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Star Wars VII – Il Risveglio della Forza: la recensione

Una cosa è fare un film ed avere un successo planetario capace di scrivere il nome della tua creatura in imperiture classifiche che costringano a citarlo ogni qualvolta si parla di numeri (e in questo è maestro James Cameron con opere come Titanic e Avatar). Un’altra creare un qualcosa che vada oltre l’incredibile successo del momento e generi una tale passione nei fan da potersi quasi definire una religione laica. E a riuscire in questo miracolo terreno sono solo in pochissimi tanto che la lista potrebbe esaurirsi anche ad un unico nome: George Lucas. Sebbene fosse stata concepita fin dall’inizio come una space opera in più atti, è difficile che lo stesso regista fosse consapevole che la prima (e, per molti fan, unica) trilogia arrivata sugli schermi dal 1977 di Star Wars al 1983 de Il Ritorno dello Jedi passando per L’Impero colpisce ancora del 1980 (probabilmente il più famoso dei tre) sarebbe diventata una sorta di immutabile Bibbia per appassionati che per molti versi sono più simili a dogmatici fedeli che ad accaniti fan. Eppure, questo miracolo fatto di celluloide e grande schermo è accaduto. E la sua irripetibilità è apparsa ancora più evidente dal sostanziale rigetto con cui è stata accolta la seconda trilogia (che avrebbe cambiato i nomi dei film per rinumerarli secondo la nuova linea temporale) facendo piovere sullo stesso Lucas quasi accuse di blasfemia e alto tradimento.

Star Wars VII – Il Risveglio della Forza: la recensioneScottato dalla precedente esperienza conclusasi dieci anni fa con Star Wars III – La vendetta dei Sith, ma anche banalmente convinto dai milioni di dollari che l’onnipotente Disney ha versato per acquisire la Lucasfilm, George Lucas ha deciso di lasciare ad altri il compito di aggiungere nuovi capitoli necessari a perpetrare il mito della sua creazione originaria. Scelta necessaria perché, dopotutto, i più di trent’anni passati dalla prima trilogia significano anche che le nuove generazioni non hanno avuto occasione di confrontarsi con la leggenda (a meno che non siano cinefili o sci – fi addicted). Scelta giusta perché nessuno meglio della Disney sa rendere immortali personaggi di finzione (perché questo è quello che ha permesso di rendere universali Topolino e Paperino, Pippo e Zio Paperone). Scelta intelligente perché proprio la Casa del Topo ha dimostrato di saper gestire progetti di ampio respiro che si estendano su più anni e più film con l’esperienza maturata con i cinecomics della Marvel. Per quanto poco poetico e tristemente profano questo possa essere, non bisogna dimenticare che i veri genitori di questo Star Wars VII non sono la passione dei fan e la visionarietà dei creatori della prima trilogia, ma piuttosto il prosaico desiderio di far cassa dei nuovi produttori e la banale fame di una storia interessante di giovani spettatori curiosi di sapere perché mai i loro padri giocano ancora con spade laser e action figures di soldatini con la divisa bianca. È per questo che a dirigere questo film non poteva che essere J.J. Abrams perché è l’unico regista che sa come parlare a chi finge di dimenticare che i cavalieri Jedi sono solo un ricordo del passato e a chi invece cerca qualcosa di fresco a cui appassionarsi. Recensire Il Risveglio della Forza allora diventa possibile solo se si smettono i mantelli incappucciati dei maestri Jedi e si scende dal Millennium Falcon per domandarsi se il film sia riuscito a compiere la sua missione di far ripartire una saga senza tradirne le origini. E la risposta non può che essere un convinto ma doloroso si.

