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Taboo: Recensione dell’episodio 1.08 – Episode 8

Avere la possibilità di recensire la prima e l’ultima puntata di una serie novella permette di fare un confronto tra le aspettative maturate all’inizio e i risultati raccolti alla fine. Alla fine della prima puntata ci eravamo chiesti se Taboo sarebbe stata una storia di vendetta, uno scontro politico o un racconto atipico con qualche tocco di paranormale. A due mesi di distanza e a prodotto finito abbiamo trovato la risposta a queste domande? Sarebbe bello poter dire di sì.

UN ONE MAN SHOW CUCITO SU MISURA?

Taboo è stato un delirio umano. Per otto puntate abbiamo assistito ad atti di crudeltà, scene piene di violenza verbale, psichica e fisica prive di una vera propria giustificazione. Perché se c’è una cosa ammirevole delle serie TV degli ultimi anni è che non hanno paura di sporcarsi le mani. Abbiamo assistito a molte tematiche scomode, visto scene riprovevoli ma queste avevano sempre una storia di fondo, c’era sempre un motivo dietro all’indignazione che si schiantava sulle nostre facce. In Taboo questo non è avvenuto. Pare che Tom Hardy avesse voglia di scrivere il suo one-man show con tutte le cose che in TV adesso vanno di moda e fanno gridare al capolavoro ma le ha private dell’unica cosa che le rendeva valide e apprezzabili: un motivo per essere rappresentate sullo schermo.

Così il rapporto di James e Zilpha appare qualcosa di puramente carnale e malato, tutti gli omicidi compiuti dal protagonista sono violenza gratuita e le scelte portate avanti dalla Compagnia delle Indie orientali un semplice atto di auto-proclamazione. Giustificabile l’ultimo punto visto il contesto storico, ma a conti fatti poteva essere sviluppato sicuramente in modo più approfondito.

Taboo

LE TRAME DEL SONNO

Un altro problema della serie è rappresentato dagli innumerevoli tempi morti. Parliamoci chiaro, la trama non era affatto mediocre. C’era la giusta dose di complotti, condita da misteri e tradimenti in quantità che sicuramente aiuta a tenere sulle spine lo spettatore e a ritrovarlo nella puntata successiva. Malgrado ciò troppe volte si arrivava a fine puntata convinti di aver assistito a un lungo trailer, magari c’era il colpo di scena finale ma tolto questo gli altri cinquanta minuti erano trame su trame che hanno visto il loro sviluppo solo nell’ultima puntata. Insomma, probabilmente con due puntate in meno il risultato non sarebbe cambiato poi così tanto e noi spettatori non saremmo arrivati stanchi alla fine di certi episodi.

Chiudiamo il cerchio dei difetti con i personaggi. In realtà non tutti i personaggi erano fallati, alcuni sono parsi ben definiti come Lorna, Brace o il Dr. George altri invece potevano funzionare meglio. Dispiace soprattutto per il protagonista. L’interpretazione intensa (pur a volte troppo monolitica) di Hardy non rende giustizia a un personaggio che rimane troppo distante dallo spettatore. James è si un cannibale, un mistico con manie di violenza con cui l’empatia risulta ovviamente difficile, però rimane troppo misterioso per tutta la serie rendendo difficile patteggiare per lui rendendo tutti i suoi atti troppo lontani da risultare interessanti. Viene da dire peccato anche per Zilpha, la cara sorella del protagonista, che inizialmente sull’orlo di una trama di riscatto e emancipazione finisce per morire, vittima delle sue perversioni diventando un’occasione sprecata.

Taboo

DULCIS IN FUNDO

Al di là di questo Taboo ha un comparto tecnico solido. La fotografia grigia rende perfettamente le atmosfere di questa serie sanguinaria e priva di umanità trovando come contraltare una regia che accompagna nelle visioni deliranti di James aiutando a cogliere per lo meno lo stato mentale del protagonista. Stesso discorso va detto per la recitazione, molto esasperata in certi punti (come la trama del restoma con attori capaci, fatta eccezione per la traballante Oona Chaplin. Scusa sorella.

Sicuramente Taboo non è stato un fallimento di serie. Le menti che ci hanno lavorato sono capaci ed esperte nella parte tecnica ma alcune scelte fatte a livello di storia sono di difficile digestione. Una trama troppo sconclusionata e dei personaggi troppo esasperati lasciano molti dubbi su un prodotto che poteva essere memorabile e invece è e rimarrà assolutamente dimenticabile.

In attesa della prossima stagione e delle prossime recensioni ricordatevi di mettere like alla nostra pagina Facebook per tutte le novità su tv e cinema.

Giacomo Ponta

Shippatore folle e divulgatore del “Now kiss!” sogna di diventare un dottore nella speranza di non morire in un incidente aereo o durante una sparatoria. Alla ricerca della batcaverna sin dalla tenera età si destreggia nel collezionismo di manga e fumetti saltando tra cinema e serie TV. Ha un debole per i legal drama, i supereroi e tutto ciò che è trash.

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