
The Flash: Recensione dell’episodio 1.13 – The Nuclear Man
Cos’è la normalità? Probabilmente Barry Allen si è posto la stessa domanda per un paio di mesi a questa parte. Un lavoro normale, degli amici normali, un appuntamento con una bella ragazza? Si e no, diremmo noi, con fare filosofico, perché sappiamo che nulla è mai completamente bianco o completamente nero. O forse perché sappiamo che un ragazzo giovane come lui non dovrebbe avere altri pensieri se non, appunto, quale outfit indossare per un primo appuntamento e come fare colpo sulla ragazza che gli piace. Ma non siamo a Milano, non siamo a Londra o a New York bensì a Central City e Barry può essere definito tutto tranne che un ragazzo normale. Divertente, simpatico, altruista, in grado di salvare pazzi che vogliono buttarsi da un palazzo di venti piani o una vecchietta nel bel mezzo di una rapina, ma non di portare avanti un secondo (ma nemmeno un primo) appuntamento senza fare almeno tre pit-stop con la sua tuta rossa. Ed è forse per questo che non possiamo fare a meno di lui.
In questo episodio Barry riesce ad essere attivo su più fronti e, per una volta, la ‘storia della settimana’ non sembra compromettere anche la sua storia personale. L’introduzione di un personaggio come quello di Malese Jow nei panni di Linda Park smuove decisamente l’atmosfera. In parte è merito di un’attrice molto giovanile e divertente, che porta una ventata di freschezza nella vita sentimentale di Barry (o, quantomeno, ci prova), e in parte è colpa del nostro desiderio di vedere il giovane Allen superare la sua infatuazione per Iris. La signorina se la gioca proprio male, se volete sapere la mia: dopo aver affermato con decisione di non provare nulla se non amore fraterno per il ragazzo con cui è cresciuta, si ingelosisce non appena vede qualcuno di nuovo nella sua vita. E non ditemi che non ho ragione perché era gelosia quella che le si leggeva in faccia, era la stessa gelosia che l’ha portata a spifferare a Linda dei sentimenti che Barry nutre per lei… anzi, nutriva, perché il passato è passato e anche Barry lo ribadisce, non appena ha occasione di confrontarsi con Iris. Era proprio ora che qualcuno facesse presente alla giornalista want-to-be che non può avere il piede in due scarpe. Hai scelto Eddie? Bene, ma non mettere i bastoni tra le ruote a quello che affermi essere il tuo migliore amico!
La storia del triangolo amoroso regge e ci diverte ma non c’è dubbio che, per una volta, non è Barry al centro dell’episodio bensì Caitlin e Ronnie. O Caitlin e il Dottor Martin Stein… o Caitlin e il Dottor Stein nel corpo di Ronnie. Trovarsi di fronte una persona che si ama, consapevoli che non si tratti di lui, non deve essere stato facile per la dottoressa Snow, come non deve essere stato facile sopportare la perdita di Ronnie. Ora che il suo corpo è di nuovo in giro per i STAR Labs, deve essere ancora più difficile convivere con la consapevolezza che non è il suo fidanzato, quello che ha di fronte, bensì un dottore che non conosce. Ma Flash ha sviluppato una dote invidiabile, ovvero quella che permette di vedere qualsiasi situazione, per quanto disperata e difficile, con una via d’uscita. Stavolta la via d’uscita corrisponde ad una bomba nucleare, letteralmente, ma per fortuna nessuno resta ferito. L’interazione sullo schermo tra Danielle Panabaker e Robbie Amell mi ha sorpreso, devo confessarlo. Mi piaceva moltissimo come si era sviluppata l’amicizia tra Barry e Cailtin e pensavo che vederla con il suo ex sarebbe risultato poco piacevole: mi sbagliavo. La chimica tra i due attori, benché non abbiamo ancora avuto modo di conoscerli a fondo, c’è e si vede.
Un po’ isolata ma comunque cruciale è la crociata portata avanti a Cisco e il detective West, intenzionati a scovare quanto più possibile sul reale assassino della madre di Barry. La risposta che trovano è una risposta che ci aspettavamo fin dall’episodio dell’anti-flash, in cui ci eravamo resi conto della scia gialla che si lasciava dietro. La notte dell’omicidio della signora Allen c’erano due velocisti, nella stanza, uno con la scia rossa ed uno con la scia gialla. Il sangue del primo è finito sul muro della casa d’infanzia di Barry e ha dimostrato quello che ormai sospettavamo da tempo: era proprio Barry, quello che ha tentato di salvare sua madre, grazie ad un viaggio nel passato. Come ci sia riuscito ancora non è chiaro ma il viaggio nel tempo è qualcosa a cui si sta accennando da un po’ e sembra che siamo vicini a scoprire di più a riguardo. Cisco ci aiuterà senza dubbio a tal proposito.
Un episodio decisamente divertente, che mantiene un tono leggero senza perdere di vista la trama globale, portando avanti in contemporanea sia quella che la storia della settimana. La leggerezza di Barry prova ancora una volta che la scelta di Grant Gustin non poteva essere più adatta per un personaggio con il suo e anche l’arrivo del dottor Stein nei flashback, grazie al noto volto di Victor Graber.
Note sparse:
Barry e il peperoncino: le risate!
Iris già non ci piace, come pazza gelosa ci piace anche meno
L’intervento dei militari: che Amanda Waller faccia il suo ingresso trionfale anche a Central City?
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1.13 - The Nuclear Man
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