Star Wars VII – Il Risveglio della Forza: la recensioneConvinto perché i nuovi personaggi introdotti sono moderni pur nel loro essere costretti a ricalcare quelli della vecchia saga. L’indomita e coraggiosa Rey è l’eroe inatteso che un triste passato (che solo a tratti viene citato) ha emarginato in una solitudine difficile che ne ha forgiato il carattere fiero in un isolamento che attendeva solo di essere spazzato via dalla occasione giusta. Il fuggitivo Finn è l’animo buono finito senza colpa dalla parte sbagliata che diventa presto consapevole di dove alberghi il bene e alla sua difesa si dedica fino ad arrivare al sacrificio eroico che da lui ci aspetta. Poe Dameron è l’impavido pilota a cui spetta il compito di abbattere il nemico alternando magistrali capacità in battaglia a guasconate per stemperare la tensione. Tre protagonisti come tre erano Luke, Leia, Han Solo. Ma con rapporti di forza riequilibrati secondo gli standard moderni che prevedono un ruolo più forte per la donna (con Rey che si erge a main character a differenza di Leia) e un omaggio al politically correct che promuove il personaggio di colore ad eroe designato (facendo così di Finn il vero erede di Han Solo), mentre Poe acquista maggiore importanza di quanta ne ebbe il suo vero alter ego che sarebbe piuttosto Wedge Antilles, capitano della flotta di X – Wing che distrusse la Morte Nera. Allo stesso modo, anche gli antagonisti arrivano in coppia con Kylo Ren e il generale Hux che vorrebbero essere la versione 2015 dell’indimenticato Darth Fener (citato dalla maschera contorta vista anche nel trailer oltre che idolo dichiarato del nuovo villain) e del generale Tarkin (comandante della prima Morte Nera). Quasi tutte sullo stesso livello (che oscilla con scioltezza intorno ad una sufficienza apprezzabile) sono le performance dei diversi attori coinvolti: la quasi esordiente Daisy Ridley (Rey), il John Boyega (Finn) catapultato dall’interessante Attack the Block, la coppia Domhnall Gleeson (Hux) – Oscar Isaac (Poe) che si scambiano i ruoli buono/cattivo rispetto al precedente film in cui hanno lavorato insieme (l’intelligente Ex Machina), l’Adam Driver destinato a prendersi le maggiori critiche. Ma, se una certa incompletezza si nota nei loro personaggi, questo non va letto come un difetto, ma piuttosto come una programmatica necessità. Perché altri due film sono già stati decisi per cui questo Risveglio della Forza aveva solo il compito di presentare ciò che sarà piuttosto che descrivere ciò che è.

Star Wars VII – Il Risveglio della Forza: la recensioneUn compito che è svolto sapientemente anche grazie alla spettacolarità dei combattimenti figlia di un uso finalmente ragionato del 3D, alla maestosità degli scenari che regalano sinceri momenti nostalgia ai fan della prima ora restituendo consunte reliquie dal glorioso passato, all’intelligente alternarsi di effetti speciali non digitali che volutamente ritornano alla fisicità della prima trilogia (con Anthony Daniels e Peter Mayhew che indossano di nuovo i costumi di C3PO e Chewbacca e la Gwendoline Christie che dismette l’armatura di Brienne per indossare quella dorata di Captain Phasma, mentre anche un non accreditato Daniel Craig si diverte a nascondersi tra gli Sturmtruppen) senza rinunciare alla maestria di Andy Serkis per dare vita alla CGI del Supremo Snoke. Eppure, questa fantasmagoria di luci e colori è una nave spaziale che per andare in orbita necessita della spinta propulsiva dei vecchi personaggi. E quindi Harrison Ford deve rivestire i panni di Han Solo e Carrie Fischer (accompagnata da una mera comparsata della figlia Billie Lourd) è di nuovo Leia Organa. Entrambi sono però invecchiati e, più che le rughe esibite e i movimenti rallentati, a restituire questo senso di deja vu sono proprio i loro personaggi che (come implicitamente riconosciuto in una battuta fuggevole) sono andati avanti a fare la sola cosa che sapevano. Quella sola cosa che però abbiamo già visto troppo spesso per poterla ancora apprezzare. Colpa soprattutto di una sceneggiatura che è tanto simile a quella della prima trilogia (e non a caso Lawrence Kasdan è autore di entrambe) da rendere questo film un remake che vuole farsi reboot. Scelta indispensabile per fidelizzare una nuova generazione e per omaggiare quei fedeli della prima che mal avevano digerito le derive pseudo scientifiche della seconda trilogia e per passare il testimone (come nella cover di questa recensione con Han Solo che sceglie Rey). Ma anche uno svuotare il film di quei significati spiritualistici legati al binomio forza/lato oscuro qui velocemente liquidati in poche battute (un sintetico “è tutto vero” di Han Solo e un “so quel che devo fare ma non ho il coraggio di farlo” di Kylo Ren). Perché i vecchi fan già sanno tutto e ai nuovi non importa più di tanto interessati come sono solo all’azione spettacolare più che a dotte citazioni.

