
Preacher e l’alleanza che non ti aspetti. Recensione episodio 2.10
Nelle scorse recensioni di questa seconda stagione di Preacher si è parlato di come il ritmo ne stia influenzando l’andamento. Prima troppo lento, poi troppo imponente. Mai una giusta via. Questa settimana con Dirty Little Secret la serie torna a spingere sull’acceleratore.
I primi minuti dell’episodio disorientano. Siamo ormai abituati a queste partenze molto stranianti in Preacher, ma stavolta la serie si è superata. Facciamo la conoscenza nientemeno che di Gesù Cristo, mentre sta perdendo la verginità, prima di morire crocifisso. Sapevamo che la storia qui è un tantino diversa da quella che conosciamo noi, ma finora nulla era stato approfondito. In un solo episodio ci viene mostrata la nascita della stirpe di Cristo, e anche il suo venticinquesimo pronipote Humperdoo in carne ed ossa.
Che il mondo di Preacher fosse da prendere poco sul serio si sapeva già, ma ogni puntata non smette di essere assurdamente fantastica. La presenza di questa progenie è un punto centrale sia nella vita di Herr Starr che in quella di Jesse. È il motivo per cui, un po’ a sorpresa e un po’ no, i due non fanno conoscenza a suon di calci e pugni ma stringono una sorta di alleanza temporanea per capire quanto l’uno può carpire dall’altro.
Herr Starr è un personaggio affascinante. Non è banale, è anzi sorprendente nei suoi atteggiamenti e comportamenti. Uno crede di averlo inquadrato e invece lui fa l’esatto opposto di quanto previsto. Un personaggio così non può fare che bene in questa serie, che vanta un comparto attoriale di prim’ordine, oltre che ad una caratterizzazione dei singoli molto avvincente e interessante. In questa puntata ci sorprende, ma siamo capaci di analizzare il perché della scelta di avvicinare Jesse come “alleato” e non come nemico (almeno per ora). Herr Starr lo dice chiaramente: ha dedicato la sua vita per servire qualcuno che non è in grado di comandare. Humperdoo non è neanche lontanamente un Messia, nessuno sa dove sia Dio, e le persone più importanti di questo pianeta non sono di alcun aiuto o interesse per lui. È logico, dunque, che egli veda in Jesse quel Messia o addirittura quel Dio di cui ha tanto bisogno.
È il primo personaggio a non essere minimamente interessato o ingelosito dal potere del Preacher. Ottiene anche lui in altri modi quello che vuole (ricordate la scena della donna e del burro?) e dunque vede Jesse non come qualcuno da depredare, ma da valorizzare. Il problema è proprio lui, Jesse Custer. Ha accusato Herr Starr di avere una visione eretica negli ultimi momenti della puntata, quando gli è stato proposto di comportarsi come un Dio. Eppure la situazione potrebbe prendere una piega da villain, per lui. È incline a certi comportamenti, ed è visibilmente stufo di non avere risposte.
Il fatto che Jesse stia per approdare ad un punto di non ritorno si intuisce anche da come si comporta, e da come è trattato, dai suoi compagni di vita. Tulip e Cassidy ostentano quasi antipatia verso lui e verso la sua ricerca. Certo, hanno anche loro dei bei grattacapi. Cass ha appena superato un dilemma morale non indifferente. Alla fine ha scelto di trasformare suo figlio Denis, e anche se al momento sembra tutto andare bene, ci sono un paio di sospetti che indicano che la cosa non andrà a finire senza spargimenti di sangue. Chissà se il povero vecchio Cass si è accorto di come solo lui sappia gestire gli istinti vampireschi.
Tulip è nel bel mezzo di una crisi di nervi. Non aiuta il fatto di essere vittima inconsapevole di una cospirazione ben difficile da immaginare già da lucidi. Eppure le pistole del Saint che ha ritrovato sono una prova reale e tangibile. E qualcuno dovrà spiegarsi.
Mancano ancora tre puntate alla fine di questa seconda stagione di Preacher. Come già ribadito in passato, nonostante tutto si tratta di una delle serie più godibili di questa estate.
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