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Recensioni Serie Tv

The Big C – 1.02 Summer Time

Le ottime premesse della prima puntata vengono mantenute anche in questo secondo episodio che vede Cathy affrontare i problemi matrimoniali e la prossima partenza del figlio per il campo di calcio estivo, che lo terrà lontano da casa per 6 settimane.

Paul, convinto che Cathy abbia un’amante, chiede alla moglie di consultare una terapista matrimoniale. La scena, per lo spettatore, che ha un punto di vista privilegiato sapendo della malattia di Cathy, appare quasi grottesca. Paul si lamenta della perfezione di Cathy, di quanto senta di essere stato fortunato e di voler salvare questo matrimonio, dall’altra parte un’assorta Cathy al rapporto perduto con il figlio e al suo latte alla vaniglia. Indubbia presa in giro della psicanalisi come panacea quando la terapista chiede “e le due cose sono associate?”.

(Le immagini dell’episodio nella Gallery)

 

In realtà Cathy è ancora innamorata del marito, ma è allo stesso tempo stanca di essere quella responsabile, da cui ci si aspetta sempre il comportamento migliore e la soluzione, di chiudere gli armadietti che gli altri lasciano aperti e di raccogliere i vestiti che vengono lasciati in giro.

Dalla consapevolezza quindi di dover sfruttare appieno il tempo rimasto, nasce anche quella punta di egoismo che la porta a negare al figlio il campo estivo in modo da averlo per sé anche per quelle sei settimane.

Certo c’è egoismo, non saprei però come definire la volontà di non dire nulla della malattia ai suoi cari. Non vuole essere compatita, non vuole che gli altri siano costretti a prendersi cura di lei, probabilmente non vuole che soffrano e che si preoccupino. Per certi versi sarebbe la via più facile – sempre tenendo conto del tema di cui stiamo trattando – ma a questo punto la scelta di tenersi tutto dentro appare coraggiosa. Il farsi amare e rispettare nonostante i comportamenti bizzarri e le durezze e/o negazioni necessitano di tanta forza di volontà. Vedremo fino a quando saprà resistere.

Rispetto alla prima puntata le cose non avanzano molto, ma d’altra parte la trama era ben chiara sin dall’inizio. Assistiamo, certo, all’evoluzione di Cathy nella sua scelta di affrontare la malattia con il sorriso. Vengono ulteriormente oliati i meccanismi di relazione tra Cathy e il dottore – indubbiamente personaggio azzeccato e valvola di sfogo – così come quelli tra Cathy e Andrea che di fatto regalano i migliori momenti comici degli episodi (fenomenale l’inseguimento con il fucile paintball).

Una piccola parola su Ganourney Sidibe va spesa. Candidata all’oscar per Precious, praticamente esordiente, riesce a creare un personaggio che diventa il perfetto complementare di Cathy: una bionda, bella e con una malattia terminale, l’altra bruttina, nera e assolutamente incurante della propria salute.  Sicuramente per interpretare un personaggio così ci vuole una gran bella dose di autoironia, per cui mi auguro che sia un personaggio regular.

Due scene mi sono rimaste nel cuore, certo viste e riviste forse, ma sicuramente delicate e ad effetto. La prima è quella in cui  Cathy porta del caffè a Marlene e si ferma ad osservare le rughe che lei non potrà mai avere.Per Marlene che non conosce la situazione però quella della donna appare nulla più che un’intrusione andando ad incrinare ulteriormente il loro già precario rapporto. La seconda scena è quella in cui Cathy va a dormire nella stanza del figlio, sul pavimento, con un cuscino e un lenzuolo, pur di sentirlo vicino. Ad un occhio che non conosce la situazione sicuramente queste appaiono come bizzarrie, che vanno però lette con lo stato psicologico della nuova Cathy.

Purtroppo come gli altri dramedy Showtime le puntate durano troppo poco! Ma la voglia di vedere la prossima c’è già.

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