
Pretty Little Liars: Recensione dell’episodio 4.16 – Close Encounters
Accidenti a ‘ste smandruppate! Che Piccole Bugiardelle Carucce sia un guilty pleasure è cosa approvata definitivamente da un paio di stagioni (le prime due no però, specialmente la prima. Era davvero un bel pezzo di thriller). Ma che arrivati a metà della quarta stagione potesse ancora pigliarmi così, proprio non l’avevo messo in conto. Specialmente dopo l’episodio di settimana scorsa, che avevo davvero fatto fatica a finire (anche FraM la pensa allo stesso modo). E invece, guarda che roba.
Partiamo dal basso, ovvero quello che meno mi ha garbato di questa sedicesima puntata: Hannah banana e la sua patetica storia da cuore infranto. Ormai è evidente, Piccole Bugiardelle Carucce non funziona quando vuole mettere in campo le storie amorose nude e crude. Non c’è verso. Manca qualcosa, manca il respiro, forse manca la calma per poterle tratteggiare come si deve. Ecco quindi che la rottura tra Hannah e Caleb (e chi segue Ravenswood sa bene cosa ci sia dietro… piccolo inciso, bello spin-off, diverso, modesto e intrigante, non me l’aspettavo!) non riesce ad impattare con quella forza emotiva che ci si aspetterebbe da un qualcosa del genere. Che ne so, in Gray’s Anatomy ci andrebbero avanti per cinque puntate. Invece qui la cosa non tocca molto. Specialmente in questo episodio, dove complice la assoluta incapacità dell’attrice Ashley Benson nell’esprimere la benché minima sfumatura di sentimento, la presunta delusione d’amore non riesce a toccare i cuori di chiunque sia sopra i 16 anni. E questo nonostante una scrittura affatto tirata via, come dimostra l’evoluzione della suddetta delusione in questa puntata, fino ad arrivare alla telefonata che lascia il messaggio in segreteria, capace quasi di commuovere in sé proprio per quando arriva e come è scritta. Non fosse che l’espressività della Benson è radente allo zero assoluto e quindi impedisce una catarsi vera e propria.
Ho quindi affermato che la scrittura della puntata sia buona e in effetti lo penso. Ci sono un paio di ellissi molto interessanti che possiamo vedere in questa “Close Encounters”, in effetti una per ciascuna delle quattro cafone. Emily chiude perfettamente il cerchio aperto la puntata scorsa (unico momento interessante, a dirla tutta) arrivando ad incontrare Alison-li-mortacci-sua-quando-l-ho-vista-a-momenti-ci-rimango. Sì perché la sua apparizione in questo episodio sancisce definitivamente, incontrovertibilmente che è viva e vegeta, un po’ schizzata, ma sicuramente presente e “respirante”. Sì che l’avevamo vista apparire a tutte, ma la sua successiva ri-sparizione, con tanto di apparizioni notturne legati ai sogni, sembrava far intuire di esser stati gabbati. O comunque che ci fosse qualcosa di strano, complice anche tutto il setting di Ravenswood, che come sa chi la segue, è tutta basata sul sovrannaturale e l’occulto. Ecco quindi che il dubbio restava. Diamolo quindi per dissipato e diciamo anche tranquillamente che l’incontro tra Emily e Alison, questo sì, è catartico. C’è un momento, nell’euforia e nel lasciarsi andare delle due (in senso buono, non è la HBO… su questo torno più avanti) in cui è difficile non lasciarsi prendere, da spettatore. E ovviamente il momento viene interrotto da quella grandissima stecca lecca di Spencer, cosa che era intuibile fin dal momento in cui aveva saputo dell’incontro.
In tutto e per tutto le Piccole Bugiardelle Carucce stanno tenendo alto il loro nome, con tanto di una serie di outfit per niente eccessivi e un giusto dosaggio di mini skirt. Un bell’episodio, catartico, scritto bene, interpretato un po’ “così”, ma tant’è, si sa che da quel fronte non può arrivare niente di buono. In ogni caso la serie si sta facendo rispettare, superando in questo caso la linea della sufficienza, nonostante i vari momenti WTF che comunque sono imprescindibili. Adesso ho voglia di vedere cosa succederà la prossima settimana. Mi chiedo cosa farà Jack, ma soprattutto mi chiedo: cosa avrà voluto dire Alison quando ha detto che “pensava di sapere chi fosse A e invece si sbagliava?”. Che Ezra sia solo un pezzo del puzzle? Quindi… capite? Se una serie mi tiene qui a pormi queste domande, facendomi venire l’acquolina per il next episode, allora ha centrato il bersaglio.
4.16 - Close Encounters
Accattivante
Valutazione Globale
Io la butto lì, teorie random che mi sono venute in mente guardando l’episodio, che è stato nettamente migliore alla media di stagione: Ezra non è A, è sicuramente qualcuno che conosceva Ali prima della sua sparizione, magari uno di quelli che sono caduti nella trappola che fosse più grande, io credo che Ezra sappia che Ali sia viva ma che voglia o proteggerla o magari si è ossessionato tantissimo dalla sua storia da volerla vedere più da vicino, quindi secondo me la pista di Ezra A sarà il solito vicolo ceco. Abbiamo capito che neanche Ali sa davvero che la perseguita, dice proprio di aver sempre creduto che fosse una persona e invece poi non lo era (starà mica parlando proprio di fitz?) A questo punto A è la mamma di Toby, buttata giù dal Radley da Ali e che si vuole vendicare, una sorta di Emanda di Rosewood.. evviva le cospirazioni 🙂