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T2 Trainspotting: recensione del film di Danny Boyle

Titolo: T2 Trainspotting

Genere: Drammatico

Anno: 2017

Durata: 117’

Regia: Danny Boyle

Sceneggiatura: John Hodge

Cast principale: Ewan McGregor, Jonny Lee Miller, Ewen Bremner, Robert Carlyle, Kelly Macdonald

Era il 1996 quando Trainspotting, il film tratto dall’omonimo romanzo del 1993 dello scrittore irlandese Irvine Welsh, sconvolse il pubblico e la critica di tutto il mondo. Oggi, a distanza di 21 anni, esce T2 Trainspotting, adattamento del romanzo Porno e capitolo risolutivo che suggella un successo editoriale e cinematografico rilevante che negli anni è divenuto un vero e proprio totem generazionale, un cult gli amanti del genere.

Dove eravamo rimasti?

Il primo Trainspotting si era chiuso con il seguente scenario. Dopo il funerale di Tommy (morto di toxoplasmosi, contratta a causa del contatto con le feci del gatto che teneva con lui e che avrebbe voluto regalare a Lizzie), Sick Boy aveva suggerito di comprare due chili di eroina a 4000 sterline e di rivenderli a Londra. Con l’affare andato in porto, Mark, Spud, SickBoy e Begbie si erano ritrovati con 16000 sterline in mano, da dividere equamente tra di loro. Ma quella notte stessa Mark (Ewan McGregor) aveva preso la borsa con i soldi, lasciando 4000 sterline a Spud, per fuggire alla volta di Amsterdam.

Mark, Spud, SickBoy e Begbie vent’anni dopo

La diffusione di Internet, il compimento del processo di globalizzazione iniziato proprio negli anni ‘90, la jihad, i social network, l’orda salutista e l’euro: nell’ultimo ventennio la società è cambiata radicalmente rispetto ai tempi in cui i quattro selvaggi di Edimburgo si aggiravano furtivi per le vie della città, in preda agli effetti dell’eroina o di qualsiasi altra droga a buon mercato che gli consentisse di reprimere le paure e le preoccupazioni di una post-adolescenza tribolata, di quelle destinate a lasciare il segno per gli anni a venire.

L’inizio del film è una carica di adrenalina. La scena si apre con il ritmo dirompente di Lust for Life di Iggy Pop (nel remix dei The Prodigy),  aprendo tante piccole finestre sulla vita dei selvaggi metropolitani di Edimburgo ormai ultra quarantenni.

trainspotting

Mark si è fatto una vita ad Amsterdam, un lavoro da contabile, una moglie, un divorzio, un attacco di cuore. SickBoy (Jonny Lee Miller) ha mantenuto la chioma ossigenata e sopravvive tra furti e adescamenti. Non ha abbandonato le droghe, la cocaina è la sua migliore amica e frequenta Veronika, una ragazza dell’est in cerca di fortuna che giocherà un ruolo fondamentale in questo episodio conclusivo. Begbie (Robert Carlyle) ha provato a farsi una famiglia, ha anche procreato ma non è mai riuscito a scrollarsi di dosso l’aura di bad boy. E’ stato condannato a vent’anni ed è evaso. Rancore, rabbia, vendetta sono le forze trainanti di questo personaggio che muore dalla voglia di annientare Mark. Spud (Ewen Bremner), la mascotte del clan, è l’unico che è rimasto aggrappato al passato, un po’ per paura, un po’ per chimica. Perchè sì, l’eroina non ha mai abbandonato Spud e viceversa. Una moglie, un figlio, un divorzio e un tentato suicidio nel suo palmares.

Saranno bastati vent’anni per cancellare le schegge di un tradimento caustico?

Gli anni passano, le mode cambiano, e le persone? Le persone si evolvono o involvono in alcuni casi meno fortunati, ma la matrice rimane comunque la stessa e i protagonisti T2, nel bene o nel male, ce lo dimostrano.

