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Supernatural: Recensione dell’episodio 8.20 – Pac-Man Fever

Ormai ci siamo quasi. Ancora poche settimane e anche questa nona stagione di Supernatural si concluderà, ma nel frattempo gli autori non mancano di regalarci nuovamente puntate dal gusto nerd e ritorni di personaggi a cui siamo affezionati. Ancora una volta infatti ritorna in scena la simpatica, ma  nerd -cervellona, Charlie  della quale, finalmente, scopriamo qualche scheletro nell’armadio.

La ragazza, infatti, si trova in  Kansas per svolgere alcune faccende personali e incrocia  il cammino dei Winchester che, nel frattempo, nel loro  rifugio da umanisti si stanno prendendo una pausa dalla ricerca di Kevin, rapito da Crowley nella precedente puntata, e dalla seconda prova infernale che ha lasciato Sam ancora più provato fisicamente e mentalmente. I tre si trovano a lavorare sul caso di un Djinn, essere soprannaturale che si nutre della paura delle persone e ,grazie a questo breve lavoro di squadra, scoprono  il passato  tortuoso di Charlie.

Quando Charlie aveva dodici anni, i suoi genitori ebbero un incidente d’auto mentre l’andavano a prendere ad un pigiama party. Suo padre morì sul colpo, mentre sua madre rimase in uno stato di coma irreversibile, e lo è tuttora, ricoverata in un ospedale in Kansas, al quale Charlie manda di tanto in tanto dei fondi come beneficenza. Una volta all’anno, inoltre, si reca a trovare la sua mamma senza avere però  il coraggio di prendere una decisione in merito allo stato comatoso della donna.

Ma  non è finita qui. Sempre da quando aveva dodici anni, Charlie è in fuga dalle autorità, accusata di aver craccato un gioco che ancora non era stato distribuito online, apportandone modifiche personali.  Insomma,  una vera cervellona.

Tra una Charlie alle prime armi da cacciatrice, un po’ svampita, e i battibecchi tra i due fratelli additati  dalla ragazza come “una coppia sposata” non sono mancati dunque  momenti comici. Una puntata tutto sommato piacevole e leggera, ma poco importante ai fini della storylines principale. Sicuramente  il premio per il momento migliore va al bro-moment che Sam e Dean ci hanno regalato nell’ultima scena: un abbraccio degno di nota da far invidia alle migliori storie d’amore telefilmiche.

In fondo, nonostante la puntata non sia stata eccezionale dal punto di vista narrativo, Supernatural ci piace anche per questo motivo: tra un momento epico e un ‘altro riesce sempre a regalarci momenti emozionanti soprattutto quando si tratta di legami familiari  e di amicizia.

LEGGI ANCHE: Supernatural: Le 45 curiosità che (forse) non sapevate della serie

Sara

Sono una studentessa in scienze della comunicazione, amo disegnare e scrivere, l'orientee soprattutto adoro i telefilm.

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