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Supernatural: Recensione della Decima Stagione

Quando una serie resiste non uno, non due, ma ben dieci anni, non si può accantonare il suo successo con un semplice termine quale ‘fortuna’. Perché se c’è una cosa a cui Supernatural non deve il suo successo è la fortuna: un momento propizio, forse, un duo (ormai trio) di attori affiatati di sicuro, ma non fortuna. Ogni stagione – come dimostrato dalla sigla sempre diversa – i fratelli Winchester si ritrovano ad affrontare nuovi pericoli e nuove sfide, senza mai arrendersi o rinunciare l’uno all’altra. Il merito del loro successo è sicuramente una mitologia ampia, che non ha paura di rischiare o proporre novità azzardate, rendendo le ambientazioni – pur sempre cupe e terrificanti – qualcosa di nuovo, di inesplorato e, proprio per questo, attraente.

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Nel finale della prima stagione, i Winchester finivano investiti da un camion dall’autista demoniaco; nella seconda, riuscivano insieme a sciogliere Dean dal suo patto con il demone dei crocevia; nella terza, Dean veniva trascinato via dai Mastini infernali, prima di ritrovarsi all’infermo, tra mille agonie; nella quarta, dopo aver spezzato l’ultimo sigillo, la gabbia di Lucifero veniva aperta e quest’ultimo liberato; nella quinta Veniva sventata un Apocalisse (grazie al sacrificio di Sam, Michael e Lucifero, rinchiusi all’inferno) e nella sesta un’Apocalisse iniziava, poichè Castiel impazziva a causa del potere dei Leviathans. Nella settima, Cas e Dean venivano intrappolati in Purgatori e nell’ottava gli angeli piovevano dal cielo, cadendo come stelle. Nella nona Dean diventava un demone e nella decima…?

La decima è stata una stagione molto intensa anche se, a tratti, monotona. Sia chiaro, è difficile associare il termine ‘monotono’ all’universo di Supernatural ma, proprio come nelle grandi storie, qualche volta mezzi drastici sono necessari. Nella quarta stagione c’era stato il taglio costituito dall’introduzione degli angeli, mentre la nona ha visto cambiare radicalmente il personaggio di Dean, ancora una volta spinto ai limiti dell’umana sopportazione. Il marchio di Caino è stata una sfida molto ardua da affrontare: la violenza che scaturisce dalle nostre azioni ha sempre ripercussioni sul nostro inconscio, facendoci sentire più o meno colpevoli. Come si può classificare quella colpa, quando sulle violenze commesse con le nostre stesse mani non abbiamo avuto alcun controllo?

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Come era prevedibile, la nuova condizione di Dean ha messo alla prova il legame tra fratelli, constatando come il tempo passi ma i Winchester non imparino mai. Pensavo che dopo dieci anni avessero capito che i segreti non portano a niente di buono ma no, loro continuano imperterriti a rinchiudersi nei propri piani, nell’illusoria speranza di ‘proteggere l’altro’. Dove hanno portato, questa stagione, quei silenzi e quelle mezze verità? Alla morte di Charlie, ecco dove! Come ribadisce anche il maggiore dei Winchester, Charlie è come la sorella che non hanno mai avuto, come quella piccola peste che ti abitui ad amare e della quale non puoi fare a meno. Gli episodi che hanno visto la presenza di Felicia Day, come nella decima e così nelle scorse stagioni, hanno rappresentato un picco altissimo per lo show. Con lei i Winchester riescono a tirare fuori un lato di loro che poche volte siamo riusciti a vedere e forse è proprio quel lato a farceli apprezzare ancora di più. E’ questo il motivo per cui siamo sconvolti, devastati e perfino distrutti di fronte al corpo straziato di Charlie. Charlie, che fino all’ultimo è stata disposta ad aiutare Dean, anche a costo di mentirgli; Charlie, che si è rifiutata di tradire i fratelli anche a costo della vita; Charlie che, senza mai esserlo stata, è morta da cacciatrice e da cacciatrice sarà ricordata.

Altro grandissimo personaggio femminile, questa stagione, si è rivelata la rossa Ruth Connell. Irresistibile grazie alla sua sottile malvagità nonché grazie al suo accento particolarissimo, mamma-Crowley ha reso questa stagione più stuzzicante del previsto. Una parte di lei gridava ‘Mortisia’ l’altra ‘Strega’ e la fusione dei due elementi ha fatto di lei una presenza divina. La sua storyline, che sembrava legata esclusivamente a Crowley, si è pian piano distanziata dal re dell’inferno ed è diventata qualcosa di più interessante, di più indipendente. Da ciò anche la speranza di poterla vedere nella prossima stagione, naturalmente.

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E i Winchester? L’intera stagione è apparsa come un climax ascendente, in cui la rabbia e l”incomprensione sono cresciuti di episodio in episodio fino a sfociare nella mirabile scazzottata finale. Una scelta necessaria, sia come copione sia dal punto di vista emotivo: in qualche modo i Winchester sono sempre stati in grado di comunicare meglio a ‘gesti’ che a parole! Ed è infatti priva di parole anche l’ultima scena, in cui i due sono sul punto di essere travolti dall’Oscurità, creata dopo la morte di Morte (LOL) e scatenata dal marchio di Caino, che non affligge più Dean. Una scena ricchissima di pathos, quest’ultima, unica nei dettagli come nell’insieme.

Per la decima volta siamo lasciati con l’attesa e l’incredibile fremito nello scoprire cosa succederà dopo. Perché, gira e rigira, Supernatural è la prova concreta che se una serie funziona, ha un buon cast, dei grandi sceneggiarori e un pizzico di sovrannaturale… Può continuare in eterno. O quasi.

P.S. Quanto è stato bello l’episodio 200, con il musical? La faccia sconvolta di Dean era impagabile!!!

LEGGI ANCHE: Supernatural: Le 45 curiosità che (forse) non sapevate della serie

Decima Stagione

Stuzzicante, as usual

Valutazione Globale

User Rating: 1.6 ( 3 votes)

Katia Kutsenko

Cavaliere della Corte di Netflix e Disney+, campionessa di binge-watching da weekend, è la Paladina di Telefilm Central, protettrice di Period Drama e Fantasy. Forgiata dal fuoco della MCU, sogna ancora un remake come si deve di Relic Hunter.

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