
Supergirl: si può avere tutto dalla vita? Recensione del finale della seconda stagione
Ci sono buone probabilità che prendendo un branco di nerd e sottoponendoli alla domanda: “Qual è il tuo supereroe preferito?” solo una piccolissima parte risponda Superman. Effettivamente l’eroe in calzamaglia blu difficilmente suscita simpatia per il semplice fatto che è troppo perfetto. Tra poteri al limite dell’onnipotenza, una relazione stabile con una donna bellissima e un lavoro altrettanto stimolante è più facile che ispiri invidia e antipatia alla gente piuttosto che empatia o ammirazione. Non è un caso che eroi più tragici come Batman o Spiderman siano in cima ai cuori degli appassionati.
Visti i presupposti era inevitabile che anche Supergirl dovesse confrontarsi con l’idillio vissuto dal cugino arrivando a chiedersi se sia effettivamente possibile avere “la botte piena e Mon-El ubriaco”. È realistico pensare di poter avere tutto senza dover rinunciare a nulla?
Per rispondere a questa domanda andiamo con ordine vedendo cos’è successo nel finale di stagione.
QUANDO LA GUERRA DEI MONDI SI RIDUCE A UNA CATFIGHT
Perno centrale del finale di Supergirl è stato lo scontro tra Rhea e Kara. Dopo aver invaso National City (o la terra? Non si capisce mai con sti americani) minacciando di distruggere tutte le sue infrastrutture la regina di Daxam ha costretto Supergirl a chiedere un trial by combat. Inutile a dirlo ma neanche dopo venti secondi dall’inizio dello scontro Rhea aveva già barato costringendo Supergirl ad usare le maniere forti.
Indipendentemente dall’esito dello scontro risulta inevitabile fare un apprezzamento sul personaggio antagonista della seconda stagione. Forse non ci ha spaventato a sufficienza ma sicuramente è riuscito a farsi odiare, qualità che nel cattivo di turno non deve e non può mancare. Rhea è riuscita in poche puntate a rendersi veramente insopportabile. Il merito di questo va ritrovato nella sua arroganza, nella sua volontà di separare Mon-El e Kara e soprattutto nel suo non voler giocare mai secondo le regole. Inoltre il fatto che sia riuscita a rendere lo scontro personale la differenzia con una nota positiva rispetto agli antagonisti che l’hanno preceduta, forse troppo egocentrici e assetati di potere.
NO HOPE, NO LOVE, NO GLORY, NO HAPPY ENDING
Chi invece saluta questa stagione da sconfitta è Kara. Certo, si è rivelata più forte del cugino ed è riuscita ritagliarsi uno spazio all’interno del suo lavoro di giornalista ma a conti fatti non possiamo definirla vincitrice. Nello scontro con Rhea ha dovuto infatti appoggiarsi a Lena, Winn e Lillian senza dimenticare che ha dovuto rinunciare all’unico ragazzo che era riuscita ad amare finora.
Questo sicuramente dispiace se pensiamo a come la ragazza sia cresciuta nel corso di due stagioni. Ve la ricordate l’anno scorso? Indecisa coi ragazzi, paurosa nell’affrontare una relazione è riuscita a trovare l’amore e l’equilibrio con Mon-El. La coppia infatti è stata una delle punte di diamante di questa stagione assieme ad Alex e Maggie. La loro chimica, unita alla complicità e alla compatibilità di carattere li rendeva veramente unici e affiatati. Non è un caso che i fan li adorassero.
Chissà se rivedremo Mon-El. Certo il fatto che sia finito nella Phantom Zone non ci fa sperare molto ma mai dire mai.
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LE SOTTOTRAME MINORI DI SUPERGIRL
La seconda stagione di Supergirl non è stata solo Mon-El e Kara e nemmeno solamente Supergirl vs Rhea. Abbiamo imparato a conoscere altri personaggi che in certi modi sono comunque riusciti a conquistarci.
Prima fra tutti è doveroso menzionare Lena. La ragazza della famiglia Luthor con la sua aria da cucciolo ferito ci ha messo poco ad entrare nelle grazie di Kara e dei fan. La volontà di redimere il cattivo nome della famiglia unito all’altalenante rapporto con la madre hanno reso il personaggio particolarmente interessante e siamo molto contenti all’idea che la ragazza farà parte del cast fisso dalla prossima stagione.
Sottotono sono parsi invece Winn e James. Il primo malgrado la storia d’amore con l’aliena non è riuscito ad uscire dal suo ruolo di spalla informatica e il secondo ha avuto un percorso abbastanza fine a se stesso tolto l’episodio filler a lui dedicato. Supergirl è uno show che parla si supereroi, alieni e viaggi spaziali. L’inserimento di una trama da vigilante solo perché James aveva perso la sua utilità come interesse amoroso è parso abbastanza forzato, senza contare che le sue sequenze sono state le più noiose della stagione.
Male anche Hank e M’Gann. I due marziani, uniti da una love story alla Romeo e Giulietta che pur banalmente era riuscita a stimolare l’interesse degli spettatori è stata mozzata prima che riuscisse a decollare per poi recuperarla in fretta e furia nel finale di stagione. Non è decisamente modo di fare, vi perdoniamo solo perché non avete stuzzicato Maggie ed Alex. Le due ragazze hanno infatti avuto un percorso molto frastagliato questa stagione e il fatto che gli sia stato dato un finale tranquillo è parso giusto e coerente con il momento che stanno vivendo.
Chi invece speriamo tanto di rivedere la prossima stagione è Cat Grant. Sappiamo che per motivi logistici la Flockhart non può girare le puntate a Vancouver però il suo personaggio è una vera boccata d’aria fresca per lo show. Il fatto che il vero badass della situazione sia una donna dotata solamente di sarcasmo e forte intelligenza manda un messaggio molto forte senza contare che le sue battute sono semplicemente deliziose. Che il ritorno di Cat alla scrivania della CatCo vada interpretato come un segnale di speranza per la terza stagione?
SENZA INFAMIA E SENZA LODE
Giunti alla fine viene da dire che il momento di gioia di Supergirl sia ancora molto lontano. Kara sta crescendo come donna e come eroina ma pare che la “botte piena e Mon-El ubriaco” non siano imminenti. Sicuramente la serie TV funziona, molti personaggi catturano e questa stagione ha saputo dimostrare anche una certa maturità tramite la trattazione di tematiche adulte e importante. Pensiamo alla puntata sul giornalismo, alla tematica LGBT che ha fatto da fil rouge alla stagione o alla riflessione su donne e potere. Tuttavia dire che Supergirl sia una serie veramente bella è un po’ esagerato. Ne ammiriamo la costanza e la capacità di non fossilizzarsi sulle stesse dinamiche ma si può fare di meglio.
All’anno prossimo!
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