
Supernatural: Recensione dell’episodio 7.10 – Death’s Door
Il drammatico e strappalacrime mid-season finale di Supernatural recupera quello che è il tema centrale di questo show: l’importanza della famiglia.
Lo scorso episodio si era concluso con i ragazzi in fuga dai Leviatani e con Bobby colpito nello scontro a fuoco. Scopriamo che Bobby è stato purtroppo colpito da un proiettile alla testa ed è in coma. Con un mietitore alle calcagna, Bobby ripercorre eventi belli e brutti della sua vita: dall’ultimo caso con i Winchester ad uno con Rufus, il quale gli spiega che per uscire da questo labirinto onirico e svegliarsi nella realtà deve affrontare il suo ricordo più doloroso.
Seguendo il consiglio, Bobby torna al momento in cui ha confessato alla moglie Karen di non avere intenzione di avere figli, momento in cui le ha spezzato il cuore, proprio qualche giorno prima che lei venisse posseduta. Convinto di aver scelto il ricordo giusto, passa attraverso la porta sperando di svegliarsi e invece si trova nel momento in cui insegna un giovane Dean a giocare a baseball.
Per guadagnare un pò di tempo, Bobby escogita una trappola per il mietitore il quale gli dice che ha combattuto abbastanza nella sua vita e che per lui è giunto il momento del meritato riposo. Inoltre, se perde ulteriormente tempo, c’è il rischio che il caro Bobby non riesca più ad andare oltre e si trasformi in fantasma.
Lasciato il mietitore in trappola, Bobby finalmente trova il suo ricordo più doloroso: la sera in cui da ragazzino ha ucciso il padre, violento ed alcolizzato. Affrontato questo momento, Bobby riesce a svegliarsi giusto in tempo per dare a Sam e Dean un biglietto con un messaggio e per chiamarli idiots per l’ultima volta.
Ritorna poi al mondo onirico, ad un ultimo momento con i ragazzi che ha cresciuto come suoi figli, e affronta il mietitore che lo pone davanti ad una scelta: andare con lui o diventare un fantasma.
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