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Scream Queens: recensione degli episodi 1.12/1.13 – Dorkus/The Final Girl(s)

Scream Queens è giunto alla fine della sua folle corsa. Finalmente. Se dovessi esprimere un giudizio unico per l’intera serie, pronuncerei proprio l’aggettivo folle, psicopatico. Devo dire che sono abbastanza insoddisfatto dallo show, ma ero deluso già all’inizio, deluso che si sia anche solo pensato di creare un progetto del genere. Non che io non apprezzi le commedie o il nonsense assoluto, mi sono anche divertito e ho sorriso con la confraternita KKT, ma il punto è un altro. Quando si decide di portare qualcosa in tv, quindi all’assoluta esposizione di tutti, questo qualcosa deve avere un perché. I prodotti di Murphy sono sempre stati bizzarri e scandalosi. Nip/Tuck aveva il gusto dell’orrido e la dietrologia del sesso, American Horror Story è stato l’horror più controverso degli ultimi anni e Glee, il mio primo amore, racchiudeva in sé un messaggio di speranza e accettazione importante seppur nascosto sotto un velo di stramberia e glitter. Questi lavori avevano uno spessore. Non ho seguito tutti gli episodi di questi show, ma il riscontro con il pubblico lo ha confermato. Glee aveva senso di esistere, un significato, Scream Queens no.

Parto dalla fine per spiegare il principio, proprio come accade in queste due puntate. Sgancio la bomba. Il Red Devil è Hester alias Lea Michele. Oltre ad essere un po’ scontata, la scelta è chiaramente uno stratagemma per tenersi buona la folla fan di Glee e Lea Michele, nonché una dichiarazione d’amore del regista Ryan Murphy per la sua interprete preferita (e sempre viziata). Chiariamo subito una cosa. Io adoro Lea Michele in maniera quasi ossessiva e penso che abbia fatto un ottimo lavoro ad interpretare il serial killer del campus, ma non amo il pacchetto in cui è stata confezionata.grace red devil

Anche la trama scarseggia. Nel corso di questi episodi vediamo eventi illogici susseguirsi. Nel primo di questi due, “Dorkus“, Chanel va a chiedere umilmente scusa a Melanie Dorkus, la ragazza sfregiata l’anno precedente. Per un certo lasso di tempo tutti sembriamo credere che sia proprio Melanie il Red Devil ma si scopre non essere così. Nel frattempo Pete rivela a Grace di aver avuto un ruolo fondamentale nella serie di omicidi avvenuti nel campus. Assieme a Boone e Gigi infatti è stato l’artefice di alcuni agguati nonché il colpevole della morte di Roger e Boone stesso. Gracie è sconvolta e proprio quando Pete sta per rivelarle il nome dell’assassino suo complice spunta fuori il Diavolo Rosso che lo uccide. Ecco un’altra vittima. Successivamente assistiamo ai soliti deliri rumorosi di questa serie, gli sproloqui infiniti e ridondati di Chanel, il padre di Gracie che seduce goffamente il rettore Munsch per far indagare Grace e Zayday sulle altre consorelle e ancora gli sproloqui di Chanel. Emma Roberts è divertente, lo ammetto. Perfettamente calata nel ruolo di fastidiosissima reginetta, la vediamo in difficoltà nello spiegare al mondo che lei non è una persona orribile. Esilarante.

Insomma le ricerche di Grace e Zayday portano alla conclusione che Hester sia il Red Devil. Il suo fascicolo è completamente finto, inventato, e tutto sembra condurre a lei. Inoltre la stessa Hester, per depistare il tutto, si ficca una scarpa tacco 15 in un occhio (ma attenta a non perdere il bulbo oculare e sicura di riacquistare la vista) facendo credere di essere stata vittima del Red Devil e accusando le altre Chanel. Il secondo episodio infatti, The Final Girl(s), non è altro che una lunga filippica che la ragazza recita per far arrestare le sue tre peggiori nemiche Chanel #5 (Abigail Breslin), Chanel #3 (Billie Lourd) e Chanel Oberlin. Un’invettiva che coinvolge anche le famiglie delle accusate e che effettivamente farà arrestare le tre ragazze dalla spassosissima Denise Hemphill. Oltre a questa spassosa scenetta (l’arresto delle tre oche da parte di poliziotti spogliarellisti sulle note di Like Toy Soldiers, completely nonsense) scopriamo anche altro. In un flashback scopriamo che effettivamente Hester è proprio quella bambina nata nella vasca 20 anni prima, la sorella gemella di Boone (Nick Jonas) e la figlia di lea-michele-aka-hester-ulrichSophia Doyle morta in quell’occasione, è quindi  figlia anche di Wes, padre di Grace, e sorellastra di Grace stessa. Cresciuta nel manicomio con Gigi, sorella adottiva di sua madre, e suo fratello Boone, Hester ha imparato fin da piccola la sottile arte della perversione e il gusto per la vendetta e la morte. Scatta la riflessione sociale. L’unico messaggio che salvo di Scream Queens. Hester crea il personaggio della pazza scoliotica con il neckbrace perché “più sembri strano alle persone, più fai loro ribrezzo più ti lasciano in pace e non ti considerano”. Insomma, gli underdogs, gli emarginati cari a Murphy, hanno sempre qualcosa da dire e i loro silenzi manifestano sempre qualcosa di più grande. Anche se diversi e messi da parte hanno sempre qualcosa da dire, e se non riescono a farlo a parole trovano sempre il modo di farsi sentire, anche con la violenza. Questo riguarda tutti noi. Siamo sempre gli underdogs di qualcun altro, e il Red Devil  forse simboleggia questo.

La chiosa finale vede le tre Chanel che tentano di difendersi in tribunale, senza avvocati, armate solo della presunzione di poter dimostrare lascream queens loro innocenza urlando in faccia alla giuria di non aver ucciso nessuno. Alla fine verranno sbattute in manicomio perché considerate psicopatiche e abbandonate dalle loro ricchissime famiglie menefreghiste. In manicomio scopriranno paradossalmente una vita di serenità e torneranno ad essere normali (le pazzie di Murphy) e Chanel diventerà la presidentessa del reparto. Ma una notte sente un rumore…e il Red Devil le appare di fronte con un coltello. Sipario. Fine.

Ora, non so se la serie verrà rinnovata per una seconda stagione. Spero di no ma probabilmente sì. Scream Queens con questa sua prima stagione ha dimostrato di essere un prodotto delirante, senza senso e creato solo per coloro che vogliono seguirlo per la sua stupidità. Apprezzo l’ironia e la commedia, ma detesto i canoni in cui è stato inscatolato questo show. Oltre ad essere pessimo sotto diversi punti di vista, sminuisce la bravura di alcuni attori come Lea Michele e Jamie Lee Curtis, colpevoli di aver preso parte a questa serie firmando così le loro condanne. Un accenno di qualità c’è, ma è poco. Se volete ridere guardatevela questa serie, ma non sperate di trovarci un significato o un finale sorprendente.

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Simone Bottaro

Laureato in Lingue, letterature e culture straniere presso l'Università degli studi Roma Tre, ama leggere e scrivere. Appassionato di musica, cinema e serie tv, adora il mondo anglosassone e in particolar modo quello statunitense, ma ritiene assolutamente insuperabile la bellezza dell'Italia. Amante delle comedies musicali (Glee), segue tra gli altri generi Grey's Anatomy e How to Get Away with Murder.

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