
The Following: Recensione dell’episodio 1.10 – Guilt
A Villa Follower non si gioca solo a biliardo, né si partecipa solamente a riunioni stile alcolisti anonimi per proporre il serial killer della settimana, ma si inizia a vedere pure la gente morta, che materializza, senza grosse finezze, i sensi di colpa del primo omicidio, anche se poi, questi sensi di colpa possono pure trasformarsi in piacere e sete di sangue fresco. Devo ammettere che il reinserimento di Jacob senza Paul, se non nella sua versione spirituale, aiuta un po’ il personaggio a sollevarsi dal senso di indeterminato fastidio che lo aveva avvolto anche perché sembra che la direzione sia quella di delinearlo maggiormente come un Dark Jacob, ossia un elemento instabile all’interno della setta. Certo, non vuole più tanto bene a Emma, ma non dev’essere nemmeno tanto felice di sapere che gli stessi Joe e Roderick avevano ordinato a Emma di salvare il piccolo Carrol e fregarsene dei suoi compagnucci. Chissà se vedremo questa evoluzione nel pensiero incoerente di Jacob o assisteremo ad un reset totale.
Sul fronte Roderick, invece, una buona soddisfazione me l’ha data il buon Joe, che tra un sorseggiare Porto, cucinare col suo figliolo e un gigioneggiare casuale, toglie quel sorriso da ebete presuntuoso dalla faccia del suo “secondo” e gli da una bella lavata di capo. Roderick, sono sincero, mi sta proprio sulle balle: è il classico vaccaro vestito da poliziotto di provincia, con la faccia da sberle. Quindi, soddisfazione.
Nel mondo che circonda inconsapevole Villa Follower i buoni si accorgono che il rifugio di Claire è compromesso, quindi, perché spostarla subito? facciamoci andare li con calma Kevin Bacon, così metti mai che arrivi insieme ai cattivi, si riesce sempre a far fare all’FBI la figura degli idioti. Ed infatti, come al solito, i nostri non si smentiscono e si fanno ammazzare come polli al mattatoio, con scena che va oltre il trash (volontario) di un Marshall che aspetta dietro una porta con pistola spianata due cattivoni che imbracciano mitragliatori. Epic Win e andiamo avanti.
Tralasciando ormai la ben nota fragilità e leggerezza di scrittura, anche questo episodio si è comunque contraddistinto per buona parte per un ritmo accettabile, tranne in alcuni frangenti, e i personaggi, pur se ormai macchiette, riescono a stabilire una facile identificazione nello spettatore, in questo racconto che è il sempiterno duello tra il bene bene e il male male.