
Scoprion: Recensione della Prima Stagione
Per piacere, una serie non può essere semplicemente ‘bella’. Certo, è un fattore che contribuisce, ma le serie che ‘danno dipendenza’, quelle che spingono al limite anche i cosidetti telefilm-addicted, sono poche e sono rare. Forse perché è il mio genere o forse perché si è rivelata più interessante di quanto mi aspettassi, Scorpion ha costituito una delle serie rivelazione di questa stagione, secondo i miei canoni e per il mio personale giudizio. Perché? Da dove cominciare…
La storia ruota intorno ad un ragazzo, genio, circondato a sua volta da tipi alquanto strani, geni anche loro; anche se appartengono tutti ad una casta ristretta, trovano un genio-mini e quindi decidono di diventare amici della mamma, che però è geniale ma solo a modo suo; completa la lista degli esseri non-dotati un agente dell’Homeland Security un po’ burbero e un po’ bugiardo, che però sembra il grillo parlante e, dato che una voce della ragione non fa mai male, teniamo buono anche lui. So che una descrizione sommaria e forse ironica come questa non potrebbe invogliare nessuno e, badate bene, le premesse della serie non erano ben diverse da quelle che ho appena snocciolato, magari con un po’ più di nomi e paroloni importanti. Ma la verità è che, con la combinazione giusta di fattori, anche qualcosa di banale può diventare straordinario, proprio come è successo a Scorpion.
Il team e i suoi geni
Il team Scorpion, che da il titolo alla serie, riprende le vicende del vero Walter O’Brien, con un quoziente intellettivo molto alto e, tra le altre cose, produttore esecutivo della serie. Il fascino del Walter dello schermo non è tanto la sua genialità quanto la lotta, che emerge molto spesso nei
Si tratta tuttavia soltanto di lui, perché ad osservare gli altri membri del team non si direbbe che sono dei geni – caratteristiche della vita asociale a parte. Sylvester si dimostra un po’ la mascotte della squadra e, suo malgrado, gli viene dedicato pochissimo spazio di crescita – tranne che per l’episodio 1.19, quando l’incendio nel bosco lo costringe a scegliere tra le sue paure razionali e l’altruismo poco razionale di salvare la vita di qualcuno, mettendo a rischio la propria. Anche il pizzico di rosa aggiunto alla sua figura dalla storia con la sorella di Walter, in particolare nell’episodio della frana, non gli ha reso giustizia. Perché, e penso si possa concordare, al personaggio di Sylvester va necessariamente resa giustizia!
Infine, Paige e il piccolo Ralph. La dolcezza di Katharine McPhee è contagiosa e si riesce ad amare il suo personaggio senza problemi. L’idea di una persona che riesca a capire ‘il mondo’ pur non avendo un cervello brillante come tutti gli altri del team è interessante ed è come se fosse la voce della ragione ‘simpatica’ (l’opposto della schiettezza di Gallo, per intenderci) che interviene per sistemare la situazione. In effetti non sarebbe male avere qualcuno al nostro fianco che non abbia paura di dirci quando siamo un po’ troppo indelicati con quelli che abbiamo intorno: lasciatevelo dire da una che, per metà delle volte, vorrebbe rimangiarsi quello che ha appena detto!
Tanto love, tanta azione e… Kurtzman e Orci
Senza contare poi che quello che manca in logica, Scorpion lo sostituisce tranquillamente in azione e romanticismo. Non una ma ben due coppie emergono nel corso dei 22 episodi, una persino dalle premesse di un triangolo con bambino a carico. Non chiedetemi di scegliere, perché non potrei farlo, ma dico solo che è stato esilarante assistere alla faida di Happy e Toby, dopo che quest’ultimo aveva dormito durante il loro
Infine, permettetemi di farlo notare, impossibile non spendere una parola su Kurtzman e Orci: possibile che tutto quello che tocchino diventi improvvisamente oro? Mi dicano la loro università che mi iscrivo al volo, perché pare che funzioni e funzioni alla grande!
Concludendo, dico che è un serie che mi ha stupito, rapito, fatto innamorare. Non si tratta di mera commedia o serie di azione o serie d’intrattenimento: è tutto questo senza essere, però, nulla di questo. Se non avete ancora avuto modo di guardarla, fatelo. Se non altro perché, da qualche parte, nel mondo, c’è qualcuno che ha davvero (o almeno, al 20%) fatto quello che il Walter O’Brien dello schermo fa. Magari non volare con le macchine dai dirupi e sopravvivere: quella è prerogativa unica degli attori di Fast & Furious, mi dicono!
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