Mark sarà pure uno splendido quarantenne che ha abbandonato le droghe da un po’, ma di certo non ha ancora imparato a rispettare il fuoco sacro dell’amicizia. Anche in questo secondo episodio, infatti, continuerà a prendersi gioco di tutti, facendo un po’ come gli pare cercando di accaparrarsi ciò che più gli aggrada. Come accade con Veronika, la ragazza di SickBoy che, pur avendo accantonato la parentesi eroina, non ha trovato la voglia e il coraggio di mettere da parte un periodo ingombrante della sua vita e di andare avanti.

Spud è forse l’unico personaggio che riesce a dare un taglio netto con il passato. Timido, pacifico, naif, la malizia non è una caratteristica che gli appartiene. In T2 Spud incontrerà finalmente la sua strada e la percorrerà fino ad arrivare al successo.

Se Mark, SickBoy e Spud si sono evoluti negli anni diventano persone migliori, discorso a parte va fatto per Begbie. Ancorato all’ideale di maschio alfa, non è stato capace di farsi coinvolgere nel miglioramento generazionale che ha coinvolto gli amici di una vita che rinnegherà e che cercherà di punire pagandone le conseguenze.

Ma allora cosa è cambiato?

Nonostante ci siano ancora venature rosso purpureo negli sguardi di Spud, Begbie e SickBoy, il ritorno di Mark, del suo sorriso e della sua propositività nei confronti della vita, riescono a lenire i danni lasciati da vent’anni di silenzio. Sarà infatti Mark, forse soggiogato dai sensi di colpa, a portare una ventata di novità nelle vite di SickBoy e di Spud che avranno l’occasione di riscattarsi proprio grazie al ritorno dell’amico di un tempo.

Ewan McGregor è protagonista di un’interpretazione impeccabile, lontana anni luce da quella del primo film, ma ugualmente apprezzabile per l’intenzione e per il trasporto dimostrato. Prezioso il suo monologo sulla caducità e sulla fragilità delle nuove colonne portanti della società odierna, uno steam of cosciusness notevole da un punto di vista emozionale e dei contenuti espressi. Un’altro attore che lascia il segno in T2 è sicuramente Ewen Bremner (Spud) che ci regala un’interpretazione toccante e intima.

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T2 Trainspotting è un film concerto che omaggia la musica. Coinvolgente, pertinente e in linea con il cambiamento nostalgico di questo episodio risolutivo, la colonna sonora di questo film diretto da Dannie Boyle è un diamente. Il connubio con i flashback e con il fluire delle nuove vite dei personaggi evoca gli scenari del primo film legandosi perfettamente con il plot di T2.

Chi ha letto il libro rimarrà deluso? E’ ovvio che ci sono delle incongruenze con la trama del romanzo da cui il film è tratto, tuttavia cercate di godere del film in quanto tale. Il vostro Porno rimarrà sempre lì ad aspettarvi sul comodino qualora ne sentiate la mancanza.

Che tu sia un impiegato alla soglia dei quarant’anni dal passato tribolato o un giovane millennial che rabbrividisce davanti all’analogico, non importa. T2 vi farà ridere, vi farà riflettere sul vostro passato e su come siate diventati oggi. Un back in the days nostalgico e catartico. Non preoccupatevi se un certo punto del film vi sentirete spogliati delle corazze che avete indossato negli anni per fare di voi delle persone diverse, T2 Traispotting vi priverà di tutte le armature che trascinate affannosamente da anni.

Ballare nudi davanti allo specchio della propria stanza circondati dalle foto ingiallite di una giovinezza sfumata, non finita. T2 è l’epilogo di un racconto che ci riguarda da vicino, una pietra miliare della cinematografia moderna che non mi scrollerò mai di dosso, una biografia sociale che racchiude in sè molti dei tratti distintivi dell’ultimo ventennio. 

Salvatore Giannavola

Esemplare ghiotto di notizie, onnivoro di contenuti con un occhio di riguardo per il cinema in tutte le sue forme.

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