
Sleepy Hollow: Recensione dell’episodio 1.01 – Pilot
Non sempre si può scegliere che telefilm amare. In questo particolare caso, Sleepy Hollow non era neanche nella lista delle novità che, quest’anno, avevo scelto di seguire, e sapete cosa vi dico? E’ cosa buona e giusta! Perché se Donnie Darko, quel genio di Tim Burton, Beauty and the Beast, Kate & Leopold e Terminator, da soli, hanno quel qualcosa “che manca”, Sleepy Hollow riesce a prendere tutti i pregi di ciascuno di questi elementi e metterli in una prospettiva non solo differente ma nuova e perfino audace. Tutto, dalle inquadrature ai personaggi, grida di novità e promessa – se poi sarà una promessa mantenuta, naturalmente, è ancora tutto da vedere.
Si tratta di una piccola città americana, una di quelle in cui non ci si sorprenderebbe di veder crescere Rory Gilmore, in cui si risveglia un ex patriota americano della Guerra Civile, Ichabod Crane (Tom Mison). Quasi contemporaneamente, torna in vita un soldato che lo stesso Crane, nel lontano 1781, aveva decapitato, benché quest’ultimo non fosse morto. Il cavaliere senza testa inizia a mietere vittime, tra cui anche il collega della protagonista, Abbie Mills (Nicole Beharie). L’unica a credere al povero Crane – “Sono pazzo! Ho combattuto con George Washington! Mia moglie è bruciata per stregoneria!” – è proprio Abbie: inutile aggiungere che, prima della fine dell’episodio, i due scopriranno di essere legati da un destino celestiale che dovrà condurli alla sconfitta dei quattro cavaliere dell’Apocalisse.
L’ambientazione, benché non brilli per originalità, non può essere scartata completamente, vista la totale adeguatezza per il tema della storia: non credo che un cavaliere senza testa potesse funzionare in una metropoli come New York o New Orleans. Alla forza dell’ambientazione segue una forza ancor maggiore, quella della bravura della macchina da presa: soffermatevi, anche se solo per un attimo, sulle inquadrature. Non è da tutti i telefilm rischiare queste manovre con la telecamera ed è un apprezzabile cambiamento, per una volta, guardare con occhi “nuovi” ciò che, solitamente, viene inquadrato con pura e regolare linearità. Perfino la trama, che inizia ad emergere, benché timidamente, da sotto la coltre di mistero e nebbiose mezze verità, riesce ad affascinare. Vengono svelati abbastanza dettagli da rendere chiaro una parte del mistero ma non sufficienti da far perdere l’interesse dello spettatore. Orci e Kurtzman, in questo campo, non hanno eguali – Fringe docet.
Continuerò a guardarlo, dunque, mi domanderete? Posso dirvi solo questo: non sono un’appassionata di horror eppure, in questi 40 minuti, il cuore mi è saltato in gola per ben due volte. Credo proprio che Sleepy Hollow sarà l’eccezione che conferma la regola perché si, signore e signori, continuerò a guardarlo. E consiglio anche a voi di fare altrettanto.
P.S. Temevo mi mancasse Jhonny Deep ma, una volta tanto, la sua assenza passa inosservata.
1.01 - Pilot
Esaltante
Valutazione Generale