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The Big Bang Theory: Recensione dell’episodio 9.24 – The Convergence Convergence

The Convergence Convergence chiude la nona stagione di The Big Bang Theory in realtà in assenza di un vero e proprio finale e con una conclusione banale e sempliciotta, intuita anche dai muri fin dall’entrata in scena del dottor Hofstadter senior. Peccato, perché in questo nono anno di trasmissione, le “avventure” di Leonard, Sheldon, Howard, Raj e compagne erano riuscite ad innalzare la qualità non proprio eccelsa delle ultime stagioni di The Big Bang Theory, anche se non sono mancate diverse puntate di basso, bassissimo, tenore.

The Big Bang TheoryIn realtà The Convergence Convergence sarebbe una puntata perfetta per una doppia puntata di finale di stagione. Come poi d’altronde è. Il problema, qui, è che la puntata gemella andrà in onda solo nella prossima stagione televisiva. Il secondo problema di questo finale deriva dalla scelta di applicare il cliffhanger a due personaggi più che marginali nel racconto, uno, il padre di Leonard, addirittura introdotto per la prima volta solo a metà di questa puntata. Le conseguenze della notte insieme trascorsa da Alfred e Mary potrebbero essere pesanti, per quanto riguarda Sheldon e Leonard, è vero, ma con le scelte mostrate in quest’ultimo episodio i due protagonisti principali del racconto sono rimasti esclusi dalla narrazione. Talmente esclusi che non vengono nemmeno presi in considerazione per il secondo, piccolo, cliffhanger della ventiquattresima puntata.

A ricevere infatti la richiesta da parte dell’Aeronautica Militare sono solo Howard e Raj, i quali non fanno in tempo a condividere la notizia con gli amici, che immediatamente si ritrovano immersi in una paranoia bellica tipica degli anni ’80 e ’90, The Big Bang Theorydove praticamente tutto il cinema hollywoodiano doveva dipingere il blocco sovietico come il male da combattere su ogni fronte, paese infingardo, da introdurre le proprie spie all’interno della società statunitense per agganciare gli obiettivi sensibili, per colpirli o compier il lavaggio del cervello. Nella trama secondaria di The Convergence Convergence, Howard, che nelle puntate precedenti aveva affermato di essere tranquillo riguardo le possibili implicazioni militari della loro scoperta e di aver già considerato ogni evenienza, riesce a coinvolgere nella propria paranoia anche Raj e Bernadette. Dapprima è convinto che il Governo voglia impossessarsi del loro lavoro per ottenere un’arma, poi che i russi, o qualsiasi altro nemico americano, si siano finti il Pentagono sempre con il medesimo obiettivo, finendo in una trama di spie derivante dall’universo cinematografico di quando i nostri protagonisti erano bambini e causata da un’osservazione di Raj.

In tutto questo precipitare di eventi i problemi iniziali, dai quali il ventiquattresimo episodio parte, rimangono in secondo piano. L’incapacità di Penny di riuscire ad instaurare un rapporto con la madre di Leonard, infatti, finisce quasi immediatamente nel dimenticatoio. La situazione viene semplicemente ripresa all’inizio, sottolineando come, per contrasto, invece, il rapporto fra Amy e la madre di Sheldon sia caratterizzato da un certo grado di complicità, e poi più avanti, brevemente, nel viaggio in auto fino al ristorante, prima che la scena diventi ad uso e consumo della paranoia di Howard.

Il secondo problema,  il pessimo rapporto fra i genitori di Leonard, invece, sembra essere unicamente stato introdotto per dare il via alla possibile relazione fra Alfred e Mary, sostanzialmente insieme sulla stessa barca, uno a fianco dell’altra lungo la linea di tiro di Beverly. Cosa possa derivare da questo connubio lo sapremo fra qualche mese. The Big Bang Theory Tre le possibili opzioni: niente; Leonard e Sheldon diventano fratellastri, almeno dal punto di vista metaforico; la notte insieme trascorsa da Alfred e Mary si trasforma semplicemente in un passo ulteriore nel rapporto fra i genitori di Leonard. Nel secondo caso, la trasformazione verso la quale si andrà incontro è qualcosa di pressoché inutile, da sempre già materializzata nell’universo di The Big Bang Theory, fin dalla prima puntata. Nel primo e nell’ultimo caso, lo stratagemma utilizzato per chiudere la nona stagione si rivelerebbe alquanto inutile: l’inconciliabilità della presenza di entrambi i genitori di Leonard al matrimonio del figlio era già stata ampiamente descritta in due battute, superfluo aggiungere altro. In ogni caso, come già detto all’inizio, il cliffhanger introdotto non ha certo la potenzialità di far rimanere lo spettatore col fiato sospeso per scoprire cosa potrebbe succedere. “Cosa sta succedendo?” la domanda che ritorna all’interno della cena, nell’osservare il rapporto fra Alfred e Mary, è alla fine la stessa domanda che si pone il pubblico nell’assistere ad una narrazione che parte letteralmente per la tangente senza nessuno al comando.

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Federico Lega

Fra gatti, pannolini, lavoro, la formazione del fantacalcio e qualche reminiscenza di HeroQuest e StarQuest, stare al passo con le serie tv non è facile ma qualcuno lo deve pur fare

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