
The Flash: Recensione dell’episodio 2.01 – The Man Who Saved Central City
In verità questo episodio non si è poi rivelato completamente all’altezza delle mie aspettative, forse perché il suo compito era un po’ complicato: raccogliere i pezzi dell’esplosivo finale della scorsa stagione e buttare le fondamenta per nuove cose. Ne esce un episodio un po’ scoordinato. Certo, pieno di tutti quegli elementi che ci avevano fatto già amare ogni singolo secondo di questo telefilm, ma proprio per questo anche un po’ frammentario.Le interviste agli autori e i trailer ci avevano già preparato al tono cupo che avremmo trovato ritornando agli Star LAB, eppure mi era parso di capire che la crisi esistenziale di Barry sarebbe durata un filo più a lungo. Invece è solo un flash transitorio che ci traghetta verso altre cose.
La scena iniziale è perfettamente spiazzante. Ci sono i cattivi di sempre, Flash e Firestorm a gestirli come se fosse ordinaria amministrazione e poi via agli Star LAB a festeggiare. Impossibile non rimanere contagiati dal sorriso disarmante di Grant Gustin quando tutti si fanno incontro a Barry sorridendogli e facendogli i complimenti. La scena è così ridente e luminosa che non serve l’apparizione di Eddie per farci capire che è tutto sbagliato. Sei mesi sono trascorsi dall’apertura del buco nero sopra Central City e nonostante tutti in città considerino Flash un vero eroe, Barry è probabilmente al suo livello più basso di autostima.

Ci vuole un po’ di opera di convincimento, parecchie botte in testa e tante dimostrazioni di affetto per far tornare Barry sui suoi passi e per riformare una squadra che, solo unita, può riuscire davvero opporsi ai metaumani.
Il mostro della settimana non impressiona molto, anzi fa un po’ sorridere con il suo ingrandirsi e rimpicciolirsi un po’ gommoso, ma è il pretesto per rimettere insieme il team e introdurre tante novità. Cosa significa la presenza di due Al Rothstein? E perché ad Atom Smasher era stato promesso di “poter tornare a casa”? E forse questo il primo segno dello sconvolgimento dimensionale causato dalla singolarità? E poi Zoom dal nome minaccioso quanto ridicolo che è destinato ad essere il big bad di questa stagione. Fa in tempo a fare capolino anche Jay Garrick con un carico di profezie funeste e che molto avrà da dirci e da spiegare.
Tanti elementi che sicuramente verranno approfonditi nei prossimi episodi che però lasciano ancora una volta al centro di tutto il nostro Barry, un po’ impulsivo, un po’ insicuro, buono fino al midollo. Grant Gustin torna con la sua bravura a regalargli tutto il suo entusiasmo e la sua fragilità. C’è una naturalezza incredibile nelle spontanee lacrime di Barry che non appaiono mai forzate, ma parte integrante di un personaggio che alterna coraggio a insicurezza. Così come vero e profondo traspare l’affetto tra il figlio e il padre finalmente liberato che si abbracciano e si sorridono nella pura gioa di ritrovarsi finalmente insieme dopo tanto tempo.
Mi ha sorpreso la inaspettata liberazione di Henry Allen, ma sono stata particolarmente contenta
Ma il nostro Flash è finalmente tornato e così la sua squadra di bizzarri alleati che non mancano mai di strapparci anche una risata. Non è stato bellissimo quando Cisco ha abbracciato il dottor Stein per il nome fantastico che aveva appena inventato per nuovo metaumano? La speranza è che anche questa stagione la squadra continui a divertirci, emozionarci e perché no, commuoverci anche un poco.
Forward!
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