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Seven Seconds: niente di nuovo sotto la neve nel nuovo drama crime di Netflix – Recensione dei primi due episodi

Seven Seconds sono i secondi che servono ad un giovane poliziotto di New Jersey per investire con il suo SUV un ragazzino e la sua bici. Ce ne vorranno molti di più perché Brenton venga ritrovato in fin di vita e portato all’ospedale con gravissime lesioni.
E’ così che inizia la nuova serie di Netflix, con un incidente, con un dramma non premeditato nato da un puro momento di distrazione. Ed è quello che ne segue il vero crimine. Aiutato dai suoi colleghi, infatti, Pete acconsente a non chiamare i soccorsi e a insabbiare l’accaduto, complici la paura e la giustificazione che, in un clima teso causato da continui scontri tra polizia e afro-americani, un incidente simile creerebbe un immenso scalpore e si ritorcerebbe contro tutta la polizia. Un tema molto attuale che sarà il centro di questo crimine avvenuto all’ombra della Statua della Libertà.

Al timone della serie c’è Veena Sud, che in molti conosceranno per la serie crime di The Killing che ha portato alla fama due attori come Mireille Enos e Joel Kinnaman. Le atmosfere e i colori freddi sono gli stessi; lì dove c’era una pioggia costante qui c’è neve sempre pronta a cadere. Tutte e due le vittime sono dei giovani, figli di famiglie normali, ma entrambi non privi di segreti tutti da scoprire. In entrambe le serie due madri distrutte dal dolore sono al centro della narrazione. Là c’erano Linden e Holder, una coppia anomala e improbabile e qui ci sono KJ e Fish. Segreti, tensioni razziali, corruzione, politica: tanti temi che si rincorrono in entrambi i telefilm. Al centro una lunga indagine che dovrà tenere lo spettatore incollato allo schermo per una decina di episodi con un buon ritmo e dei twist credibili, proprio quello che era stato il tallone di Achille di The Killing. E qui le cose si fanno ancora più complicate perché questa volta con Seven Seconds ci viene svelato subito chi sia il colpevole e ci vorrà una certa bravura per mantenere la narrazione coinvolgente fino alla fine.

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Se dobbiamo subito trovare l’aspetto che meglio funziona in questa serie, dobbiamo sicuramente guardare alle interpretazioni dei protagonisti, prima tra tutti la bravissima Regina King che risplende nel ruolo di una madre affranta e che dovrà lavorare molto bene per reggere un ruolo che solitamente è fatto solo di lacrime e dolore. Anche il resto del cast sembra molto valido, ma è difficile (ho visto solo i primi due episodi) stabilire se accoppiare Clare-Hope Ashitey e Michael Mosley sia stata una buona idea. Per ora l’alcolismo di KJ, assieme ad una carriera in caduta libera, sono il principale tratto distintivo della protagonista, ma già intuiamo che finirà a tirare fuori le unghie e a lottare disperatamente per scoprire la verità, mentre di Fish sappiamo solo che ama molto i cani e che è un po’ razzista. In The Killing, alla fine, quello che aveva trascinato in avanti la serie era stata proprio l’ottima scelta dei suoi protagonisti e la loro perfetta intesa e quindi non possiamo far altro che sperare che anche in Seven Seconds questa magia si ripeta.

Detto questo è purtroppo vero che Seven Seconds mette in scena anche numerosi elementi che sanno di visto e già visto e il modo in cui sono state schierate le pedine in campo fa facilmente immaginare futuri sviluppi: la famiglia molto religiosa che probabilmente vedrà la propria fede messa a dura prova, lo zio in licenza con legami con delle gang che probabilmente vorrà proporre soluzioni non propriamente pacifiche, un matrimonio che verrà scosso, legami personali della protagonista con un candidato che finiranno a mischiare indagini e politica, una squadra della narcotici corrotta che pure nell’aspetto dei suoi componenti sembra uscita da un manuale (essere tamarri è una condizione necessaria?), un colpevole che soffrirà di infinite crisi di coscienza munito della solita dolce moglie incinta e preoccupata, una vittima che verrà messa in dubbio in ogni modo e due protagonisti che prima dovranno superare le loro divergenze per poter sconfiggere un sistema ingiusto e corrotto.

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Questi primi due episodi  di Seven Seconds sono certamente ben fatti e ben recitati, ma la validità della serie la si vedrà sulla distanza. Recentemente abbiamo avuto una serie come The Night Of che, affrontando temi simili, era riuscita a mantenersi alla larga da scelte troppo ovvie, ma in questo caso in scena ci sono schemi classici a cui forse abbiamo già assistito troppe volte e che rischiano anche di togliere profondità a dei temi attuali e importanti.

Lalla32

Il punto d'inizio è stato X-Files. Poi saltando di telefilm in telefilm ho affinato una passione per quelle storie che hanno in sé una punta di stranezza e di fantastico. Recensisco e curo news di serie sci-fi, ma un'altra mia passione sono i period drama, visto che sono un'avida lettrice di classici. Ultimamente mi sono avvicinata ai drama coreani e me ne sono innamorata e qui su Telefilm Central curo la rubrica Daebak, piena di consigli, spunti e amore per questo mondo.

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