
Revolution: Recensione dell’episodio 1.14 – The Night the Lights Went Out in Georgia
Dopo una pausa non programmata a causa dell’attentato di Boston, Revolution torna questa settimana con la sua quattordicesima puntata. Questa è una serie tv che sicuramente intrattiene piacevolmente, ma la cui visione non è essenziale o “obbligatoria”. Nel senso che se si vuole un passatempo leggero da alternare ad altri telefilm più impegnativi Revolution è la serie adatta, altrimenti non è una di quelle serie che è essenziale aver visto per ampliare la propria cultura telefilmica, come si addice ad un vero addicted del genere televisivo in questione. Insomma, in parole povere non so se consiglierei di iniziarla.
Perché dico questo? Non è sicuramente una questione di trama visto che l’ho sempre trovata interessante: l’energia che sparisce, il perché è successo e chi c’è dietro a tutto ciò, le nuove dinamiche del potere e come vivono le persone in un mondo nuovo sono tutte questioni che hanno attirato la mia attenzione e mi hanno invogliato a cominciare questa serie. Anche il concentrarsi sulle questioni famigliari e di gruppo è un elemento che ci può stare visto che non occupa tutta la narrazione (come è già avvenuto in altri noiosi telefilm), ma viene ben mescolato ed inserito all’interno della trama orizzontale. Ciò che secondo me stona un po’ è la quasi totale mancanza di empatia che si prova verso i personaggi, anche dopo ben quattordici episodi. Se c’è una cosa che mi spingi ad amare una serie tv è proprio il legame che si prova verso uno, l’altro o tutti i suoi personaggi, a sentire tue le vicende che loro vivono, a provare i loro stessi sentimenti, ad intraprendere insieme a loro un percorso di crescita interiore e/o fisico: in una parola appunto ad empatizzare con i vari personaggi. Se questa cosa manca, mi viene difficile definire un telefilm “bello”, “assolutamente consigliabile” , “intrigante”. Revolution ha compiuto anche scelte coraggiose come l’uccisione di Danny e ha cercato di esplorare il dolore di chi era a lui più vicino, ma a me non è rimasto quasi nulla in termini di emozioni.
Infatti, quando devo recensire questa serie devo trovare un punto di vista da cui partire per scrivere proprio perché alcune volte, come questa settimana, la trama si può riassumere in poche parole e di altro da dire dal punto di vista dei sentimenti che ho percepito c’è ben poco. In questa puntata, a parte Monroe che scopre il tradimento di Neville, di interessante c’è l’esplorazione da parte dei personaggi di nuovi territori: si esce dai soliti confini per andare a vedere cosa c’è al di fuori della Repubblica di Monroe. Rachel e Aaron stanno cercando di giungere alla famigerata Torre da cui potranno tentare di riattivare l’elettricità. Per farlo hanno bisogno di una donna, la dottoressa Jane Warren, che Rachel conosceva in passato: lei conosce la Torre meglio di chiunque altro. Questa donna è un po’ stramba, utilizza un dispositivo apparentemente magico che può bruciare le persone a distanza e inizialmente non ha intenzione di aiutare Rachel perché distruggendo i nanorobot la sua compagna morirebbe: come Danny, anche lei ha all’interno del suo corpo un dispositivo che la tiene in vita nonostante una brutta malattia (essi agiscono dentro il corpo e riducono le malattie). Poi però è la sua compagna stessa che la convince che aiutare Rachel nel suo intento è la cosa più giusta da fare.
Intanto nel campo di Miles vengono a sapere che gli uomini di Monroe vogliono far esplodere una bomba nucleare nella Repubblica della Georgia, così lui, Charlie e Nora partono per fermare l’attentato. Con la Georgia entriamo in contatto con una realtà completamente diversa: usano i motori a vapore, sono molto ricchi, hanno un sacco di colture, sembra che stiano iniziando a commerciare con l’Europa. I tre riescono ad entrare nella città di Altlanta e qui, dopo alcune difficoltà e l’incontro da parte di Miles di un ragazzo a cui fece da mentore e che prima di morire riesce anche ad instillare in Charlie un dubbio riguardo un avvenimento passato su sua madre e
In questo episodio vediamo Miles confrontarsi con il suo passato visto che ha incontrato questo ragazzo a cui aveva insegnato le sue tattiche e a cui era molto legato, ma che poi aveva “sacrificato” allontanandolo dalla Repubblica di Monroe. Il ragazzo soffre molto nel ricordare quello che è stato e Miles con lui, anche successivamente quando Miles stesso dichiara che fa del male a tutti quelli che gli stanno vicino. Ma a noi cosa rimane? Io personalmente non ho provato quasi nulla nel vedere questi suoi turbamenti, come nel vedere la dichiarazione della morte di Danny da parte di Rachel alla sua vecchia amica Jane. Rimane una storia interessante che in questo episodio è rappresentata soprattutto dal vedere nuove ambientazioni (sarà intrigante anche addentrarsi in Colorado dove si trova la Torre) e dalla nuova alleanza ribelli – Georgia.