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The 100: Recensione dell’episodio 3.04 – Watch the Thrones

Nell’antica Roma i gladiatori combattevano per il divertimento del popolo mentre i generali difendevano i confini dell’Impero Romano dai barbari; nel medioevo i cavalieri (che fossero cortesi o meno resta da verificare) si sfidavano nei tornei, mentre eserciti guidati dai loro signori assediavano fortini e fortezze. Stesso schema, soltanto qualche secolo e una guerra atomica più tardi, ricompare in questo episodio, in cui l’attenzione si concentra su due tipi diversi di sfida. Da una parte c’è la vera guerra, il vero esercito e il modo un po’ violento e un po’ troppo irrazionale con cui il novello Pike decide di gestirlo. Dall’altra c’è Lexa e la sua sfida con Roan, costretti a battersi all’ultimo sangue per via di una regina incapace di farsi gli affari suoi e di accontentarsi del potere che già ha.

the 100Un tema importante che la terza stagione di The 100 ha pensato di introdurre e che sta, almeno per adesso sviluppando egregiamente, è quello dell’evoluzione e del cambiamento. Più che in ogni altro momento delle passate stagioni, i personaggi cambiano e si adattano a quello che succede nelle loro vite. Alcuni riescono a mostrarlo più degli altri ma questo non li rende meno ‘evoluti’. Clarke accetta il giuramento di Lexa, è vero, ma continua imperterrita a pensare al bene della ‘sua gente’. Almeno, è quello che continua a ripetere come una litania. La verità, tuttavia, è che a Clarke non dispiace la sua posizione nella capitale, come non le dispiace fasciare la mano ferita di Lexa alla penombra delle candele, addosso solo una vestaglia di tre taglie più grossa. Clarke si sta rammollendo, se volete il mio parere, e non è un cambiamento in positivo. Dov’è la ragazza che, da sola, è riuscita a conquistare il Mounth Weather? Che è riuscita a togliere di mezzo il presidente e proteggere la sua gente non una, non due, ma decine di volte? Il seggio nel consiglio potrà anche sembrare come una buona scelta, una scelta consapevole per il bene degli Skaikru, ma Clarke non è fatta per un parlamento o per la politica. Clarke è fatta per il campo di battaglia, che le piaccia ammetterlo o meno, e personalmente – per quanto mi spiaccia, sapendo quante ne ha passate la poverina – non vedo l’ora di rivederla in azione. Non parlo necessariamente di un’azione guerresca, parlo di un qualsiasi tipo di azione.

the 100Anche Lexa, che di azione dovrebbe vederne una minima parte, mette in piedi un combattimento che fa quasi impallidire l’incontro tra la Montagna e Oberyn Martell. Costretta a difendere il proprio onore e il proprio ruolo di comandante, Lexa accetta la sfida della regina di Ice Nation e si accinge a combattere contro Roan, a sua volta forzato in uno scontro solo per recuperare il proprio status regale. Alycia Debnam-Carey non è mai stata il mio personaggio preferito (fondamentalmente per quella scaramuccia delle Clexa versus le Bellarke) ma è uno spettacolo e non c’è modo di negarlo. Quando combatte – controfigura o no – è una forza della natura e difende il proprio trono, benchè non sia una regina. Difende anche il trono di Roan, quando uccide la madre, e riesce non solo a guadagnare la nostra simpatia, risparmiando Zach McGowan, ma perfino quella del popolo, che a quanto pare non sopportava Nia neppure un po’. Una potenziale alleanza tra Lexa e Roan, con le implicazioni del coinvolgimento di Clarke, mi intriga. Il motivo principale di questa stagione sembrava essere la rivalità con l’Ice Nation ma, da come si stanno calmando le acque, forse non è la Nazione di Ghiaccio ad essere un vero pericolo.

the 100Se si è in cerca del potenziale pericolo, infatti, basta sbirciare all’interno dell’accampamento di Arkadia. Pike ha perso un buon 90% della sua gente, quella proveniente dalla Farm Station, a causa dei grounder. Se da un lato il suo odio è razionale e perfino giustificato, non può affatto esserlo quello di Bellamy. Sono stata profondamente delusa dal maggiore Blake in questo episodio. E’ evidente, infatti, come anche all’interno dei sopravvissuti dell’Arca si stiano creando delle fazioni e Abby e Kane, per quanto in buona fede, non sono in grado di contenere una rivolta di massa. In verità, non dovranno neanche farlo, visto che adesso è Pike il cancelliere e che, grazie al suo ‘prima spara, poi pensa’, una guerra – evitata con tanta cura e a cui hanno tutti lavorato con tanta fatica – potrebbe arrivare prima del previsto.

Una guerra che rischierà, se non altro, di schierare fratello contro fratello (Octavia e Lincoln dubito che decideranno di marciare al fianco di Bellamy) e amico contro amico (eh si, Clarke e Bellamy potrebbero benissimo trovarsi sui lati opposti di un campo di battaglia, a questo punto). Sono tutte ipotesi, naturalmente, ma è evidente che un regime radicalmente opposto ai grounders non potrà che creare disordini e caos.

the 100La terza stagione di The 100 ha imboccato la strada giusta, continuo a ripeterlo e spero di non essere l’unica a pensarlo. Si tratta di una storia che non fa che migliorare, evolversi, mutare, in cui i personaggi non sono mai quello che ci aspettiamo e in cui i colpi di scena non mancano mai. Un episodio che sottolinea con forza l’importanza della pace e l’imminente incombere della guerra, mentre la scacchiera non è ancora completamente allineata e tutti i giocatori sono ancora in tempo per ritirarsi da una partita che, se giocata, potrebbe porre fine alla Terra per come la conosciamo.

P.S. Murphy? Avrà fatto l’infelice fine del Titanic? E ALIE? Sarà in luna di miele con Thelonius?

P.P.S. Niente Bellarke per noi neanche quest’anno, eh? Ma la Debnam-Carey non ha un’altra grounder da amare, o magari un altro episodio di Fear the Walking Dead da girare?

P.P.P.S. L’escursione nei boschi di Jasper e Monty era davvero necessaria? Io dico di no. Sempre che non decidano di introdurre gli Ewok e quindi dare a quei due una storyline laterale con degli ‘orsetti per amici’.

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Kat

Cavaliere della Corte di Netflix e Disney+, campionessa di binge-watching da weekend, è la Paladina di Telefilm Central, protettrice di Period Drama e Fantasy. Forgiata dal fuoco della MCU, sogna ancora un remake come si deve di Relic Hunter.

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1 commento

  1. Questa rischia di esser seriamente la stagione migliore di The 100. Le prime due non sono state male, ma già solo per come è iniziata, la terza sembra essere, a naso, superiore sotto moltissimi punti di vista.

    Well, detto che degli intrighi amorosi personalmente non me ne può fregar di meno, più che altro sto pensando che Pike sia il classico “nero con la g sacrificabile” che c’è in praticamente quasi tutte le serie tv. Anche perché il casino immane che sta per scatenare difficilmente resterà impunito: staremo a vedere.

    Nota a margine. Un altro episodio senza Jaha: SIA LODE AGLI DEI!

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