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Sherlock: Recensione dell’episodio 1.01 – A Study In Pink

Per quanto riguarda la qualità dei serial, l’Inghilterra non ha proprio nulla da invidiare all’America. Anzi, i sempre più recenti tentativi della tv made in USA di emulare prodotti seriali british di successo (vedi Torchwood, Life On Mars, Skins e Being Human), dimostra che piuttosto è il contrario. C’è da dire che gli inglesi sanno fare tanto con poco: mentre negli States si punta troppo (o forse tutto?) sugli effetti speciali, la tv Brittanica riesce ad offrire prodotti di qualità eccellente, quasi cinematografici, con budget anche ridotti. Si punta sulle storie e sui personaggi, più che sullo stupire il pubblico anche forzatamente. Tutto questo popò di roba per introdurre l’ultima fatica di BBC One, ovvero il serial Sherlock. Come chiaramente intuibile dal titolo, Sherlock vede protagonista il mitico Sherlock Holmes e il suo fedele Mr. Watson. Il tutto, però, calato in una realtà contemporanea, nella Londra d’oggi. Non temete stravolgimenti: questo primo episodio è quanto di più fedele sia mai stato realizzato nei confronti delle avventure dello Sherlock di Arthur Conan Doyle (sicuramente più fedele dell’ultimo Sherlock Holmes cinematografico, che pure mi è piaciuto molto).

Nella prima puntata, A Study In Pink (che riprende il titolo del primo romanzo della serie a Sherlock Holmes dedicata, intitolato A Study In Scarlet), Sherlock Holmes fa il ‘leggendario’ incontro con John Watson, e i due non hanno il tempo di trasferirsi assieme nel celebre appartamento di Baker Street, che devono subito confrontarsi con un primo caso che sta letteralmente facendo impazzire la polizia locale: una serie di suicidi, che hanno tutta l’aria di essere omicidi, ma non ci sono abbastanza prove per dimostrarlo. Almeno finchè il brillante Sherlock non viene avvicinato dalla polizia, che chiede un suo consulto. Non continuo per non rovinarvi la sorpresa sul finale. Sulla trama, in realtà, mi sembra anche stupido dilungarmi, visto che almeno in maniera ‘lineare’ conosciamo tutti più o meno la storia di Sherlock Holmes che, più di un secolo dopo, risultaquanto mai appetibileal grande pubblico, e soprattutto attuale!

Per il momento sono previsti solo tre episodi da 90 minuti ciascuno. Visti i notevoli risultati in termini di audience del prmo episodio (quasi 10 milioni), si sta programmando però una serie più lunga. E in realtà non mi sorprende affatto questo successo: tralasciando il fatto che Sherlock è un mito a livello mondiale, figuriamoci in Inghilterra, (debbo ricordarvi che gli inglesi sono piuttosto molto tradizionalisti e fieri della loro splendida cultura?); questo serial in realtà brilla per la qualità dei suoi elemeni. Recitazione eccellente (i due attori principali, Benedict Cumberbatch – brillante nel ruolo di Holmes – e Martin Freeman, hanno delle carriere notevoli alle loro spalle, soprattutto a Teatro. E scusate, ma il Teatro è una palestra formidabile..), fotografia fantastica (molto cinematografica, molto moderna, molto artistica), e soprattutto dialoghi taglienti e veloci, con alcuni espedienti – come le scritte sullo schermo, che evocano ciò che Sherlock sta pensando, rendendoci partecipi del procedimento investigativo – geniali. Non per niente la serie è stata creata da Steven Moffat e Mark Gatiss (che nel loro CV, tra gli altri, si ritrovano Doctor Who).

Promosso a pieni voti, insomma. E non fatevi scoraggiare dalla lunghezza degli episodi: quell’oretta e mezzo è passata velocissima!

LEGGI ANCHE: Sherlock: 13 curiosità sulla serie tv BBC con Martin Freeman e Benedict Cumberbatch

Cristiano

Fondatore

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