
The Flash: Recensione dell’episodio 2.20 – Rupture
“What is dead may never die” (Game of Thrones – Iron Islands) oppure “May we meet again” (The 100). Formule rituali di commiato funebre che provano a diluire il dolore della perdita in un consolatorio auspicio. Un sentito augurio a cui nessuno realmente crede perché, quale che sia la serie, l’aldilà resta comunque lo shakesperiano paese da cui nessuno ritorna. A meno che non ti chiami Jon Snow o Kevin Garvey o che Ade abbia delle fiamme blu al posto dei capelli e viva in una replica di Storybrooke come in Once upon a time. O che tu sia il personaggio principale di una serie che proprio non ce la farebbe ad andare avanti senza il suo protagonista che ne rappresenta l’essenza stessa.
E, quindi, chi davvero crede che una tuta bruciata e un corpo che si consuma tra i fulmini siano prove inconfutabili della morte di Barry Allen? Quale agenzia di bookmakers, per quanto scottata dall’esperienza Leicester, valuterebbe meno di 5000 a 1 le possibilità che la macchina di Wells, replica in scala 1 a 1 di quella costruita in Fringe come notato dal sempre attento Cisco, abbia scritto la parola fine sulle avventure del fastest man alive? È in queste due domande che si adagia comodamente il problema intimo di un episodio che non è fatto male, ma soffre dannatamente di un grave difetto. Niente di ciò che accade è più imprevedibile di una telefonata con il volto del chiamante in bella vista, preannunciato da un messaggio WhatsApp arrivato giusto un minuto prima. L’intero percorso seguito da Barry per arrivare alla fatidica accensione dell’esplosione (più o meno)controllata architettata da Wells era già scritto, non appena lo scontroso scienziato di Terra–2 ha promesso di restituire la speed–force ad Barry, da subito stufo di essere solo il consulente scientifico del dipartimento di polizia. Né le parole filosofeggianti del redivivo Henry Allen, il cui contributo maggiore è sicuramente la rivelazione che il cognome da nubile della nonna di Barry è proprio quel Garrick adottato dal Jay di Terra–2, fornendo così indizi sull’identità dell’uomo con la maschera di ferro, né la quanto mai intempestiva dichiarazione di Iris, che magari ora si aspetta che il suo friendzonato amico dimentichi il palo preso in passato, possono far deragliare quel treno che veloce corre verso l’inevitabile destinazione. Tutto il resto, dall’ingegnoso ologramma di Cisco alla roboante entrata in scena di un fanfaronesco Rupture, tanto pericoloso che basta una immagine proiettata a batterlo, dal rifiuto iniziale per i rischi troppo alti alla sempre efficace entrata in scena di Zoom, sono solo un perdere tempo prima di arrivare a quello che non poteva non essere. Perché Barry non può non essere The Flash. Perché il suo coraggio e la sua volontà di proteggere l’indifesa Central City non possono fermarsi davanti ad un’egoistica paura di perdere un possibile amore (e già la storia con Patty lo aveva dimostrato). Perché tre padri a rappresentare tre inconciliabili eppure tutti ragionevoli punti di vista non possono cancellare l’autonomia che l’eroico figlio ha sempre dimostrato. Perché, dopotutto, la serie si chiamerà anche The Flash e altri potranno indossare quella tuta rossa, ma il suo vero titolo dovrebbe essere Barry Allen. E, a meno che non si sia deciso di puntare tutto sulla storia invece che sui personaggi e non è certamente questo il caso, il protagonista non può che essere se stesso.
Pur nella sua prevedibilità, l’episodio raggiunge comunque la sufficienza, superandola anche grazie alla bravura di un cast ormai rodato e ad alcune scene che ne evidenziano le qualità. Se, infatti, è chiaro fin da subito il dove si vuole arrivare, è importante anche il come ci si arriva. Sono quindi efficaci le interazioni tra Henry Allen e Harrison Wells, due figure paterne entrambe ugualmente importanti per la maturazione di Barry. Se il ruolo del primo è ovvio, nonostante l’ingiustificato eclissarsi di questa stagione, altrettanto decisivo sta diventando il secondo, il cui carattere spigoloso ma onesto offre al giovane eroe quella incondizionata fiducia che lo incoraggia a non aver mai paura di osare l’inosabile che si tratti di viaggiare verso un’altra Terra o affrontare un mostro tanto spietato quanto superiore per velocità e forza. È in realtà tutto il team degli Stark Labs a guadagnare dalla presenza di questa nuova versione di Wells, dal momento che è stato sempre grazie a lui che Cisco ha imparato a non aver paura dei suoi poteri, per quanto ancora troppo altalenanti e usati dagli sceneggiatori come comoda scorciatoia, che si tratti di scoprire dal nulla l’identità di Zoom o richiamare in scena Dante. Ma tutto diventa perdonabile quando si parla di Cisco, sempre più dispensatore di riferimenti a serie tv, fumetti e videogiochi da perfetto nerd super simpatico quale è. Fino alla chicca imperdibile del dialogo con Wells sulla bacchetta di Harry Potter chiusa dall’ expecto patronum per scatenare la tempesta di fulmini e inarrivabile top dell’episodio in fatto di citazioni.
