
The Crown: Vanessa Kirby e Jared Harris parlano dei loro personaggi e del duetto
Una delle relazioni più commoventi in The Crown è proprio quella tra la principessa Margaret (Vanessa Kirby) e suo padre il Re Giorgio (Jared Harris). I due attori non si erano mai incontrati prima di girare questo show. Ecco cosa hanno detto intervistati da The Vulture:
“Lui è stato perfetto.” Dice Vanessa entusiasta. “E’ arrivato a prove già iniziate perchè stava girando altro, ma quando è arrivato subito ci siamo dette tra noi. Eccolo! E’ proprio il nostro papà!“
L’amore tra re Giorgio e Margaret è palpabile ogni volta che condividono una scena, ma lo è soprattutto quando duettano insieme al piano cantando Bewitched. Com’è stato girare quella scena?
Vanessa: Oddio!
Jared: siamo stati così bravi. L’abbiamo registrata a Clapham. E il tecnico ha schioccato le dita è ha detto. Perfetta al primo colpo!
Vanessa: E’ stata una scena molto emozionante. Davvero bella. Stephen Daldry voleva inserire qualcosa che desse subito l’idea del loro rapporto. Ma era difficile infilare tutto nei primi due episodi. Ma è stato subito chiaro che fosse davvero importante mostrare come la morte del padre abbia influenzato la vita di Margaret e tutte le sue scelte. Quelle di entrambe le figlie. Erano così legati. Lui ha sempre detto che Elisabeth era il suo orgoglio e Margaret la sua gioia, e lo si vede in molti episodi. Lei era sicura di essere la preferita, ma quando Elisabeth diventa regina perde tutto questo, perde il centro della scena.
Avete davvero registrato la canzone al primo tentativo?
Jared: Certo! Bè, quando l’abbiamo registrata era per avere una canzone di background e l’abbiamo registrata molto presto. Non eravamo sicuri che andasse bene. Ma poi Stephen l’ha sentita e ha detto “Oh no, è perfetta!”
Vanessa: Anche perchè non è una gran suonata, no?
Jared: Già, alla fine non siamo poi così bravi! (ride)
Avevo un terribile raffreddore che mi aveva reso rauco e stonato.
Non ricordo il nome dell’uomo (della studio di registrazione), ma ebbe davvero una grande intuizione a farmi partire in ritardo (nel cantato), questo ci ha permesso di fare un sacco di cose, quando abbiamo effettivamente girato la scena, che non avevamo preso in considerazione. Era come se lui (il re) fosse incoraggiato ad unirsi al coro.
V: In qualche modo offro al re della libertà. Lascio che si goda tutta questa gioia.
J: E’ come se lei gli offrisse un piccolo dono. E poi pensare a tutta quella gente intorno. Non credo lo avrebbe mai fatto. Gli sarebbe piaciuto moltissimo essere abbastanza spavaldo da farlo da solo, ma sono sicuro che non ci sarebbe riuscito. E’ lei che gli offre questo regalo.
E così avevi il raffreddore?
J: Già, una vera e propria bronchite!
V: Non poteva recitare insomma.
Pensi di averla attirata in qualche modo?
V: Penso proprio di sì. Io continuavo a dirgli: hai combinato qualcosa. Ci hai pensato così tanto che si è manifestata.
J: E’ stato destino. Un dono degli dei.
E’ un affascinante segno dei tempi vedere il re che fuma una sigaretta proprio mentre tossisce così tanto.
J: Già. Gli era stato proprio consigliato di fumare di più per liberare i polmoni.
V: E anche Margaret era una fumatrice incallita. Nulla la fermava dal fumAre, mentre Elizabeth non ha mai toccato una sigaretta.
J: E glielo hanno tenuto nascosto. Il governo sapeva che lui aveva il cancro e pensarono fosse meglio non dirglielo.
V: Pensi che abbiano fatto la cosa sbagliata?
J: Penso sia una cosa terribile. Hai il diritto di sapere tutto ciò che riguarda il tuo corpo. La cosa incredibile è che vedi queste persone con questa incredibile vita e nessuna parte di essa gli appartiene. Neppure il tuo corpo ti appartiene. Lo hai dato allo stato. Ma lui non lo ha dato… ci è semplicemente nato in quel ruolo. Così c’è sempre un affascinante contrasto tra i privilegi e il peso che devi portare su di te, tanto grande che in effetti non sei per nulla libero. C’è questa storia meravigliosa sul giorno della vittoria in Europa dove Margaret e Elizabeth si vestono da persone comuni per andare per strada e godersi i festeggiamenti. Era la fine della guerra in Europa e loro l’avevano vista soltanto da dietro le finestre, oppure erano stati al riparo in Scozia. Ma in quel caso volevano davvero unirsi ai festeggiamente della gente. Così hanno provato solo per quella volta ad essere liberi come la gente comune.
Quando avete accettato le parti avete pensato a quello che i reali avrebbero potuto pensare di The Crown?
J: Ho parlato con Freddie Windsor (il figlio dei principi di Kent)
V: Anche io!
J: Davvero?!
V: Sì, che strano!
J: Giocavo a calcio con lui, così l’ho chiamato e abbiamo pranzato insieme. Cercavo di capire come si rapportassero tra di loro, tra membri della stessa famiglia. I convenevoli erano dovuti ogni volta che si incontravano? Non era una cosa che diventava orribile dopo un po’? Qual è l’etichetta? C’è un’etichetta pubblica e una privata? Mi rispose: “No, la prima volta che li incontri nella giornata riconosci il loro stato di re o regina. Poi per il resto della giornata sei un semplice membro della famiglia. Li saluti con reverenza solo quando ti congedi per l’ultima volta durante la giornata.
V: C’è molto di reale ma anche molto di immaginato. Ma uno può solo concentrarsi sulla propria traiettoria. E io ho principalmente pensato a Margaret, specialmente visto che non è più viva. Le persone non si ricordano di loro quando avevano vent’ anni o erano all’inizio delle loro vite. Vediamo soltanto la regina ora che è una vecchia signora. Ho pensato principalmente ad onorare la memoria di Margaret. Ho cercato di informarmi il più possibile da libri e persone, cercando di ricreare almeno il suo spirito. E’ un pensiero piuttosto emozionante quello di offrire ad un pubblico mondiale il ricordo o l’accesso alla vita privata di queste persone. E’ incredibilmente importante. Margaret in special modo ha perso l’amore della sua vita perchè Elizabeth non le ha permesso di sposarlo. E già solo quello penso che debba essere ricordato. La cosa divertente è che ho recitato in un opera teatrale dopo questo ruolo e uno dei membri del cast ha portato una lettera che Peter Townsend aveva scritto a suo zio. Scriveva da Bruxel. E tenevo questa lettera fra le mani e tremavo. Ho pianto tantissimo, perchè mi ero sentita così vicina a lei e alla loro storia in quegli otto mesi. Poter toccare quei fogli è stato qualcosa di davvero speciale.
J: E allo stesso tempo la serie offre davvero tanto rispetto per quello che hanno passato. E’ una visione molto toccante e umana di queste persone. Non è superficiale… è molto seria e empatica. Da quel punto di vista non possono immaginare che ne resteranno delusi perchè, apparentemente, sono ossessionati dalla loro immagine pubblica e tutto questo non potrà far altro che migliorarla.
Fonte: Vulture