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Una Spia e Mezzo: recensione del film con Dwayne Johnson e Kevin Hart.

Titolo: Una spia e mezzo (Central Intelligence)
Genere: Azione, Commedia, Poliziesco
Anno: 2016
Durata: 1 h 47 min
Regia: Rawson Marshall Thurber
Sceneggiatura: Ike Barinholtz, Davide Stassen
Cast Principale: Dwayne Johnson, Kevin Hart, Danielle Nicolet, Jason Bateman, Aaron Paul, Amy Ryan.

Alzi la mano chi non si è mai creato delle aspettative. Pur non potendo vedere la vostra reazione al di là dello schermo, è realistico affermare che le vostre braccia non si siano mosse. Dopotutto la capacità dell’uomo di farsi delle previsioni circa quello che verrà altro non è che un prodotto evoluzionistico alla base del raziocinio, che tanto rende unica la specie umana, e tale caratteristica più e più volte si rende manifesta nella quotidianità. Chi uscito da un esame non valuta la sua prestazione per immaginarne l’esito? Sarà pur vero che dalle persone reputate amiche ci si aspetta un tipo di atteggiamento, a differenza di coloro con cui intratteniamo una semplice relazione professionale?

Calvin_Bob_convertedUna spia e mezzo coglie l’importanza di questo carattere, mettendo l’aspettativa al centro della sua trama. Gli eventi iniziano nel 1996, durante la cerimonia di fine anno scolastico di un liceo statunitense in Calvin Joyner (Kevin Hart) viene premiato per aver conseguito l’eccellenza in diversi settori scolastici, da quello sportivo a quello teatrale. Durante l’evento si consuma un atto di bullismo ai danni di Robbie Wheirdicht (Dwayne Johnson), umiliato davanti a tutta la scuola per i suoi atteggiamenti estroversi e il suo essere sovrappeso. Dopo questa breve introduzione lo spettatore viene catapultato nel presente: Calvin non è riuscito a mantenere le aspettative che si era prefissato al liceo e si ritrova ora a svolgere un lavoro nella norma, mentre la sua vita sentimentale è un pendolo tra l’insoddisfazione e la noia. Robbie nel frattempo ha cambiato nome in Bob e, dopo essersi gettato a capofitto nel body building, è diventato una montagna di muscoli dedita allo spionaggio. Sarà solo in seguito all’incontro con Bob che la vita di Calvin subirà un brusco scossone, grazie al coinvolgimento suo malgrado in una missione segreta di peso internazionale.

Tutti e due i protagonisti portano sulla loro schiena una zavorra. Bob pur avendo superato i suoi problemi di peso con la palestra ed essere diventato un’arma letale, comunque non riesce ad affrontare il passato che più e più volte riemerge durante il film, rendendolo una marionetta priva di forze, al contrario di quanto si attenda. Risulta molto interessante come il personaggio utilizzi il rifugiarsi nel suo idolo del liceo per ripercorrere a ritroso la sua lotta contro il bullismo, uscendone vincitore e facendosi portatore di un messaggio positivo per il pubblico. Calvin, d’altro canto, incarna tutte quelle persone che si fanno carico delle proprie aspettative e di quelle degli altri, con il risultato di dover pagare il doppio gli insuccessi. Per questo motivo il personaggio appare in più frangenti triste e deluso da se stesso ma soprattutto fortemente limitato, poiché convinto che la vita abbia già spianato una strada per lui, dimenticando come spesso è il prodotto della volontà e degli eventi a determinare il percorso del singolo.

Bob_Calvin_convertedBisogna riconoscere che la sceneggiatura deve molto ai personaggi e alle capacità recitative di Kevin Hart e Dwayne Johnson: se il primo pur risultando molto divertente non esce molto dai soliti schemi del personaggio nervosetto e fuori luogo, il secondo trova nel cocktail commedia-azione un porto sicuro dove approdare e dare una solida prova di recitazione. Va infatti detto che l’aspetto dello spionaggio nella trama viene trattato molto superficialmente, pur essendo presenti diverse scene di combattimento comunque la parte della missione si trova a fare da cornice allo sviluppo dei personaggi senza venire mai approfondita fino in fondo e questo dispiace perché avrebbe reso il film più avvincente. Effettivamente se non fosse stato per la capacità recitativa degli attori di trasformare battute mediocri in gag esilaranti grazie alla fisicità e l’espressività, buone sarebbero state le probabilità di annoiare il pubblico vista la carente presenza di colpi di scena, linfa vitale del film di spionaggio da manuale.

Per quel che riguarda il comparto tecnico è tutto nella norma. Buona è la scelta della musica pop come colonna sonora, in quanto brani orecchiabili e conosciuti servono sempre a rendere più facile familiarizzare per lo spettatore con la vicenda e, vista la centralità dei personaggi e del loro sviluppo nel film, sicuramente risulta una scelta azzeccata.

Doveroso è inoltre menzionspia mezzoare la presenza di ben tre volti noti provenienti dal mondo seriale. In primis Aaron Paul da Breaking Bad, che interpreta un ruolo dapprima secondario ma con maggior rilievo sul finale senza però dare una performance memorabile (probabilmente sarà stato il doppiaggio italiano a confondermi e a togliergli la parlata gangsta che tanto ci ha fatto innamorare nella celeberrima serie). Prende parte al team della risata anche il personaggio di Kumail Nanjiani (Silicon Valley), che interpretando una guardia aeroportuale si ritrova vittima di un monologo di Calvin all’insegna del doppio senso. Ultima ma non meno importante è Melissa McCarthy (Gilmore Girls, Spy, Bridesmaids e Ghostbusters), che pur con un brevissimo cameo regala grasse risate intepretando l’interesse amoroso di Dwayne Johnson.

Il film si conclude lanciando un bellissimo, e mai scontato, messaggio contro il bullismo, molto probabilmente voluto dall’attore protagonista stesso visto il suo forte occhio per gli esclusi e facendo capire che non è mai male prendersi del tempo per arricchire il pubblico, cosa che purtroppo avviene sempre meno vista la quantità di film fini a se stessi e al dio denaro che vengono sfornati.

Sicuramente Una spia e mezzo non verrà ricordato come un grandissimo film di spionaggio vista la mediocre trama (anche perché la scorsa estate ce la siamo spassati con quel gioiello di Spy), ma bisogna riconoscere agli attori di aver portato sullo schermo un’ottima chimica e di aver dato un’ottima prova recitativa nel settore comico con dei personaggi interessanti dallo sviluppo tutt’altro che scontato.

Giacomo Ponta

Shippatore folle e divulgatore del “Now kiss!” sogna di diventare un dottore nella speranza di non morire in un incidente aereo o durante una sparatoria. Alla ricerca della batcaverna sin dalla tenera età si destreggia nel collezionismo di manga e fumetti saltando tra cinema e serie TV. Ha un debole per i legal drama, i supereroi e tutto ciò che è trash.

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