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Taormina Film Fest: Tao Class con Jeremy Renner

Dopo che i maschietti si sono rifatti gli occhi con la bellezza sofisticata di Rebecca Hall, adesso è il turno delle femminucce (soprattutto quelle più giovani) di ammirare il sexy Jeremy Renner, protagonista di una Tao Class al Taormina Film Fest.

Sale la temperatura non solo tra le stradine dell’assolata cittadina siciliana, ma anche all’interno del Palacongressi dove senza troppi indugi Tiziana Rocca – General Manager della kermesse – introduce l’Occhio di Falco di casa Marvel.

jeremy-renner-TFFTra un sorriso e l’altro, Jeremy diventa subito serio quando sconsiglia al giovane pubblico in sala che voglia intraprendere la sua stessa carriera, di farlo senza il giusto impegno, perché recitare non è solo glamour, ma è un lavoro impegnativo che richiede grande studio,. ‘Fatelo se veramente siete appassionati. Continua puntualizzando che c’è bisogno di molta concentrazione per fare l’attore, perché debbono convergere molti fattori: il set, la sceneggiatura giusta, quello che ti chiama perché vuole te.

Come intuisce le potenzialità di una buona sceneggiatura allora? Il due volte nominato all’Oscar confessa che ‘ogni volta che leggo una storia devo sentire qualcosa, ci deve essere qualcosa che mi sfida’. Jeremy, poi, ammette che ha accettato di interpretare Clint Barton/Occhio di Falco perché è un eroe con i piedi per terra, non avrebbe acconsentito ad impersonare un supereroe con poteri sovrannaturali.

Alla domanda cosa faccia Jeremy Renner per essere così amato dai colleghi Avengers, l’attore scherza dicendo che li paga bene. In realtà sul set e fuori si sono stretti dei forti legami con gli altri attori, perché sono persone straordinarie.

The-Hurt-Locker-jeremy-rennerDue i soggetti su cui i suoi intervistatori pongono subito l’accento: Kathryn Bigelow e Ben Affleck, che lo hanno diretto rispettivamente in The Hurt Locker e The Town. Subito gli viene domandato quali siano i suoi ricordi di questi due registi. Sulla Bigelow non c’è molto da dire, secondo lui, perché Renner la vedeva poco, solo ad inizio riprese, in quanto il film è stato girato in stile documentaristico. Però l’attore ricorda che ‘mi permise di mettere del mio nel personaggio e mi lasciò molta libertà’. Dal canto suo Jeremy si preparò alla interpretazione – che gli valse la prima nomination all’Oscar – per ben un anno, durante il quale l’attore di Modesto (California) studiò i dettagli in modo da impossessarsi del personaggio.

Affleck, che considera un grande regista, lo ricorda più in veste di collega, poichè erano sempre in scena insieme, e anche lui lo ha lasciato molto libero. Sorride nel ricordare l’unica scena di The Town, in cui Affleck lo guardò con occhi pieni di ammirazione, occhi del regista invece che quelli di un attore.

jeremy-renner-TFF-01Sulla tendenza del cinema di oggi di realizzare franchising, che sembrano tracciati sulla falsa riga della serialità televisiva, Renner – che ha iniziato proprio in TV – non si pronuncia, però assicura che l’approccio di un attore è lo stesso sia che reciti in TV sia che lo faccia per il cinema. Sebbene non accenda molto la TV, la star 45enne ammette di guardare Il Trono di Spade e che è fatto molto bene.

Arriva il tanto atteso momento delle domande in sala!

Alla prevedibile domanda su quale sia il suo pensiero in merito all’uso eccessivo e criminale delle armi in America (vista la strage di Orlando dei giorni scorsi, ndr), Renner si dichiara incompetente ad esprimere un giudizio perché sebbene i suoi personaggi facciano uso di armi nei film, quella è finzione, questa è realtà. Secondo la sua esperienza di vita, avendo vissuto in un ranch dove c’erano delle armi, l’uso delle stesse deve servire per difendersi non per attaccate, e puntualizza che lui non ne ha mai fatto uso per cacciare gli animali.

jeremy-renner-TFF-02Quando arriva il nostro momento, poniamo a Jeremy questo quesito: ‘Guardando la sua filmografia, sembra essere affezionato ai ruoli d’azione, però con la sua casa di produzione ha dimostrato un’attenzione verso un altro genere narrativo, ad esempio con Killer The Messanger e The Founder e col nuovo progetto in cantiere del film biografico su Steve McQueen. Come spiega queste sue due anime: un cinema che fa e uno che vorrebbe poter fare?’

Jeremy riflette giusto un attimo, poi ci risponde che non è una scelta inusuale per lui, perché ‘adesso voi mi conoscete per i ruoli d’azione, ma all’inizio ho fatto diversi film concentrati sui personaggi’. In sostanza ‘mi interessano sempre le storie, i personaggi in cui potersi riconoscere e non gli effetti speciali… E questo mi permette di fare la mia casa di produzione, infatti in The Founder volevo capire la psicologia di questo personaggio che ha creato il colosso McDonald. Inoltre a me come attore, visto che gli anni passano, viene difficile interpretare ruoli nei film d’azione, quindi probabilmente con il tempo mi sposterò verso film che sono più incentrati sul personaggio e sulla storia’.

Cosa gli è rimasto di tutti questi film d’azione che ha fatto? ‘Diventare più sicuro di me ed imparare più velocemente il copione’.

American-Hustle-jeremy-rennerIl personaggio del sindaco italo-americano che interpreta in American Hustle è in parte ispirato ad un personaggio vero, sul quale lui ha indagato per capire le motivazioni che stavano dietro alla decisione di prendere o meno i soldi. Quali i film che ha visto più volte? Il libro della giungla e Arancia meccanica (ma ce ne sono tanti altri). Gli piace ascoltare ‘la suonata al chiaro di luna’ di Beethoven perché riesce a trasportarlo in un luogo diverso.

L’occasione è buona per scoprire, infine, che il ruolo che lo ha messo più a dura prova sotto il profilo fisico è stato quello in The Bourne Legacy, anche perché Jeremy sottolinea che non usa controfigure e per quella parte ha dovuto allenarsi otto ore al giorno, a differenza del giorno d’oggi, in cui mangia ‘pasta e granita’. Il pubblico in sala però mostra di gradire il suo aspetto fisico ugualmente!

Dopo un tale apprezzamento Jeremy Renner non poteva congedarsi dai fan senza prima concedere loro qualche autografo e foto.

Rita G.

Il suo primo amore sono le serie televisive, sin da quando bambina guardava (rigorosamente di nascosto, perché mamma non voleva) Twin Peaks ed X-Files. Poi un giorno, vide sulla copertina di Ciak proprio X-Files (1^ film) e lo comprò. Da allora il binomio telefilm–cinema non l’ha più abbandonata. Le piace raccontare questo mondo meraviglioso, dove ama nascondersi e sognare e, magari, scrivendo riuscire a fare sognare anche gli altri assieme a lei!

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