Cast principale: Zachary Levi, Mark Strong, Asher Angel, Jack Dylan Glazer
Nonostante l’estrema somiglianza della trama e l’identico punto di partenza, è solo leggenda metropolitana che Big, il film che lanciò Tom Hanks nel 1988, sia un remake dell’italiano Da grandedel 1987 con Renato Pozzetto. Troppi pochi sei mesi di differenza per immaginare che Hollywood abbia copiato il comico milanese. Trent’anni sono, invece, più che sufficienti per fare della commedia con l’attore americano un cinecomic che in una sorta di realtà aumentata prende la stessa idea di base e la declina in versione super eroe. Soprattutto perché è lo stesso Zachary Levi ad averlo detto: Shazam! è Big con i superpoteri.
Un super Big che diventa grande
Impossibile non partire da questa esplicita quanto inevitabile confessione. Perché la storia del quindicenne Billy Batson che pronunciando la parola magica diventa un trentenne con superpoteri paragonabili se non superiori a quelli di Superman non può che richiamare alla mente immediatamente il film con Tom Hanks. Soprattutto perché le due storie per lunga parte procedono parallele aggiornando le situazioni ai tempi moderni dove tutto è social. Ragion per cui avere super poteri è l’occasione migliore per ottenere migliaia di visualizzazioni su Youtube grazie ai video in cui testi i poteri.
Oppure il modo più semplice per fare soldi facili lucrando sull’ossessione per i selfie con quello famoso che tanto impera in chiunque abbia un cellulare. O il treno ad alta velocità per raggiungere le vette della popolarità tra quegli stessi compagni di scuola che prima ti prendevano in giro e che ora potrebbero cercarti supplici perché sei amico del famoso del momento.
Shazam! è davvero Big con i superpoteri. Ma è anche qualcosa di diverso perché il Tom Hanks che da bambino diventa grande cerca l’amore che è una cosa appunto da grande, mentre Billy non vuole altro che essere ancora il quindicenne di prima e più di prima. Essere Shazam è per Billy solo un modo diverso di essere ancora sé stesso, ma senza più doversi preoccupare di esserlo. Un modo per fare quel che vuole senza più le catene di chi ti dice no.
Non è, quindi, un caso che l’atteso momento di crescita in cui il Billy che gioca a fare il trentenne con superpoteri diventa il Billy che si comporta da supereroe arrivi quando Freddy gli ricorda quanto quelle che considerava catene erano invece indicazioni che ti mostravano la via. E che sia proprio l’amico zoppo (e quindi senza neanche il potere della normalità) a mostragli la via per camminare nel modo giusto è il miglior modo per introdurre la morale semplice ma efficace di cui un film come Shazam! aveva bisogno.
Un cinecomic per famiglie
Come è un torto accusare Big di aver plagiato Da grande, altrettanto scorretto è, in realtà, dire che Shazam! non sarebbe quel che è se non fosse per il film di Tom Hanks. La lunga storia editoriale del fumetto (che nasce nel 1939 come clone di Superman col nome ironicamente fuorviante oggi di Captain Marvel ad opera della Fawcett Comics) sta a testimoniarlo. In particolare, il carattere giocoso ed infantile del personaggio è opera di Keith Giffen, J.M. DeMatteis e Kevin Maguire a cui deve anche il nome definitivo (perché intanto la DC Comics ne ha acquistato i diritti e non vuole scontarsi con la Marvel che ha iniziato a pubblicare il proprio Captain Marvel). Insomma, Shazam (il fumetto) è fin dall’inizio un clone di Superman dotato degli stessi poteri, ma spogliato del suo vissuto problematico e degli aspetti più drammatici della sua missione.
Allo stesso modo, Shazam! (il film) segna per il DC Extended Universe uno stacco netto dal mood tipico dei prodotti più adulti della casa gemellata con la Warner. Percorso che era già iniziato con il pop estremo di Suicide Squad e il solare debutto di Wonder Woman e che aveva trovato un sano equilibrio con Aquaman. Ma a cui mancava ancora la dimensione più propriamente comedy e per famiglie. È questa lacuna che Shazam! va a colmare come esplicitamente dichiarano anche i titoli di coda in versione cartoon il cui contenuto non riveleremo per evitare fastidiosissimi spoiler.
E che Shazam! sia un film per famiglie lo urla la sua stessa sceneggiatura che sottolinea più volte l’importanza proprio della famiglia intesa come unione di persone che si amano e si proteggono a vicenda. Aldilà dei legami di sangue e delle diversità di carattere. A prescindere dal voler essere o meno parte di un tutti insieme che puoi non apprezzare inizialmente ma che non per questo ti lascerà fuori. Una morale che può sembrare persino banale nella sua semplicità, ma che ha il pregio di essere diretta e facile da comprendere. Come deve esserlo quella di un film il cui target sono non solo gli immancabili appassionati di cinecomic, ma anche e forse soprattutto bambini ed adolescenti.
Senza impegno ma senza errori
Proprio il suo fine ultimo esonera Shazam! da molti doveri cinematografici. Ad un film che vuole essere principalmente un intrattenimento leggero per famiglie non si possono chiedere, infatti, virtuosismi di regia e originalità di scrittura. Il non doversi preoccupare di questi aspetti qualitativi facilita il compito al regista David F. Sandberg le cui due opere precedenti erano di genere completamente opposto (ossia l’horror di Annabelle 2). Semplicemente Sandberg inserisce una sorta di pilota automatico lasciando che la camera segua lo scorrere degli eventi in maniera neutrale come un passante che guardi divertito quel che accade. Anche la sceneggiatura porta avanti la storia in modo lineare con il merito di tenere sempre acceso un sorriso sulle labbra dello spettatore e di comunicare in maniera efficace il messaggio scelto. Ma anche il difetto di tirare un po’ troppo per le lunghe un film a cui due ore e dodici minuti sono sovrabbondanti.
Funziona bene anche il cast con uno Zachary Levi ottimo nel riversare uno spirito infantile e immaturo in un corpo erculeo fasciato da una tuta in spandex che da colori sgargianti al cupo abito del più serioso Superman. Tra i ragazzi più che Asher Angel nel ruolo di Billy si fa notare Jack Dylan Glazer (già rodato con It) abile sia nel ruolo di spalla comica che guida motivazionale. Svolgono bene il proprio ruolo di aiutanti dell’eroe gli altri componenti della famiglia, sia i ragazzi (con la piccola Faithe Herman davvero adorabile) che gli adulti (tra cui notiamo il Cooper Andrews che fa Jerry in The Walking Dead) . Troppo unidimensionale appare il dottor Sivana di Mark Strong, ma più che all’attore è alla sceneggiatura volutamente semplicistica che va imputata questa pecca.
Shazam! era stato presentato come un Big con i superpoteri. Tutto vero, ma i superpoteri non sono quelli di Superman, ma quelli della famiglia e del divertimento.
Vorrei vedere voi a viaggiare ogni giorno per almeno tre ore al giorno o a restare da soli causa impegni di lavoro ! Che altro puoi fare se non diventare un fan delle serie tv ? E chest' è !