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The Fall: Recensione dell’episodio 3.01 – Silence and Suffering

La terza stagione di The Fall l’aspettavo con un misto di curiosità e preoccupazione. Dopotutto se il fulcro della storia è la nascita e poi la cattura di un serial Killer, mi chiedevo: “cosa dovranno mai raccontare in una terza stagione?”

The FallLa seconda era finita con il ritrovamento di Rose Stagg, nel bagagliaio di un’auto abbandonata in un bosco e con la sparatoria in cui era rimasto coinvolto sia Paul Spector (Jamie Dornan) sia il detective Tom Anderson (Colin Morgan). La terza stagione riprende le fila della storia proprio da lì.
Paul Spector sta per morire e mentre viene operato nel tentativo di salvargli la vita, anche la sua vittima Rose Stagg è ricoverata nello stesso ospedale.

Sebbene abbia trovato fin troppo didascaliche e poco sottili le scene oniriche in cui Paul guida nel tunnel come metafora della morte che incombe e della lotta alla sopravvivenza, The Fall non delude mai grazie, soprattutto, al suo sguardo originale sugli eventi narrati.
L’episodio di debutto della terza stagione, infatti, mischia le carte sia rispetto alla struttura narrativa che all’ambientazione.
Nei primi dieci minuti sembra quasi di essere in un medical drama anglosassone; vengono snocciolati termini e procedure mediche e l’intero episodio si svolge proprio nell’ospedale.

The FallA non deludere gli affezionati della serie, però, sono soprattutto i dialoghi e la scrittura dei personaggi, sempre eleganti, reali e taglienti. Stella vive in prima persona una sofferenza fisica, come donna. Questo lo abbaiamo visto sin dalle prime battute della serie; le violenze subite dalle donne vittime di Spector sono rappresentate con precisione e consapevolezza come vittime e perseguitate in quanto donne.
Il tema del femminicidio è centrale nella serie e Stella, rappresenta con la sua misandria  strisciante (concedetemi il termine!), è quasi il peso necessario a controbilanciare la violenza. Il suo discorso al marito di Rose Stagg è emblematico su come le donne siano sempre colpevolizzate. Lui si chiede: “perché non ha lottato? Perché è andata via con lui?”. Questa è la società patriarcale in cui le donne vivono, e già solo per questo sguardo vivido, The Fall vince.

Stella si batte, anzi si angoscia, come gli fa notare e insinua il collega Anderson, per fare in modo che Paul Spector venga salvato, per consegnarlo alla giustizia e permettere che venga giudicato e punito da un tribunale; ma cosa veramente Stella sente, cosa veramente la lega a Paul non è chiaro. Sappiamo solo che Gillian Anderson ci restituisce una donna angosciata, ansiosa, preoccupata per la vita di un serial killer che fondamentalmente odia le donne.
E siamo i primi, noi spettatori,  quando Paul viene portato all’ospedale e vengono elencati tutti i danni che le due pallottole hanno procurato, quasi in apprensione per la sua vita.
The FallIl viso quasi angelico di Jamie Dornan stride da sempre, dal pilot di questa serie, con l’immaginario collettivo del male e anche ora che lo vediamo sofferente sulla lettiga dell’ospedale, tra la vita e la morte c’è qualcosa di disturbante nel provare preoccupazione per un personaggio così violento e pericoloso, ma esteriormente affascinante. E’ proprio su questo che si snoda la storia di The Fall e che continua a confondere noi spettatori.
La finestra narrativa costante sulla figlia e la moglie, non fanno altro che farci empatizzare ancora di più con tutto ciò che lo riguarda.

La terza stagione di The Fall parte molto bene e non tradisce le aspettative, dimostrando che l’arco narrativo non è ancora esaurito del tutto.
Il clima angosciante, quasi asfissiante, che sembrava essersi risolto con la cattura di Paul Spector nella scorsa stagione, torna a fare da sfondo alle vicende. Vedremo mai il processo a Paul Spector? O la serie ci riserverà qualche sorpresa inaspettata?

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Maura Pistello

Fondatore/ Admin Serie tv dipendente, accanita lettrice, amante del cinema e dell'arte

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