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The 100: Recensione dell’episodio 3.02 – Wanheda, Part 2

100La premiere di The 100 continua con questo secondo episodio, diviso dal precedente solo per ragioni di palinsesto del network. La narrazione è infatti legata a stretto filo al primo episodio e le due storyline principali, la ricerca di Clarke e Thelonius e la sua city of light, continuano a viaggiare su due binari paralleli. Tra le due senza dubbio di maggiore appeal per noi che guardiamo è la prima, soprattutto per la serie di ramificazioni di trama che ci presenta in questa secondo parte di premiere.

Appare già abbastanza chiaro quello che lo showrunner Jason Rothenberg aveva anticipato: in questa seconda stagione la trama politica sarà quella più importante nella storyline. Non che l’azione verrà a mancare, anzi vediamo che nella ricerca di Clarke i due elementi, strategia e azione, sono ben intrecciati ed amalgamati. Il ritmo insomma non manca, incontriamo i superstiti della stazione agricola tra cui c’è anche la madre di Monty e la new entry Pike, entrambi ben introdotti senza sprecare tempo della trama. I nostri, infatti, sono sulle tracce di Clarke da molto tempo.

The 100Due sono i momenti che rappresentano il cuore dell’episodio dal punto di vista emotivo. Il primo è senza dubbio l’atteso l’incontro tra Bellamy e Clarke, che avrà fatto rizzare dalle poltrone tutte le fans della coppia. Bellamy se ne infischia degli ordini e cerca di liberare Clarke, senza successo ovviamente, e ci rimedia una ferita alla gamba che non gli permette di proseguire oltre. Un plauso va agli sceneggiatori per aver continuato dritti per la propria strada nella gestione di questi personaggi e delle loro relazioni per ben tre stagioni. La società rappresentata non è etero-normativa, questo significa che Clarke è attratta dalle persone e non dal loro genere. Ciò ha fatto sì che si accrescesse, episodio dopo episodio, anche l’importanza accordata ai legami affettivi tra i personaggi che prescindono dall’attrazione o dalla solita tresca. Bellamy e Clarke si vogliono bene, questo ci dice Rothenberg, e non è importante come se ne vogliano. Trovo che questo sia un modo molto originale e poco inflazionato per gestire delle storyline “romantiche” in una serie di questo tipo. Altissima tensione anche nell’incontro tra Clarke e Lexa. Scopriamo, infatti, che Clarke non doveva essere consegnata alla regina dell’Ice Nation bensì a Lexa che non poteva permettere che Clarke finisse nelle mani sbagliate.

the 100Un po’ sottotono e noiosa, soprattutto perché spezzava il ritmo della storyline principale, è la fetta di episodio dedicata a City of Light & co. Abbiamo appreso che ALIE è trasportata all’interno di uno zaino e questo ovviamente sottolinea che ALIE non è altro che tecnologia. Tutta la storyline è altamente inquinante e sinistra: There’s no death in the City of Light significa forse che i ricordi delle persone morte sono memorizzati in un file che crea un avatar vivo nella City of Light? BIG BOH per ora, vediamo come procederà questa storyline che appare veramente scollata per ora dal resto.

In conclusione un buon episodio che mantiene il livello della prima parte della premiere e introduce anche una serie di nuovi personaggi e storyline che potrebbero rivelarsi interessanti per il futuro di The 100.  Il principe Roan che rapisce Clarke per conto di Lexa è uno di questi, come interessante sarà la scelta di Abby di rianimare Mount Weather e sfruttare la tecnologia medica abbandonata.

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Maura Pistello

Fondatore/ Admin Serie tv dipendente, accanita lettrice, amante del cinema e dell'arte

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3 Comments

  1. Rothenberg può dire quello che gli pare ma, secondo me, la storia di Clarke e Bellamy è diventata troppo grande da gestire con ‘sono solo amici, sono alleati, hanno bisogno l’uno dell’altra’. Soprattutto quando sono pronti a tutto l’uno per l’altra – lui praticamente ha il cuore in mano quando dire ‘Non possiamo perdere Clarke’ e lei è sull’orlo delle lacrime quando supplica (eh si, supplica) Roan di non uccidere Bellamy. Voglio proprio vedere come se la caverà Rothenberg questa stagione, circa questi due.
    Per il resto, mi sta piacendo la nuova ‘flessione’ che la stagione sta prendendo. Si parla molto meno degli ‘Sky people’ in quanto tali, come accaduto invece nelle passate stagioni, e ci si concentra di più su come possano e debbano interagire con il loro nuovo habitat. Questo, ovviamente, prevede anche i diversi giochi di potere.
    P.S. Piccola parentesi: ma tutto crolla, in una città, e volete farmi credere che rimane in piedi se non una SINGOLA torre a grattacielo. Fatemi conoscere l’architetto di cotanta bravura, per edificare un simile e secolare edificio! 😀

  2. Secondo me Rothenberg non ha alcun problema a gestire questa o altre storyline “romantiche” è proprio questo che intendo, ha chiaramente messo due piani ben diverse le tresche e l’affetto sincero, se poi questo si tramuterà in qualcosa si vedrà, ma appunto è chiaro che la questione è molto meno banale e inflazionata di come generalmente si gestiscono queste trame. Lo stimo proprio per non aver seguito il solito schema e soprattutto non essersi fatto piegare dalle ship 😀

  3. Ma dai, poveri! Hanno appena iniziato a ripopolare la terra e pensi che sian di nuovi troppi? Vedrai che ora, con il Mount Weather di nuovo nel mucchio, qualche sterminio ci sarà sicuramente, giusto in onore dei vecchi tempi. Non potranno mica vivere per sempre felici e contenti, eh? Qui Rothenberg ormai è in gara con la Rhimes e se la giocano a chi fa fuori più gente 🙂

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