Arrivati a tre episodi dal season–finale, Rupture svolge bene il suo compito di lanciare la volata conclusiva, pur soffrendo di una mancanza di imprevedibilità che era comunque inevitabile data la natura della serie. Perché nel mondo di tutti i giorni ciò che è morto resta morto, ma qui siamo in tv e ci vuole altro che un falò inatteso per convincerci che il fastest man alive non ha preso solo una vacanza.
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Prima di tutto complimenti per la recensione, ben scritta.
Volevo fare una considerazione sul colpo di scena finale, per quanto sia banale e scontato il fatto che Barry non sia morto è comunque un dato di fatto che in questa puntata il colpo di scena finale c’è stato.
Chi si aspettava che la puntata finisse con un Barry vaporizzato? Di sicuro nessuno, è qui che sta il colpo di scena, quella scena che nessuno si aspettava e non il fatto che sia morto il che è abbastanza scontato come ho detto prima il fatto che non lo sia.
Quindi in questo la puntata ha avuto successo, è innegabile.
Per quanto riguarda Wally e Jesse anche questo era abbastanza scontato per chi conosce Flash e i fumetti a lui dedicati ma questa banalità non è da attribuire secondo me alla sceneggiatura perché si sono soltanto basati su quello che succede nel fumetto, e credo che su questo siamo un po’ tutti d’accordo 🙂
Per la questione Zoom invece il fatto che possa tranquillamente passare da un mondo ad un altro senza problemi secondo me è da attribuire ancora al passaggio creato da Cisco due puntate fa….di sicuro non hanno spiegato bene questa cosa e quindi è da considerarsi un buco di trama però mi pare di capire che Cisco ha “indebolito” per così dire il tessuto tra i due universi così da consentire il passaggio da un universo all’altro…sennò un altro motivo non ci sarebbe.
Per il resto è stata una puntata migliore delle ultime due con un ritmo abbastanza alto secondo me, con attori come Cavanagh e gli altri che hanno dato come sempre un ottimo contributo alla serie.
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no io non me lo aspettavo lo sbriciolamento di Barry U_U quindi sono passata dal ridere per l’expecto patronum al NUOOO. ci ho creduto per tipo due minuti che fosse morto del tutto, ho pensato che i due nuovi futuri speedster avrebbero preso il suo posto e poi ho googlato un po’ e mi sono rasserenata 😛
concordo sulle lacune, però è sempre godibile, quindi tanti cuori <3
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Ormai ci sono lacune talmente insopportabili da rende difficoltoso seguire The Flash. A parer mio, nella 2×20 ho trovato buone solo le scene di Zoom alla caffetteria, sono momenti come questo a renderlo un villain più tosto di Anti-Flash, e anche gli ultimi minuti finali con la presunta scomparsa di Barry (si può intuire cosa gli è capitato)…tutto il resto è irrilevante! É sempre più irritante questo continuo aggirare l’obbiettivo con i soliti sfoghi immaturi senza neanche un minimo di sforzo degli autori nel costruire una trama credibile e innovativa! Almeno se i dialoghi fossero ben studiati invece di proporci sfoghi da sottolineare cosa hanno fatto e cosa faranno. Poi, non capisco perché far riapparire Dante di Terra-1 se non è servito a niente per la trama…? Non potevano chiamare l’attore solo per il suo doppio di Terra-2?! La “fine” di Barry mi ha stupito più che altro nella scelta di giocare questa carta così prematuramente. E certamente sarà prematuro anche il suo ritorno! Ma fino ad allora, sono molto preoccupato come conceranno questa versione di Wally nella spalla/eroe di “zio” Barry…già Barry di per sé è un eroe fiacco qui! Forse posso dare una possibilità a Jessie, ma su Wally sono terrorizzato da come l’hanno reso infantile nelle puntate precedenti.
ragazzi ma è possibile vedere gli episodi che già stanno facendo in America?
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Domanda domandina molto stupida da inesperto di fumetti ( magari sulla carta qualcosa è spiegato)
PErché Barry deve entrare nella macchina per farsi ritornare la velocità. O meglio, perché SOLO Barry. Se la macchina funziona, perché non la potrebbe usare Harry, oppure Cisco o chiunque altro? Potevano buttare su una spiegazione alla buona ( che so, questa versione dell’acceleratore non è potente come l’originale, quindi non può essere usato per fare arrivare i poteri ma solo a riattivarli a chi li ha già avuti)