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The Good Wife: Recensione dell’episodio 7.05 – Payback

Ci sono ormai pochi elementi che possano ravvivare la storia di Alicia and Co. Non dico sia una cosa necessariamente negativa ma, tirando le somme, ormai non c’è quasi più nulla di nuovo che possa dirci. Certo, c’è Ruth con la sua campagna e Eli desideroso di riprendersi il posto; c’è Howard che si è svegliato dopo sei stagioni e ora pensa di poter rivoluzionare lo studio – mentre fino a poco tempo fa non gliene importava nulla; e poi, dulcis in fundo, c’è quel bonaccione di Jason Crouse che è figo sia che abbia un pezzo di ferro in mano o che faccia gli occhi dolci al suo capo. Va bene, le storie ci sono, non lo nego, ma rimane la domanda: la novità dov’è?

Dopo che Alicia e Lucca hanno deciso di lavorare insieme, quest’ultima porta in studio una ragazza a cui l’azienda di prestiti chiede una somma che la studentessa afferma di aver pagato. Gira che ti rigira, dopo l’ennesimo processo che non è un processo, Alicia – sospinta da una Grace con un profondo senso degli affari, tanto che iniziamo a chiederci se il vero Dio in cui crede non sia in realtà il Dio Denaro – spinge il semplice caso fino ad una specie di class-action di massa. Anche se non è una class-action. Ma non ci importa, perché malgrado non ci capiamo nulla noi, pare che invece tutti siano contenti e felici, tanto che un’audace Alicia chiede a Jason cosa preferirebbe bere, girando con fare ammiccante il vino nel proprio bicchiere. Delusione pazzesca per la parte ‘legale’ dell’episodio, che chiarisce l’intera faccenda in poco più di tre minuti finali, lanciando nell’immondizia tutto quello che aveva costruito fino a quel momento. L’effetto sorpresa potrebbe anche starci, se non che la spiegazione semplicistica sia fin troppo confusionaria e sconvolga persino lo spettatore più attento. L’unica cosa che si è in grado di seguire è Jeffrey Dean Morgan che si mette sulle tracce del truffatore ed è preoccupante che sia quasi più interessante il suo continuo viaggiare in macchina di Alicia e Lucca che discutono con l’avvocato avversario. Facciamoci due domande…

Un tema affrontato in maniera poco approfondita, certo, ma andrebbe sottolineato che non è un tema tanto semplice da affrontare, dopotutto. Entrano in gioco università e possibilità economiche e, non so voi, ma personalmente lo trovo un argomento alquanto attuale e significativo, in particolare sapendo come vanno le cose in America (ma anche qui da noi). Bella è la collaborazione di Alicia e Lucca, che insieme funzionano bene quasi quanto Alicia e Diane funzionassero un tempo. Molto bella è l’intesa tra Alicia e Jason, che speriamo gettare all’aria ogni pensiero morale e darsi a un po’ di attività fisica inappropriata in ufficio/appartamento di Alicia.

Sempre meno centrale è invece la figura di Peter, proprio come la partecipazione di Alicia alla sua campagna politica. Non so di preciso come funzionino queste cose ma penso che sia fin troppo marginale in tutto quello che sta accadendo al marito. Ne è un esempio la figura di Eli, che cerca di restare aggrappato a quel poco di legame che ha con Peter attraverso Alicia. La donna lo capisce, ovvio, ma è lei stessa ad usare Eli a sua volta per ribadire la propria indipendenza con Ruth. Capisco le motivazioni che spingono Marissa a chiedere al suo ex-capo di lasciar andare suo padre ma, al contempo, dico di essere felice che non l’abbia fatto. the good wife_705_2Vedere Eli lontano da Peter e dalla sua sfera politica sarebbe stato un cambiamento troppo grande, uno che forse avrebbe ucciso il suo personaggio (o movimentato la trama con qualche inaspettato colpo di scena, chissà). Resta di fatto che Alicia ed Eli funzionano – anche quando recitano scene a teatrino che sembrano false anche dalla costa occidentale degli States. Eli ha potenziale, è bravo nel suo lavoro: perché non impiega le sue conoscenze verso Alicia, allora? Perché non fare di lei una figura politica importante? Perché piangersi addosso? Non ne ho idea.

Ancor più ridicole delle scenette tra Eli e Alicia sono quelle tra Diane, Cary e Howard. So che dopo la prigione c’era poco che potessero far affrontare a Cary ma… sono personaggi principali? Come fai a rinchiuderli in uno sgabuzzino, senza una trama o un contesto, e lasciare che discutano di pannolini e di cateteri? So di suonare ripetitiva – forse tanti lo avranno detto prima di me e continueranno a farlo anche in futuro – ma quel benedetto Studio ha bisogno di una trama, un tipo qualsiasi di evento che possa sconvolgere l’apparente tranquillità e dare una spinta al mortorio che la Florrick-Agos è diventata in questa stagione.

the good wife_705_1L’episodio in se non è neppure particolarmente brutto, di certo non è tra i peggiori, ma l’eccellenza di un tempo è ben distante. A casi accennati e risoluzioni incomprensibili, a studi legali in cui si parla di pannoloni e nomignoli affibbiati a destra e a manca, si salvano forse solo il sorriso diabolico di Eli e la tresca tra Alicia e Jason – se non altro perché Jeffrey Dean Morgan ci piace e vogliamo che Alicia abbia un po’ di felicità dopo Will. Speriamo che i King sappiano risollevare un po’ la storia, altrimenti la vedo dura a farcela anche per un altro anno

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Kat

Cavaliere della Corte di Netflix e Disney+, campionessa di binge-watching da weekend, è la Paladina di Telefilm Central, protettrice di Period Drama e Fantasy. Forgiata dal fuoco della MCU, sogna ancora un remake come si deve di Relic Hunter.

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