La forza si è risvegliata, quindi? Si, senza dubbio e sarà tanto intensa da trascinare ad un sicuro successo sia questo film che i prossimi due (senza dimenticare che altri due spinoff sono programmati) creando un nuovo seguito tra i millennials. Ma, se siete vecchi fans, saluterete questo risveglio come un amico che non vedevate da molto e reincontrate con piacere per parlare dei vecchi tempi, ma che ormai non ha niente di nuovo da dirvi.

Winny Enodrac

In principio, quando ero bambino, volevo fare lo scienziato (pazzo) e oggi quello faccio di mestiere (senza il pazzo, spero); poi ho scoperto che parlare delle tonnellate di film e serie tv che vedevo solo con gli amici significava ossessionarli; e quindi eccomi a scrivere recensioni per ossessionare anche gli altri che non conosco

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10 Commenti

  1. Capisco la nostalgia,ma la storia raccontata in questo film è banale e offensiva per un cinefilo. Con personaggi appena sufficienti o del tutto ridicoli (leggasi kylo ren).la giustificazione del porre le basi di una trilogia non giustifica una realizzazione sciatta.

    Questa è la mia opinione sul film, condivisibile o meno. Ma una critica oggettiva è l’assenza di una colonna sonora decente per un film di questo livello e un 3d del tutto inutile. Non c’è una scena, UNA, che giustifica la distribuzione della versione 3d, e in parte era facilmente prevedibile perché è stato ricreato in post produzione.

  2. film deludente nuovi attori insignificanti,non consigliabile da guardare in 3d , gia non volevo andare a guardarlo vista la martellante campagna publicitaria, privo di contenuti innovativi , la magia delle prime 6 puntate si e dissolta in un mare di esplosioni , la parte narrante soffocata…..complimenti abbiamo rovinato il mito di star wars !!

  3. Concordo con gli altri commenti, il film è terribile, indegno, una merda. Dei copia incolla dal primo film della saga a dir poco imbarazzanti, dialoghi sciatti e inutili, parti di trama scritte male e buchi di sceneggiatura evidenti.
    Attori cani, su tutti chi interpreta Finn e il pilota dei ribelli, ma pure il cattivo é imbarazzante.
    Niente da dire, l’intervento Disney ha distrutto Star Wars… a confronto con questa porcheria la seconda trilogia è da storia del cinema

  4. …forse uno dei capitoli migliori di Balle Spaziali.Ironico divertente, con attori perfetti per il tipo di film.Finn ha una faccia che ricorda un mix tra il “rumorista” di Scuola Polizia e il protagonista di Scary Movie, i dialoghi sono davvero comici, e Stephanie ed Eric Forrester nella parte della principessa e di Solo sono a loro agio.Ma la sorpresa più grande peró è vedere Marylin Manson nella parte del cattivo…inaspettato.

  5. La visione di Episodio VII mi ha condotto di nuovo in una galassia lontana, lontana, come non capitava dal’83. Torna lo spirito della trilogia classica, fin dai titoli scorrevoli di esposizione della trama: diretta, semplice e cruda e non cervellotica ed arida come nei prequel. Tornano le atmosfere, umorismo e grande azione; tornano scenografie, personaggi e set reali, senza abuso di CGI. Ottima la resa del ”passaggio di testimone” tra vecchia e nuova generazione, con un grande cast, tra vecchie glorie e nuove leve: di queste, splendida performance di Daisy Ridley. Forti i rimandi ad Episodio IV (che la gente dimentica essere la più classica e banale delle storie: ragazzo di campagna puro e coraggioso, aiutato dal mentore anziano e saggio, salva la principessa dal cattivo sfruttando un espediente magico. Fine), con cui condivide la struttura narrativa, volta ad enfatizzare il concetto di ciclicità della Storia, ma cambiandone il cuore: qui è assente la figura classica del mentore, ed il background della protagonista è molto differente; l’antagonista in conflitto con se stesso, primo tra i personaggi di Star Wars ad essere un cattivo tentato costantemente dal bene, che cerca di emularne un altro, nel look e nei comportamenti, fallendo e delineandone l’instabilità quasi adolescenziale; i comprimari; i percorsi di maturazione. Umorismo, intrattenimento, coinvolgimento emotivo ed epica classica erano i punti di forza della Space Opera per eccellenza nata nel ’77. Ed in questo film abbondano, pur non preservandolo totalmente da difetti. La Forza si è davvero risvegliata.

