
The Good Fight: Recensione dell’episodio 1.01 – Inauguration
Finalmente è arrivato, dopo mesi e mesi di attesa e di tanto parlarne, The Good Fight è qui. Inutile dire che mi sono presentata alla visione di questo spinoff con numerosi e concreti dubbi. In fondo eravamo arrivati alla fine di The Good Wife un po’ esausti, con l’impressione che ormai fosse rimasto ben poco da dire.
Senza contare il grande numero di spinoff che abbiamo visto naufragare in passato. Nel credere che un riciclare schemi già visti e un presentare pallide imitazioni di personaggi fosse sufficiente a prendere all’amo uno spettatore ingordo, molti telefilm si sono spiaggiati nella ripetizione e nella pigra imitazione.
Ma se ancora stringete al petto quei miei stessi dubbi e siete qui a leggerci per capire se valga la pena o no iniziare questa serie… bé, vi prego, buttate via tutte le vostre esitazioni perché questo pilot è una meraviglia.
Uno dei problemi che avevamo lamentato a The Good Wife era quello di aver messo in campo troppi personaggi straordinari e di non essere stato in grado di sfruttarli tutti al meglio. E Diane ne era praticamente l’emblema: quasi sempre relegata ai margini, a parte rare occasioni, aveva avuto sempre ben poco spazio di manovra. Anche a Lucca era un po’ toccato lo stesso destino. In una ultima stagione di The Good Wife che doveva occuparsi principalmente della sua protagonista, a fatica era riuscita comunque a ritagliarsi il suo spazio e a dimostrarsi uno degli elementi più freschi e vivaci di una serie ormai morente.
Le ritroviamo qui entrambe, pronte a conquistarsi la scena. Con una Diane protagonista che ci ricorda subito tutte le ragioni per cui l’avevamo tanto amata: la sua calda risata, il suo idealismo, la sua intelligenza ed ora anche tutta la sua fragilità, un lato di lei che ci aveva mostrato solo con la morte di Will. Impossibile non commuoversi nel vederla singhiozzare davanti alla sua vita andata in frantumi. Folle non desiderare che Christine Baransky vinca finalmente tutti i premi che si merita.
Uno splendido cast tutto al femminile
Ad unirsi ad una squadra tutta al femminile c’è anche Rose Leslie (Games of Thrones), un’aggiunta perfetta che dimostra ancora una volta quanto i King abbiamo ottimo occhio nel reclutare nuovi giocatori. Rose Leslie è bravissima e ci si affeziona subito al suo personaggio. Maia è la ventata di aria fresca, è gli occhi giovani che ci permettono di riavvicinarci alla legge con entusiasmo e un po’ d’incanto. Ma è anche un legame con il passato, con la storia dello scandalo famigliare che chiaramente rimanda ad Alicia e ai suoi inizi. Sarà interessante vedere perché i King abbiano voluto ricreare una situazione simile e se sapranno gestirla con intelligenza.
Tutto quello che avevamo amato in The Good Wife è quindi di nuovo sui nostri schermi: la classe, l’eleganza, il ritmo spigliato, che alterna sapientemente momenti drammatici a quelli più leggeri, un cast stellare che non fa altro che arricchirsi (anche Delroy Lindo mi è subito piaciuto moltissimo), personaggi affascinanti e un raccontare la legge che ancora una volta sa affascinare. Pur essendo il caso legale necessariamente costretto ai margini della narrazione, è un piacere scoprire che i King non hanno perso il vizietto di dedicarsi a temi scottanti e sempre attuali.
I rimandi a The Good Wife
Ho apprezzato molto i numerosi rimandi a alla serie madre. Addirittura il nome di Alicia è saltato fuori dalla bocca di Diane. E non ci è sfuggito il suo riferimento alle persone apparentemente sante, così come l’accenno di Lucca ad un’amica vittima di uno scandalo. Ancora più bello è stato vedere la foto di Will non una, ma due volte. A ricordarci quanto è stato importante per Diane e come sia soltanto logico che il suo pensiero vada a lui proprio in un momento così complicato.
Tutte lodi insomma. Non ho davvero nulla da recriminare. E in un certo senso sono sollevata dal fatto che, per ora, il passaggio al canale via cavo non abbia portato ad alcuno stravolgimento forzato di tono. Ma è forse presto per parlarne perché questo pilot (anche se leggermente censurato) era anche destinato al canale generalista di CBS. Certo, un pilot resta un pilot e tutt’altra cosa sarà giudicare lo svolgersi delle vicende su archi più lunghi, ma per ora mi hanno rassicurato, convinto e intrigato a sufficienza, tanto che non vedo l’ora di vedere il seguito.
I King sono tornati. Lode ai King!
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