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The Americans: recensione dell’episodio 1.08 – Mutually Assured Destruction

Se lo scorso episodio era da considerare più tranquillo del precedente, allora Mutually Assured Destruction può essere considerato come un altro passo nella stessa direzione. Ci troviamo di fronte a un episodio sicuramente interessante ma molto meno carico di momenti di vera tensione drammatica tra i personaggi, a parte un confronto che ci si poteva aspettare. E, ciononostante, è forse l’episodio più rappresentativo di una certa filosofia di fondo. La missione della settimana è sicuramente interessante, tanto che prende buona parte dell’episodio, con tanto di grande botto finale (è il caso di dirlo). Eppure non è certo il vero centro di attenzione della puntata.

Il titolo dell’episodio richiama direttamente il concetto dietro la Guerra Fredda: la certa distruzione per entrambe le parti. Qui sta la magia. Tra gli otto episodi visti fino ad oggi, questo è quello che meno si appropria dei fatti reali della Guerra Fredda, che meno si avvicina allo scenario politico internazionale. E quindi il titolo si riferisce alle relazioni tra le persone. Coinvolte direttamente nella lotta tra spie, certo, ma simbolicamente riconducibile ad uno stato culturale che negli anni ’80 divenne fortemente caratterizzante per l’intero occidente.

Ecco che i personaggi di The Americans quindi sono legati a storie e relazioni che non fanno altro, per il momento, che garantire la propria distruzione. Per tutte le parti coinvolte.

theamericans-108-09Philip ed Elizabeth: la loro relazione non è certo stata stellare, fin dall’inizio. Ma erano riusciti a trovare un modo per creare un legame sentimentale forse mai esistito prima. Ma la loro vita da spie porta a galla la storia di Philip con Irina. Di nuovo lontani, di nuovo entrambi sofferenti. Invece di avvicinarsi ancora, si allontanano nuovamente, per via della bugia di Philip. Per via della precedente mancanza di fiducia di Elizabeth. Ogni volta che uno cerca l’altra, rimangono entrambi scottati. E poi la missione della settimana non va proprio come si aspettavano e questo fa pensare a Elizabeth che ormai si debba smettere di fingere un amore impossibile. E Philip risponde accennando al divorzio.

theamericans-108-05Philip e Martha: la povera segretaria della CIA non potrà che soffrire dalla falsa relazione creata ad arte da Philip. Così come per lui questa relazione non può essere che destabilizzante, al limite della sofferenza, attraversando le difficoltà con Elizabeth. A lui serve che lei continui a fornirgli indicazioni, soffiate, informazioni dall’interno. Martha crede di aver trovato un adorabile analista per il quale vale finalmente perdere la testa. Ovviamente il risultato sarà devastante per lei e non piacevole per lui.

theamericans-108-10Nina e Stan: vale lo stesso ragionamento. Anche se al momento c’è una carica sessuale, questa si consuma evidente nella disperata ricerca di un contatto umano. Probabilmente Nina finirà male, almeno questo è ciò che possiamo aspettarci. E questo rapporto clandestino, per quanto piacevole, non fa che intaccare ancora di più il matrimonio di Stan, che pareva essere il suo unico punto fermo che potesse tenerlo nella vita “normale”. Adesso lo troviamo invece completamente investito dalla corrente della sua vita da agente.

theamericans-108-07Martha e Chris Amador: non una vera coppia, ma c’è una relazione. Il partner di Stan ha avuto una storia in passato con lei. E adesso vorrebbe provare a tornare da lei. Ma lei lo respinge e lui si insospettisce e decide di pedinarla a casa. A cosa può portare tutto questo? Niente di buono, per entrambi. Che lui scopra che lei ha una storia, o addirittura che fornisce informazioni riservate, in entrambi i casi porterebbe alla rovina (materiale o emotiva) di entrambi.

Gaad: possiamo già immaginare come il capo di Stan vivrà il proprio incarico fino a consumarsi. Possiamo forse biasimare il desiderio di giustizia verso gli agenti che rimangono uccisi in questo episodio? No di certo. Ma abbiamo visto più di una volta come Gaad sia un convinto anti-sovietico. Questa strenua lotta forse lo lascerà indenne, ma di certo non oggi.

theamericans-108-01La stessa missione della settimana è una sorta di “distruzione da entrambe le parti”. Si tratta di un assassino al soldo del KGB che viene fatto fuori dal KGB stesso perché non vuole smettere di fare fuori scienziati americani. E nonostante venga fermato le sue azioni accendono il sangue di Gaad. Direi che è chiaro come anche questo rientri nello schema.

Come nota a lato, mi sento di citare nuovamente i travestimenti di Philip, alcuni dei quali sono seriamente troppo spassosi per non farsi una risata. E come altra nota… “Siamese Twins” dei The Cure. Assoluti. Che tra l’altro è la dimostrazione finale della mia tesi iniziale (cercate il testo della canzone).

In conclusione, un episodio particolare, dove forse Elizabeth raggiunge un turning point nei confronti di Philip (ma non ci credo molto) e dove, per il resto, si entra più nel profondo delle relazioni che abbiamo visto instaurarsi nelle puntate precedenti. Un episodio all’apparenza banale, ma che nasconde invece importanti segni e significati, che forse lascia un po’ perplessi, proprio per via di questo effetto di totale distruzione, quasi al limite del nichilismo e dell’assenza di speranza, che la narrazione porta allo spettatore. Adesso ne sono certo: The Americans è una grandissima serie, piacevolissima sorpresa.

 

Alessandro

Pianoforte a 9 anni, canto a 14, danza a 16 anni. Poi recitazione. Poi la scuola professionale di Regia Cinematografica. Poi l'Accademia di teatro di prosa. Anche grafica, comunicazione, eventi di spettacolo. Ma qui soprattutto un amore sconfinato per le serie tv americane e inglesi, con la loro capacità di essere le vere depositarie moderne della scrittura teatrale antica anglosassone.

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