convergere a El Paradis, dove tutti i personaggi loschi si trovano per spartirsi la torta della grande truffa e dove anche la redazione di The Hour, ricevuta la soffiata di Angus si reca per carpire i segreti, ed è qui che interviene il turn dell’episodio. Un Capitano Stern ormai messo all’angolo, con una carriera appesa un filo, decide di attaccare, e porta agli sconvolgimenti che sicuramente nel prossimo episodio porteranno al gran finale. Meravigliosa anche la scena nel camerino tra Stern e Kiki, dove anche Hannah Tointon conferma la sua penetrante bravura.

Siamo pronti per il gran finale, non vediamo l’ora, e in un angolo del nostro cuore, continuiamo a sperare che prima o poi The Hour abbia il successo che si merita.

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