
The Big Bang Theory: Recensione dell’episodio 9.08 – The Mystery Date Observation
The Mistery Date Observation si basa tutto sull’assurdo, è un gigantesco “what if…” votato all’ipotetica del terzo tipo. Da una parte abbiamo Amy che ha deciso di frequentare Dave, senza sapere che il suo spasimante è un incallito fan di Sheldon; dall’altra abbiamo Sheldon che, con l’aiuto di Howard e Raj, riesce a trovare una donna quasi perfetta, bellissima, ma che viene respinta perché ha impiegato qualche secondo di troppo per risolvere tutti gli enigmi ideati dai tre amici (e non è un’appassionata di spettroscopia atomica).
Si torna per un po’ a ridere in questo ottavo episodio, anche se i muscoli facciali iniziano a fare male dopo troppi sorrisi spesso forzati. Forse è un po’ una risata liberatoria, perché comunque il livello di comicità di The Mistery Date Observation non è alto, o comunque degno dei passati di The Big Bang Theory, e unicamente impostato sul personaggio di Dave e sull’epilogo del plot di Sheldon. Per il resto della puntata, sostanzialmente, si attende questi due momenti, anche perché i personaggi in scena non fanno poi molto e se lo fanno, vedi Bernadette (il suo essere subdola, ma piccina, esperta nei pedinamenti e con un’attrezzatura militare), ormai non fa più ridere avendo perso il tocco di novità che aveva all’inizio. Probabilmente, il problema maggiore di The Mistery Date Observation è la sua stessa idea di base: i personaggi non sono più alla ricerca di qualcosa, ma si fanno cercare e desiderare. Più che altro sono quindi passivi, appiattendo decisamente la narrazione. Ci vuole un personaggio totalmente esterno per riportare un po’ di dinamismo e il Dave di Stepthen Merchant è per molti aspetti simile allo Stuart, ideato dello stesso Merchant, di Hello Ladies: inglese, desideroso si trovare la ragazza dei suoi sogni, ma in grado di rimediare pessime figure ad ogni tentativo di rimorchiare, senza pressoché accorgersene.
Dal suo punto di vista, Amy, invece, riesce ad attrarre verso di sé semplicemente una copia molto sbiadita di Sheldon, o comunque, una persona che vorrebbe essere Sheldon in tutto e per tutto, un Sheldon replicante per dirla alla Blade Runner, una brutta copia che si ritrova a tessere le lodi dell’originale, raggiungendo livelli di eccitazione che la coppia Sheldon-Amy non ha mai sfiorato e che Amy ha solamente sognato.
In una sitcom votata interamente alla celebrazione della scienza, l’approccio naturale della neurobiologa, nel tentativo di trovare un nuovo partner, non poteva che naufragare nello stesso elogio di scienza che l’ha fatta scappare, facendola sentire sempre subalterna all’interno della relazione, in secondo piano (“devo trovare un’altra ragazza per poterla ignorare e concentrarmi meglio sul lavoro”), fuori posto e di troppo. La stessa situazione che si crea al ristorante.
Dal canto suo, invece, Sheldon applica un approccio scientifico, mettendo in campo tutti gli elementi e le variabili indispensabili per raggiungere il risultato perfetto. Un esperimento scientifico, di stampo sociale, che, puntualmente si
Un’evenienza di fronte alla quale Sheldon risponde applicando il rigido protocollo scientifico, confermando la sua impossibilità di essere umano, ma coerentemente col suo essere scienziato e un uomo di scienza che vive all’interno di un mondo di regole rigidamente rispettate: un risultato drogato, viziato, non è altro che un falso positivo e come tale deve essere scartato, messo da parte, per poter tornare a portare avanti il lavoro. Un po’ lo stesso discorso avvenuto quando commise un errore a calcolare l’equazione che per un attimo gli spianò la strada per il Nobel. D’altro canto, la Vanessa che si materializza alla porta è una sommatoria di parametri reali e parametri derivanti dal mondo fantastico (come la lingua Klingon), quindi irreale già di partenza. Un sogno, come ricorda Raj urlando (Siamo sognatori di sogni!), raggiungendo il massimo di comicità dell’episodio, sebbene la scelta sia banale, strausata e già vista, ma pur sempre una carta vincente in Koothrappali (insomma, se c’è bisogno di ridere, fate urlare Koothrappali). Ed essendo un sogno, Vanessa, è giusto che rimanga tale e che quindi svanisca.
Morale della favola: un’ottima struttura alla base dell’episodio, ma continua a mancare la comicità. Le dinamiche fra Penny e Leonard, funzionano, sono efficaci in quanto anche verosimili, ma, tornando al discorso iniziale, strappano solo un sorriso e noi siamo in una sitcom…
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