
The Big Bang Theory: Recensione dell’episodio 10.03 – The Dependence Transcendence
Con le prime puntate di questa decima stagione stagione di Big Bang Theory ho definitivamente capito ed accettato una cosa che fino ad ora avevo certamente realizzato, ma che non avevo ancora metabolizzato pianamente: questa serie si è trasformata, è diventata qualcosa che in principio era solo in parte. Con questo concetto intendo dire che, essendo una comedy, è ovviamente nata con puntate di stampo stand-alone e con pochissimi accenni ad una trama orizzontale che per svilupparsi impiegava intere stagioni (la storia tra Penny e Leonard ne è l’esempio più lampante).
Con il passare del tempo e delle stagioni, però, la trama orizzontale ha preso sempre più piede e velocità, fino a mostrarci stralci di quella che potrebbe essere la vita vera di questi ragazzi: c’è chi si fidanza, chi si sposa, chi fa figli, chi riesce a conquistare una crescita personale non indifferente, chi fa passi avanti nel suo lavoro e chi si rende conto che deve abbandonare il sogno irrealizzabile di fare l’attrice per mettere la testa a posto ed intraprendere un lavoro sicuro. Certamente tutto ciò è dato dall’inevitabile bisogno di mostrare la vita che prosegue e una più approfondita psicologia dei personaggi che così non rimangono ferme come in una finzione (soprattutto tenendo in considerazione che 10 stagioni sono tante e sarebbe davvero troppo inverosimile che nella storia personale di questi ragazzi si muova poco o niente), ma io credo che la nuova caratteristica inserita in The Big Bang Theory dipenda anche dalla non più vivissima brillantezza che invece aveva agli esordi.
E’ possibile quindi che gli autori abbiano voluto colmare con la trama che avanza un vuoto di ilarità e comicità ormai palese. Con questo non voglio assolutamente imputare a loro una colpa, perchè mi sembra normale che arrivati a più di 200 episodi le idee non possano essere quelle degli inizi. Dico solo che le situazioni comiche in cui i nostri si possono trovare sono già state esplorate in lungo e in largo e probabilmente si è per questo deciso di andare in un’altra direzione. La mia è solo una constatazione di quello che sta avvenendo sotto i nostri occhi perchè comunque devo dire che la serie continua a piacermi e, anche se non mi fa divertire come una volta, un sorriso me lo strappa sempre.
La seconda trama è quella relativa alla gravidanza di Bernadette che, davanti ad un Raj invadente ma a modo suo premuroso, confessa le sue paure di quasi mamma, non provando nessun entusiasmo tipico del caso ed avendo un passato non tanto “buono” nei confronti dei bambini. Il papà di Raj riesce a calmare Bernadette che ritrova in se stessa fiducia e positività. Ormai non mancherà moltissimo al parto e siamo tutti curiosi di scoprire come cambierà la vita del gruppo di ragazzi all’arrivo del piccolo Wolowitz.
Ovviamente queste sono storyline che vengono trattate sempre in modo divertente e leggero, però è normale che in loro sia previsto un avanzamento di trama. La parte che forse voleva essere un po’ più divertente è quella di Amy e Penny, ma poi comunque si scopre essere un passo avanti per la personalità e l’autostima della scienziata: le due si recano a casa di un collega di Amy per una festa di cui però sono
Insomma, ormai credo sia assodato che The Big Bang Theory è questo. E chi come me si è affezionato al gruppo di ragazzi non può che accettare il fatto che sia un po’ meno divertente rispetto alle prime stagioni, ma in compenso e godersi il dipanarsi di una trama più realistica e con personalità sempre più sfaccettate.
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