  6. Concordo totalmente! Non capisco i commenti così negativi per un film che avrà i suoi difetti ma è universalmente piaciuto a fan e critici… Io l’ho adorato. Era quello che speravo. Mi piacciono i nuovi personaggi, soprattutto Rey e non vedo l’ora di scoprire di più sui loro passati e su cosa ha combinato quel pirlone di Luke <3 Grande JJ, se lo avessi qui lo abbraccerei forte.

  7. Aggiungo solo un dettaglio, la ciliegina dell’assurdità a questa torta svuotata di significato: la nuova “Death Star” è un pianeta, e come tale non dovrebbe potersi muoversi nell’iperspazio, o per lo meno non pare lo abbia ancora fatto. Però per caricare l’arma ha bisogno di spegnere un sole, quindi può essere usata in un unico sistema solare! A meno che la Disney abbia inventato la fusione nucleare a freddo, insieme a Topoilno e Qui Quo Qua…

    In effetti la distruzione del pianeta dove ha sede il senato (e vari altri vicini) è visibile da quello dove si trova la Resistenza, però il sole brilla normalmente, non è affatto spento. Tanti pianeti distrutti e neanche una lacrima o un’emozione… tanti milioni di dollari per filmare una cagata…!

  8. Vittime della propaganda mediatica targata Disney e delle recensioni “universalmente unanimi” di critici bustarellati… ribellatevi!

    Abbiate il coraggio di fare come Fantozzi, e ditelo ad alta voce: questo strombazzato capolavoro è in realtà una boiata pazzesca!

  9. Per dire che un film è una merda bisogna riscontrare secondo me tre difetti che affliggono la pellicola:
    cattiva recitazione,
    cattiva regia
    pessima trama.
    Ora; io il film l’ho visto e anche due volte (una delle due in lingua originale grazie ad uno dei cinema nella mia città) e di queste tre caratteristiche non ne ho incontrate nessuna tale da farmi uscire dalla sala delusa.
    La recitazione non è pessima, anzi, se penso alla trilogia prequel (per l’amor di Dio quel tronco di pino di Anakin…) in questo caso siamo davanti ad una nettissima superiorità del cast di questo capitolo. Unica pecca a mio avviso è data dall’attore che interpreta Kay Loren che probabilmente non risulta così cattivo come dovrebbe essere (ma questo secondo me ha un suo perché)
    La regia a mio parere è la migliore che le due trilogie abbiano mai avuto, se nella trilogia originale la regia era meramente al servizio della trama e nella seconda quel gran creativo di Lucas non è stato capace di fare il suo lavoro da director, JJ in questo è capace di sottolineare le scene d’azione e quelle più drammatiche, la CGI non è impattante e tutto è orchestrato in maniera intelligente e sensibile. C’è fan service ma non è eccessivo, ci sono citazioni ma non vogliono essere preponderanti c’è un bellissimo uso delle scene in esterna e dei luoghi naturali .
    Ed infine la trama: ora sulla trama molti hanno obbiettato che sia tutto stato un copia e in colla di “una nuova speranza” io invece credo che non sia del tutto così. Dunque Lucas ha spesso definito la storia di Star Wars come una musica che ha dei ritornelli e dei temi che ritornano, così come nella trilogia prequel molti erano i temi ripresi dalla storia precedente, qui accade lo stesso. La cosa infastidisce? No. perché è il modo di narrare che cambia, l’ironia è diversa ( non ridiamo più per JarJar che pesta una merda ma per situazioni comiche più di classe se si può dire) la storia del lato oscuro è diversa perché è nuovamente legata al tema della saga familiare ma con un qualcosa di diverso dato dall’utilizzo di due personaggi estranei alla vicenda e con cui è possibile immedesimarsi, l’eroina è una donna, e il film fa il suo lavoro nell’essere un primo capitolo di una trilogia.
    Io credo che questo è il film di cui avevamo bisogno come fan della saga dopo il troiaio dell’ultima trilogia, si riparte da zero ma con un occhio al passato che conta. Dire che fa schifo a prescindere vuol dire basarsi su una aspettativa personale che siccome non soddisfatta ci fa puntare i piedi e piagnucolare…
    Poi il film ha i suoi difetti è vero, ma come al solito schifarlo totalmente è sbagliato.

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